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Recensione : Drieu La Distruzione

Drieu non ha paragoni, va ascoltato e preso a pugni, poiché non è musica pacificata o ovvia, non è musica dei nostri giorni, e non è alternativa. Drieu siamo tutti noi.

Questo disco è qualcosa che vi farà male, qui non c’è divertimento o svago, intrattenimento o gioia.

Drieu è un viaggio musicato che non comincia e non si ferma con il disco, ma va avanti da secoli e secoli, forse migliaia di anni. Musicalmente è post punk, con momenti industrial e di quella nouvelle vague italiana che parte dai Massimo Volume e va oltre molte cose, di cui il vero iniziatore in musica è stato Luigi Tenco, che negli anni del boom cantava di noia e dolore. In questo nuovo progetto, ci sono persone, insieme ad altri musicisti con grande esperienza alle spalle, già coinvolte in quel gran gruppo che già ai tempi sfuggiva a molte considerazioni, gli Erode. Drieu è forse la continuazione musicale e l’estremizzazione ideologica di alcuni loro pezzi come Sotto Zero o la splendida Ulrike che fu il loro pezzo finale. Gli Erode sono forse il punto di partenza, ma qui si va molto più lontano.

Il loro slogan è raggruppamento musicale non solidale che è un ottimo punto di partenza per poter capire cosa potremmo trovare nel disco. Fin dal primo pezzo La Dichiarazione che è un vero e proprio antimanifesto, si capisce che è qualcosa che supera la musica, è un trattare non tanto di questi tempi maledetti, ma di questa nostra intima natura umana che è parassitaria e devastante.

Drieu fin dal nome è qualcosa che non è per tutti, anzi, è una punta acuminata che fa male e vuole farlo. Come discorso musicale il tappeto è post punk, tanto per intenderci dato che la natura del lavoro è quella di non accettare nessuna etichetta, con punte di new wave, comunque un’evoluzione dallo sterile concetto di punk. Per capire come abbiamo sbagliato tutto fino a qui in campo musicale non c’è nulla di meglio del termine punk, che è un vero e proprio fallimento in termini, dato che è ribellione finta e codificata, tanto che forse l’unico vero gruppo punk della storia sono stati i Disciplinatha e pochi altri. Drieu è il prodotto di un profondo ragionamento di persone intelligenti ed attente che sono partiti dal punk per arrivare a qualcosa che è come la pillola di Matrix : la realtà è quella descritta qui, anche se Drieu non ha nessuna voglia di rappresentare la verità o di mostrare una via.

Drieu non è nemmeno nichilismo, dato che anche quella è una scappatoia.

Drieu è Drieu La Rochelle, è chi ha avuto il coraggio di parlare chiaro ed è stato emarginato poiché etichettato come politicamente non corretto o che non rientra negli schemi di chi vuole tutto bello ed edificante, di chi pensa che catalogando l’arte come si fa con la merce sia la giusta risposa a ciò che non si comprende. La vita stessa è qualcosa di incomprensibile ed insondabile, e Drieu descrive molto bene tutto ciò, in un disco che è costruito come un libro, come una raccolta di pensieri e visioni non pacificare, senza filtro e sena mediazione di genere o pose. I riferimenti culturali sono molti, tutti molto validi e ispirano ricerche e voglia di andare oltre.

Come detto da loro non è roba per tutti, forse non lo è per nessuno oltre i membri del gruppo, personalmente lo ritengo uno dei migliori dischi usciti negli ultimi anni, garantisce tantissimi ascolti e ogni volta si sente qualcosa di differente. I testi sarebbero da raccogliere in un libro tanto sono potenti e duri.

Finalmente si sente una musica e dei testi che dicono le cose senza fare giri di parole o dare false speranze o miglioramenti della nostra condizione.

Drieu non ha paragoni, va ascoltato e preso a pugni, poiché non è musica pacificata o ovvia, non è musica dei nostri giorni, e non è alternativa.

Drieu siamo tutti noi.

A1 La Dichiarazione
A2 La Confessione
A3 La Presa Di Posizione

B1 La Soluzione
B2 L’Estinzione
B3 La Distruzione

Cesare T. – Voce,Basso ed Elettronica
Diego C. – Chitarre Stratificate
Francesco M. – Batteria e Percussioni
Marco D. – Elettronica e Campionamenti

 

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