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Dalla letteratura all’attualità, dalla filosofia all’arte: a noi interessa tutto. Purché non ci si annoi.

La scomparsa di Dave Trugoy dei De La Soul

David Jude Jolicoeur in arte Dave Trugoy è stato uno dei fondatori e membri del gruppo hip-hop De La Soul, ed è mancato all’affetto dei suoi cari e nostro sabato scorso come affermato dal suo manager.

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BRIAN JONESTOWN MASSACRE – THE FUTURE IS YOUR PAST

Lo aveva promesso a tempo debito, il nostro vecchio caro Anton Newcombe, che per farci ascoltare il ventesimo album ufficiale della sua creatura, i Brian Jonestown Massacre, non avremmo dovuto attendere a lungo, e che il nuovo disco sarebbe arrivato meno di un anno dopo l’ultima fatica in studio, “Fire doesn’t grow on trees” (datato estate 2022). E noi rispondiamo che, parafrasando lo slogan pubblicitario di una nota marca di dolciumi, avere a che fare col materiale dei BJM è sempre un piacere.   E così proprio oggi viene pubblicato “The Future is your past“, long playing composto (come il precedente) nella quasi totalità del lotto, da brani provenienti dalle sessioni di composizione e registrazioni quotidiane (delle quali almeno sessanta sono state pubblicate sul loro canale YouTube) che, tra il 2020 e il 2021, nei vari lockdown dovuti alla pandemia sanitaria da covid-19, avevano risvegliato nel leader Newcombe la sua proverbiale vena compositiva prolifica, dopo un periodo di blocco creativo.   Coadiuvato da Hakon Adalsteinsson alla chitarra e Uri Rennert alla batteria (oltre alla partecipazione del figlio Wolfgang) il polistrumentista Newcombe, californiano di nascita, e berlinese di adozione, arrangia e mette a punto altri dieci viaggi sensoriali (neo)psichedelici (omettendo dalla tracklist, da buon furbacchione quale è, la title track dell’album) facendoci partire per la tangente esplorando i consueti territori ultraterreni, cari a Newcombe, nei quali ritroviamo droni chitarristici, ritmi ammalianti (ok, l’aggettivo “lisergico” è un po’ troppo abusato, nelle recensioni, per descrivere le sensazioni evocate dai dischi di psichedelia) strutture sonore dal sapore orientaleggiante, passaggi vorticosi ardenti di distorsioni e ipnotizzanti paesaggi sonori fuzzati, ampliando l’universo del rock psichedelico dei Brian Jonestown Massacre a elementi blues, folk e pop.   Tutto il meglio del canzoniere Newcombiano risponde “presente” all’appello: il jingle-jangle sound dell’opener “Do rainbows have ends“, la ritmica spezzata dell’agitata “Nothing can stop the sound“, che dalla metà in avanti deflagra in un caos cacofonico) la classica irresistibile cavalcata (neo)psichedelica in “The light is about to change“, il mantra stonato psicotropo di “Fudge” e quello a trazione spirituale in “Cross eyed gods“, vivide atmosfere psych sognanti in “As the carousel swings“, intensità sfrenata in “The mother of all fuckers“, goduriose commistioni di melodia e rumore in “All the feels“, rock ‘n’ roll à la Newcombe in “Your mind is my café” e nenie malinconiche nella conclusiva “Stuck to yous“.   Mentre il popolino italico-italiota in questi giorni si bea dello squallore, ogni anno sempre più imbarazzante, del festivàl di Sanscemo, noi ringraziamo Anton Newcombe e i suoi Brian Jonestown Massacre per l’ennesimo ottimo full length sfornato al momento giusto, e fatto risuonare ad altissimo volume per tenere i nostri timpani occupati e i nostri cuori lontani dal marciume nazional-popolare imperante. Grazie di esister… ah no, questa frase l’ho già sentita in bocca a un fenomeno da baraccone partorito dalla kermesse sanremese. E allora correggiamo il tiro, e al menestrello losangelino/berlinese ci sentiamo di dire, semplicemente: Grazie per esserci ancora.  

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Cosa resta del duemilaventidue

  Un altro anno se n’è andato, portandosi dietro le scorie di dodici mesi costantemente vissuti al di sotto delle nostre possibilità, castrati da un contesto sociale che non riusciamo a modificare in alcun modo. I sogni anche per questa volta sono rimasti tali, immutati nella loro veste illusoria che da troppo tempo costantemente accompagna l’incedere implacabile delle giornate che ritualisticamente consumiamo più per forza di inerzia che per reale interesse. Spinto dalla voglia di capire quanto possa essere condivisibile la mia apatia in seno alla redazione di IYE ho chiesto ai miei compagni di viaggio di buttare giù, senza stare a pensarci troppo, quelle che sono state, a loro avviso le tappe di questo nefasto duemilaventidue 2022 che si è appena spento. Ne è uscita la lista che segue, solo in apparenza un’asettica ridda di titoli, nomi ed eventi. Mi piace infatti pensare a quanto incolonnato come a una scala di valori delle persone con cui ho scelto di combattere il degrado sociopolitico dell’Italia contemporanea. Avrei voluto una partecipazione più ampia, ma mi rendo perfettamente conto che le persone non hanno tempo da perdere dietro alle mie sollecitazioni. È già difficile star dietro alle proprie cose, figuriamoci prendere seriamente anche le mie. Grazie comunque a tutti quelli che hanno scelto di accompagnarmi in questo tentativo. TOMMASO SALVINI 3 Album da riascoltare nell’anno nuovo • Not Moving “Love Beat” • Dadar “Iron Cage” • Sick Thoughts “Heaven Is No Fun” 3 libri da rileggere nel 2023 • Il libro del sangue di Matteo Trevisani • Cronorifugio di Georgi Gospodinov • Azione Antifascista di Mark Bray 3 film da rivedere nel 2023 • Suicide Squad di James Gunn • This film Should Not Exist di Gisella Albertini, Massimo Scocca e Nicolas Drolc • Mondocane di Alessandro Celli 3 motivi per ricordare il 2022 • La cassetta Orrendo_2 del mio gruppo • Quello che ho scritto e pubblicato on-line o su cartaceo, non perché sia fondamentale ma perché mi ha dato un motivo in più per stare al mondo • La decisione di cambiare lavoro, che non si è ancora realizzata ma che porto con me nel 2023 per non abbattermi o, men che mai, arrendermi: “non esistono guerre perdute, esistono solo vittorie rimandate” 3 motivi per dimenticare il 2022 • Giorgia Meloni • Mario Draghi • Flavio Briatore SIMONE BENERECETTI 3 album da riascoltare nell’anno nuovo • RIAH – A man and his nature • Notwist – Vertigo day • Gilla Band – Most Normal 3 libri da rileggere nel 2023 • M. Il figlio del secolo di Antonio Scurati • Furore di John Steinbeck • Pastorale americana  di Philip Roth 3 film da rivedere nel 2023 • Paura e delirio a Las Vegas • White Noise • Il signore delle formiche 3 motivi per ricordare il 2022 • In Italia viene per la prima volta concesso il suicidio assistito • Scoppiano le proteste in Iran • Iyezine vive! 3 motivi per dimenticare il 2022 • Eletta il primo Premier donna Meloni • Sting torna a suonare • Jovanotti ha fatto un altro disco ANTONIO ROMANO 3 album da riascoltare nell’anno nuovo • Never Mind the Bollocks, Sex Pistols • Orizzonti perduti, Franco Battiato • Rock ‘n’ Roll Gumbo, Professor Longhair 3 libri da rileggere • Fuoco fatuo, Pierre Drieu La Rochelle • Il lupo dei mari, Jack London • Fame, Knut Hamsun 3 film da rivedere • C’era una volta in America, Sergio Leone • Compagni di scuola, Carlo Verdone • L’attimo fuggente, Peter Weir 3 motivi per ricordare il 2022 • I dischi ballati con mio figlio in braccio • La famiglia che si ingrandisce • Casa nuova 3 motivi per dimenticare il 2022 • L’invasione russa dell’Ucraina e la guerra • Le temperature estive altissime (surriscaldamento globale) • …tutto sommato “solo” questi qui STEFANO (ÜTO) 3 album da riascoltare nell’anno nuovo: • Chat Pile, God’s Country. • Soul Glo, Diaspora Problems. • Moor Mother, Jazz Codes. 3 libri da rileggere nel 2023: • K. Vonnegut, Tieniti stretto il cappello. • H.P. Lovecraft, H.P. Lovecraft. Edizione annotata, Mondadori. • M. Heidegger, L’inizio della filosofia occidentale. Interpretazione di Anassimandro e Parmenide, Adelphi. 3 film da rivedere nel 2023: • Belle, Mamoru Hosoda. • Pinocchio, Benicio Del Toro. • Chip’n Dale: Rescue Rangers, Akiva Schaffer. 3 motivi per ricordare il 2022: • Il concerto dei Maserati al Raindogs. • Il ritorno discografico di Fulvio Giglio. • Il centenario di The Waste Land. 3 motivi per dimenticare il 2022 (ma in realtà è uno solo): • Il post mortem di Calasso. La morte di Roberto Calasso, avvenuta nel 2021, ha rappresentato un fatto gravissimo e irreparabile, un evento talmente enorme da non lasciare spazio ad altro, neppure nell’anno successivo, il 2022. Infatti, ho scelto di non elencare altri motivi per dimenticare l’anno appena trascorso, tanto è profonda la ferita. Con lui, se n’è andato l’ultimo, grande, immenso intellettuale italiano. Ci ha lasciati un gigante, un mostro sacro di intoccabile bravura e genio. La sua dipartita ha creato un deserto, arido e senza vita, un panorama sconsolato e inconsolabile, in cui non uno sprazzo di vitalità, di intelligenza, di cultura. Esiste un prima e un dopo Calasso: da questo momento in poi, nulla è stato più come prima: il niente assoluto che è stato l’anno appena trascorso, a livello letterario e filosofico in Italia, lo dimostra appieno. MARCO VALENTI 3 album da riascoltare nell’anno nuovo • Nero Kane “Of Knowledge and Revelation” • Dalila Kayros “Animami” • A Tergo Lupi “UnHidden” 3 libri da rileggere nel 2023 • Ilaria Palomba “Vuoto” • Pupi Avati “L’altra fantasia. Il viaggio di Boccaccio alla scoperta di Dante” • Megan Campisi “La custode dei peccati” 3 film da rivedere nel 2023 • “Crimes of the future” (David Cronenberg) • “Bones and all” (Luca Guadagnino) • “X” (Ti West) 3 motivi per ricordare il 2022 • la morte di Masha Amini e l’inizio delle proteste in Iran • la morte del PD spentosi nell’incapacità di capire che cosa sia in realtà • vedere “Moonage Daydream” di David Bowie al cinema tre volte in una settimana 3 motivi per dimenticare il 2022 • la dicotomia Russia vs Ucraina che sostituisce quella tra no vax e pro vax • la retorica e l’isterismo per la morte della Regina inglese • l’aumento dei costi del vinile e la dilatazione dei tempi di consegna LEODURRUTI 3 album da riascoltare nell’anno nuovo • Big Thief – Dragon New Warm Mountain I Believe in You • Gilla Band – Most Normal • The Black Angels – Wilderness of Mirrors 3 libri da rileggere nel 2023 • Laura Pugno – La metà di bosco • Erica Jong – Fanny • Davide Orecchio – Mio padre la rivoluzione 3 film da rivedere nel 2023 • For Sama (Waad Al-Kateab, Edward Watts) • L’ultimo valzer (Martin Scorsese) • La sesta stagione di Peaky Blinders (Anthony Byrne) 3 motivi per ricordare il 2022 • La fuga in massa da twitter verso mastodon e il fediverso • Forse ho ricominciato a leggere • La regina Elisabetta e il papa emerito hanno tolto il disturbo 3 motivi per dimenticare il 2022 • L’invasione russa dell’Ucraina • Se ne sono andati Mark Lanegan, Jaimie Branch, Keith Levene, Mimi Parker e Terry Hall (tra gli altri) • L’estate calda, troppo calda, troppo lunga

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Luca Ottonelli

Luca Ottonelli. E’ nato a Genova nel 1969 e ho completato i primi studi artistici avendo come maestro di Figura G. Fasce.

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Rossomalpaolo

La prima volta che ho interagito con Paolo aka Rossomalpaolo è stato in un periodo in cui ero curiosa di sperimentare i limiti del mio corpo.

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E’ morto Van Conner

Il 17 gennaio, infatti, ci ha lasciati anche Van Conner, universalmente noto per essere stato, dal 1984 al 2000, bassista, seconda voce/backing vocals e uno dei membri fondatori degli Screaming Trees.

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REVEREND SHIT-MAN’S BEST OF 2022

Ecco una lista di dieci album, recensiti nel 2022, che hanno maggiormente incontrato i favori e i gusti di Reverend Shit-Man, in ordine sparso e non gerarchico:

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AGENZIA Z

La nascita di una realtà indipendente come quella di Agenzia Z rappresenta una speranza per il futuro.

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Zenoni

Oggi siamo qui nello studiolo di Federico Zenoni – che si presenta come illustratore, batterista autodidatta e psicoeditore – ingombro all’inverosimile di rotoli,

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Seguiamoli #1

Seguiamoli #1

Inauguriamo la rubrica “Seguili”, nella quale andremo a segnalare progetti riguardanti la sfera musica/cinema/libri secondo noi validi, che siano blog, canali Youtube, Twitch od altro. SISTAVAMETAL, TONY FACE, SISTAVAMETAL.

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WOLFMANHATTAN PROJECT – SUMMER FOREVER AND EVER

Secondo lavoro sulla lunga distanza per i garage rockers losangelini Wolfmanhattan Project, vero e proprio supergruppo formato da tre leggende del rock ‘n’ roll mondiale: Kid Congo Powers (Gun Club, Cramps, Nick Cave and the Bad Seeds,  Knoxville Girls, Kid Congo & the Pink Monkey Birds) fresco di promozione della sua autobiografia, e poi Mick Collins (Gories, Dirtbombs, Blacktop) alle chitarre e voce, coadiuvati dall’immarcescibile Bob Bert (Sonic Youth, Chrome Cranks, Pussy Galore, Lydia Lunch, Jon Spencer and the HITmakers) alla batteria e voce. Tutti musicisti con un pedigree invidiabile, che si trovano bene insieme e hanno unito le forze in una band che si propone di voler essere qualcosa in più dell’insieme della somma delle parti.   A sette anni di distanza dall’esordio assoluto (col singolo “Smells like you”/”You are my glue“) e a tre dal debut album “Blue Gene Stew“, tutti usciti su In The Red Records, i nostri supereroi danno un seguito all’avventura (pubblicata sempre su In The Red) sfornando “Summer forever and ever“, composto da dieci nuove tracce, per una mezz’ora abbondante di R’N’R scassato, accattivante, ma anche eclettico, dove il trio ha suonato anche altri strumenti, oltre quelli consueti, come il piano e il sintetizzatore.   Registrato da Mark C., il disco si apre con “Like Andrea True“, sorta di tributo alla soul/disco band newyorchese Andrea True Connection, per poi entrare nel vivo con lo sgangherato garage punk di “Countdown Love” (la traccia preferita da chi vi scrive) che puzza amorevolmente di Cramps, Saints e Radio Birdman, e prosegue con la title track “Summer Forever“, già lanciata come singolo ben due anni fa, in cui Mick Collins, sotto un agile tappeto di chitarre velenose, canta del sogno di tutti gli skaters e i surfisti (e, in generale, di tutti coloro che odiano il freddo e l’inverno) quello di un’estate soleggiata che duri 365 giorni l’anno, e visto il caldo anomalo di questi mesi autunnali, sembra quasi che il suo desiderio possa avverarsi. “Respectable Pigs” cita nel testo “Psychotic Reaction” dei Count Five, ma musicalmente siamo sui lidi rumoristi più affini al duo Velvet Underground-Stooges, mentre la strumentale “Hypnotize too” rimande a certe bizzarrie alla Captain Beefheart. In “H Hour“, brano breve e sgusciante, si ritorna su sentieri più vicini al garage rock, e nello sghembo post-punk di “Silky Narcotic” Bob Bert ricorda il compianto Charlie Watts degli Stones. Lo sgarrupato twistabilly di “Very next song“, memore del passato di Brian Tristan nei Gun Club, apre la volata finale dell’Lp, che si chiude con le lunghe “New in the world” (uno straniante esperimento con piano, voce e altri inserti inusuali) e “Raised/Razed” (sorretta da un riff chitarristico ripetitivo e un ritmo in crescendo, incalzato dai synth, con un cantato recitato, quasi ai limiti dello spoken word) della durata di cinque minuti per pezzo.   La classe non è acqua, gallina vecchia fa buon brodo. Ok, ho finito coi proverbi e i luoghi comuni, ma nel caso dei Wolfmanhattan Project sono azzeccati, perché Kid, Bob e Mick si divertono ancora a suonare insieme e incidere ottimi album come questo “Summer forever and ever”, che non sembra essere un’operazione nostalgia per ricordare i bei vecchi tempi passati e andati ma, al contrario, dopo diversi decenni sulle scene, questi musicisti (e incredibili personaggi) non si accontentano di aver già dato (tantissimo) alla causa del rock ‘n’ roll più lercio e pericoloso, ma sanno ancora stupire ed essere magnetici e influenti, pur deviando a volte dai percorsi originari, non scegliendo mai la strada più facile. Avercene di collaborazioni così, oggi. Anzi, ne vorremmo di più.   TRACKLIST   1. Like Andrea True 2. Countdown Love 3. Summer Forever 4. Respectable Pigs 5. Hypnotize Too 6. H Hour 7. Silky Narcotic 8. Very Next Song 9. New In The World 10. Raised/Razed    

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