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Good and bad news travel fast

Kathleen Hanna, in arrivo un memoir

L’iconica attivista femminista Kathleen Hanna darà alle stampe una autobiografia, prevista per il maggio 2024 e intitolata “Rebel Girl: My Life as a Feminist Punk“, che sarà edita da HarperCollins (qui il link per il pre-order). Il memoir tratterà le vicissitudini e il percorso, musicale e di vita, della Hanna (tra l’altro raccontati anche nel documentario “The Punk Singer” nel 2013) nota frontwoman della riot grrrl band Bikini Kill (ma anche nei Tigre e altri progetti) dal cui conclamato anthem prende spunto il titolo del libro. Dagli inizi segnati da un’infanzia problematica e dai primi anni formativi al college di Olympia, nello stato di Washington (e vera e propria “culla” dell’indie rock americano e del movimento politico e culturale delle riot grrrl, di matrice punk e femminista) ai primi concerti e tour, le lotte per riscattare se stessa, il suo gruppo e il ruolo delle ragazze e delle donne nel mondo della musica (soprattutto nel mondo del rock ‘n’ roll, da sempre a forte trazione maschile e connotato, spesso, da una mentalità sessista e maschilista) il coraggio, la costanza e la determinazione che hanno fatto di Kathleen una riconosciuta e universale icona del femminismo in musica. E ancora, il rapporto con le sue compagne di band (Tobi Vail, Kathi Wilcox e Johanna Fateman) le amicizie strette con Kurt Cobain e Ian MacKaye, l’incontro con Joan Jett e l’amore con Adam Horovitz dei Beastie Boys, la battaglia contro la malattia di Lyme e la sua visione – non esente da critiche – sul Riot Grrrl movement, fino agli anni più recenti e su come oggi continua a creare musica e arte.

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The Birthday Party, in arrivo un documentario

I Birthday Party sono stati una post-punk band australiana attiva tra il 1976 e il 1983. Inizialmente chiamati The Boys Next Door, hanno rappresentato gli inizi musicali ufficiali dell’allora esordiente frontman Nick Cave, in seguito diventato globalmente affermato e noto coi suoi Bad Seeds, mutando, nel corso dei decenni, la sua essenza da selvaggio e “apocalittico” live performer in raffinato cantautore e compositore. Ma, oltre a Cave, questo combo ha lanciato, come spesso accadeva (e accade ancora) dalla fucina del rock ‘n’ roll aussie, almeno altri due musicisti di tutto rispetto e di culto come il chitarrista/polistrumentista Mick Harvey e il compianto chitarrista/cantante Rowland S. Howard (purtroppo venuto a mancare nel 1999). Il regista Ian White ha deciso di raccontare la parabola musicale di questo gruppo in un documentario intitolato “Mutiny in Heaven: The Birthday Party“, già presentato al Melbourne International Film Festival e la cui uscita fisica nelle sale, al momento, è prevista in autunno solo in Australia e Stati Uniti, non si hanno informazioni precise riguardo a un suo arrivo anche in Italia. La pellicola, che può vantare tra i suoi produttori esecutivi il cineasta tedesco (nonché amico di lunga data di Cave) Wim Wenders, e supervisionato muscialmente da Mick Harvey, ripercorrerà il percorso della formazione, dalla sua nascita, a metà Seventies, tra i banchi i scuola a Melbourne (in cui si formò il nucleo originario composto da Cave, Harvey e dal batterista Phill Calvert, ai quali poi si aggiunsero Howard e il bassista Tracy Pew, scomparso nel 1986) al debutto con l’album “Door, Door” e trasferimento, nel 1979, in Inghilterra, a Londra (e conseguente cambio di moniker da Boys Next Door a Birthday Party, che pubblicarono l‘Lp d’esordio omonimo, nel pieno del fervore del movimento post-punk che andava diramandosi in varie direzioni, coi BP a percorrere i sentieri del gothic rock, sottogenere che li vide tra i principali pionieri) dove i nostri si fecero un nome e una reputazione grazie a teatrali, caotici e incendiari concerti (in cui spiccava la presenza scenica e il carisma cupo di “Re Inchiostro” Nick Cave) contraddistinti da autodistruzione e violenza anarcoide, e sempre in bilico tra genio artistico e uno stile di vita dissoluto, fino all’inevitabile disfacimento (avvenuto dopo aver fatto uscire gli album “Prayers on fire“, “Junkyard” e gli Ep “The Bad Seed” e “Mutiny“) dovuto a dissidi tra i membri della band, esasperati dall’abuso di droghe pesanti. Il tutto sarà sviscerato attraverso interviste ai membri del gruppo e l’ultilizzo di raro materiale d’archivio, brani inediti, animazioni e contenuti multimediali. Di seguito, ecco la locandina e il trailer ufficiale del docufilm.  

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Jim Jones All Stars, a settembre l’album di debutto. Condivisi i primi singoli

Jim Jones All Stars è l’ultima creatura nata dal genio creativo di Jim Jones, una delle punte di diamante della scena garage rock mondiale (Thee Hypnotics, Black Moses, Jim Jones Revue, Jim Jones and the Righteous Mind). Questo nuovo progetto fondato dal frontman britannico nel 2020, formato da ben nove elementi e reduce anche da una recente apparizione italiana (nell’edizione numero 29 del Festival Beat di Salsomaggiore Terme) ha annunciato, per il 29 settembre, la pubblicazione del suo debut album, che si intitolerà “Ain’t No Peril” e uscirà sulla label americana Ako-Lite Records. Il long playing è stato registrato nel 2022 negli Stati Uniti, ai Magnetic Studios di Memphis (Tennessee) insieme a Scott McEwen. Nell’attesa, sono stati condivisi tre estratti dal prossimo disco d’esordio, il singolo “Your arms will be the Heavens” e il 7″ “Gimme The Grease/I want you (any way I can)” che anticipano le coordinate sonore dell’Lp, che si richiamano al melting pot musicale che da sempre contraddistingue la città di Memphis, col risultato di una contaminazione del canonico garage rock energico di Jim Jones con atmosfere rhythm ‘n’ blues, gospel, funk e soul. Di seguito artwork, tracklist dell’album e streaming dei brani.   1. Devil’s Kiss 2. Gimme The Grease 3. It’s Your Voodoo Working 4. Your Arms Will Be The Heavens 5. I Want You (Any Way I Can) 6. Hot Sauce 7. Troglodyte 8. Chingón 9. You Got The Best Stink (I Ever Stunk) 10. Ain’t No Peril 11. Drink Me 12. Evil Eye

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Mondo Generator, a ottobre il nuovo album. Condiviso il primo singolo

I Mondo Generator, band fondata dall’ex bassista di Kyuss e Queens of the Stone Age (tra gli altri) Nick Oliveri, hanno annunciato l’arrivo di un nuovo disco, che si intitola “We stand against you” e sarà pubblicato il 13 ottobre sulla label Heavy Psych Sounds. Per il gruppo alternative/stoner/punk statunitense si tratta del settimo studio album ufficiale e arriva a tre anni di distanza da “Fuck it” e “Shooters Bible“, e a due dall’Lp dal vivo registrato al club Bronson di Ravenna, tutti usciti sempre sull’etichetta italiana Heavy Psych Sounds. Lo stesso frontman Oliveri ha dichiarato che “We stand against you” è un long playing energico e ruspante, caratterizzato da sentimenti ed emozioni forti, composto da nove canzoni ricolme di furore e rabbia: alcune riflettono i suoi pensieri personali, altre parlano di famiglia e di cari amici che muoiono e/o si suicidano, e altre, infine, trattano della sua esperienza avuta col coronavirus e i lockdown. E’ stato condiviso un primo assaggio estratto dal long playing, il brano “Death march“, e intanto l’ensemble prosegue nella sua tournée europea e italiana che, dopo le date di luglio a Prato, Genova e Trieste, ad agosto proseguirà con altre cinque date di seguito elencate: 13 agosto @ San Zenone degli Ezzelini (TV), Villa Albrizzi 16 agosto @ Cagliari, Cueva Rock 17 agosto @ Caramagna, Last one to die 18 agosto @ Ravenna, Hana-Bi 19 agosto @ Francavilla al Mare (CH), Frantic Fest Di seguito artwork, tracklist dell’album e streaming del singolo. 1. I Stand Against You / Blast Off! 2. Rubber Room 3. One Two Three Four 4. Unglued 5. Death March 6. Conspiracy (Fact Or Theory) 7. I Want Out 8. Sky Valley Meth 9. For A Day

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4AD ristampa gli album dei Lush

La label britannica 4AD ha annunciato una campagna di ristampe, prevista per l’11 agosto, che riguarderà la shoegaze/alternative band londinese Lush e, in particolare, gli album che il quartetto inglese ha pubblicato nel periodo in cui toccò il suo apice creativo, ossia gli anni Novanta. Si tratta dei dischi “Spooky” (1992), “Split” (1994) e “Lovelife” (1996) all’epoca già pubblicati dalla stessa etichetta, che ha incaricato il noto produttore Kevin Vanbergen di rimasterizzare il catalogo del gruppo (che si reggeva sul talento di Emma Anderson e Miki Berenyi e si era sciolto nel 1998 a causa del suicidio del batterista Chris Acland, per poi ritornare sulle scene nel 2015 per una breve reunion con Justin Welch alla batteria) lavorando sui nastri originari per migliorare il suono degli Lp, potenziandolo con nuovi masters a 24-bit. Già nel 2016, in occasione del Record Store Day, i tre long playing erano stati oggetto di un box set retrospettivo, dopo essere stati fuori catalogo dai Nineties in avanti, ma in questa occasione la riedizione tratterà i tre full length singolarmente, con “Spooky” e “Split” che conserveranno l’artwork originale, mentre “Lovelife” presenterà quello dell’edizione 2016 del box set. La reissue dei titoli sarà disponibile in formato vinilico, ma è in programma anche una futura versione in cd.

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Matador Records ristampa materiale dei Butthole Surfers

La indie label newyorchese Matador Records ha annunciato di avere in programma un’operazione di ristampe che riguarderà il catalogo della alternative/experimental rock band Butthole Surfers, in particolare quello della prima decade della loro stravagante e avanguardistica avventura sonora, partita dal ciclone dell’hardcore punk ma poi evolutasi in una iconoclasta e caotica sintesi tra noise rock, psichedelia, punk e dark humor, definendo una parabola dall’importanza spesso sottovalutata (che avrebbe raggiunto il picco con la partecipazione del combo alla prima edizione del noto festival itinerante Lollapalooza) e poi ampiamente rivalutata (tanto che si parla di un documentario, dedicato alla formazione di San Antonio, in programma per il 2024) col passare degli anni. Il gruppo texano, fondato nel 1981 dal chitarrista Paul Leary e dal frontman Gibby Haynes (e che recentemente ha registrato la dolorosa dipartita della sua ex batterista storica, Teresa “Nervosa” Taylor) sarà infatti oggetto di una campagna di reissues che andrà a trattare gli album più iconici della sua discografia (nonché seminali per lo sviluppo dell’alternative rock statunitense) ossia i primi quattro Lp del periodo Touch and Go: il full length d’esordio “Psychic… Powerless… Another Man’s Sac” del 1984, e poi “Rembrandt Pussyhorse” (1986), “Locust Abortion Technician” (1987), “Hairway To Steven” (1988) e “Piouhgd” (1991) quest’ultimo uscito originariamente su Rough Trade. In aggiunta ai long playing, saranno ristampati anche l’Ep “Widowermaker!“, la raccolta di rarità “Humpty Dumpty LSD” del 2002 e la compilation “Butthole Surfers + PCPPEP” (2002) che raccoglie l’Ep di debutto omonimo del 1983 e un disco dal vivo risalente al 1984. La pubblicazione di questi titoli, al momento, è solo in formato digitale, ma la Matador ha fatto sapere che in futuro sarà previsto anche il classico arrivo in formato fisico (e non è da escludere qualche altra chicca) e, nel frattempo, ha condiviso un assaggio dell’operazione postando sulle piattaforme di streaming musicale una selezione di brani intitolata: “Butthole Surfers 1984-1991: A Primer“.

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Slowdive, a settembre il nuovo album. In ascolto il primo singolo

A sei anni di distanza dall’ultima fatica discografica, l’album omonimo uscito nel 2017 (il primo dopo la reunion del 2014, a sua volta arrivato dopo diciannove anni di stand by) gli Slowdive torneranno a pubblicare un nuovo disco, che si intitola “Everything Is Alive” e sarà disponibile dall’1 settembre sulla label Dead Oceans.

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ZEKE, pubblicato un nuovo singolo

La label tedesca Hound Gawd! Records ha annunciato, con un comunicato promozionale, il comeback delle leggende dello speed rock, gli ZEKE di Seattle, che lo scorso weekend sono tornati a pubblicare nuovo materiale, precisamente un singolo 7″, che arriva a cinque anni distanza dall’ultima uscita discografica, l’album “Hellbender”.

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E’ morto Phil Marcade

Come un beffardo scherzo del destino, il 5 giugno, nel giorno del ventunesimo anniversario della scomparsa di Dee Dee Ramone, iconico bassista dei Ramones, un altro prime mover della scena della scena punk newyorchese ci ha lasciati. E’ scomparso a Parigi, infatti, Philippe Marcade, batterista e cantante. Aveva 68 anni ed era afflitto da un tumore al pancreas. La notizia è stata confermata sui social media. Cresciuto a Parigi, Marcade a diciassette anni emigrò negli Stati Uniti nel 1972 per un soggiorno che avrebbe dovuto essere breve, e invece si è trasformato in una incredibile avventura durata quarant’anni. Dopo aver vissuto a Boston, nel 1975 si spostò a New York, dove alloggiò anche al Chelsea Hotel, e alcuni amici organizzarono in suo onore una festa di benevenuto alla quale suonarono proprio i Ramones (alla loro terza esibizione dal vivo in assoluto) giusto in tempo per vedere nascere e sbocciare la nuova scena rock ‘n’ roll della Grande Mela, che si muoveva nell’underground di piccoli bar e locali come il CBGB. Phil vide in azione i gruppi di quella rivoluzione sonora (poi etichettata come “punk rock”) e strinse amicizia coi Blondie e con Johnny Thunders, che gli presentò il bassista Steve Shevlin, col quale Marcade fondò, nel 1976, la sua band, i Senders, con cui Phil iniziò come batterista, per poi diventare il cantante del gruppo, proponendo un rhythm ‘n’ blues velocizzato e suonato e cantato con veemenza, che ben si sposava coi ritmi rapidi e frenetici del nuovo rock ‘n’ roll, che infatti fece guadagnare ai Senders lo status di house band (non ufficiale) del Max’s Kansas City, uno dei locali newyorchesi che aveva abbracciato la nuova ondata di giovani formazioni R’N’R, e protagonista di eventi della vita notturna di NY in cui Philippe riusciva a intrattenere e creare un grande rapporto col pubblico con le sue innate doti di frontman e lead singer, riuscendo a farsi tanti amici grazie al suo spirito gregario e umile e al suo senso dell’umorismo. La passione per il blues contaminato dal rock ‘n’ roll ha accompagnato Marcade per tutta la sua vita, e che trovò spazio anche nei Backbones, band formata a metà anni Ottanta, ma finché si è esibito dal vivo (fino al 2017) e per tutta la sua esistenza, Phil ha avuto un’anima artistica che non si fermava solo alla musica, ma abbracciava anche la scrittura, la pittura, nel disegno e nella grafica, dando sfogo alla sua fervida inventiva. Per oltre dieci anni della sua vita ha abitato anche in Italia, a Bologna, insieme alla sua compagna. La sua movimentata storia è stata raccontata nel libro “Oltre l’Avenue D: Un punk a New York – 1972-1982“, edito da Agenzia X.

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NIGHT BEATS, a luglio il nuovo album. Ascolta il primo singolo

A distanza di due anni dall’ultimo studio album, “Outlaw R&B“, i garage-psych rockers statunitensi Night Beats tornano a pubblicare nuovo materiale. Si tratta del singolo “Hot Ghee“, canzone che funge da antipasto e apripista per il nuovo album del progetto di Danny Lee Blackwell (ormai unico titolare e membro fondatore attivo) previsto per il 14 luglio e intitolato “Rajan“, in uscita su Suicide Squeeze Records / Fuzz Club Records. A proposito dell’opening track, Blackwell ha spiegato che ha un significato simbolico, essendo il primo pezzo di un’opera il canovaccio che fa capire in quale direzione musicale può dirigersi un long playing, e utilizzando la metafora del burro ghee visto come un’offerta all’inizio delle cerimonie, e che viene usato nella cucina indiana come ingrediente da sciogliere per amalgamarsi alle altre pietanze e conferire più sapore ai piatti, così le atmosfere orientaleggianti di “Hot Ghee” vengono poste all’inizio di “Rajan” e fondono elementi di raro deep funk anatolico underground con l’R&B e il soul, amalgamandosi in una prospettiva sample-oriented (simile allo sfrigolio del burro che si scioglie cuocendo e sprigiona le sue essenze benefiche) dando vita a un sound armonioso e unico che porta la musica in nuove dimensioni e lascia correre libera l’immaginazione dell’ascoltatore. Il disco (di cui è possibile effettuare il pre-order qui) viene inoltre descritto come il risultato della filosofia artistica di Blackwell, frutto di tante ore di lavoro in studio per forgiare melodie accattivanti e ritmi ipnotici a metà strada tra sonorità spaghetti western e psych-pop, ma con un range musicale che spazia dal jazz al blues, dal soul al rocksteady (con un omaggio al recentemente scomparso Lee “Scratch” Perry) al tropicalismo brasiliano. Non è concepito come un concept album, ma c’è un filo conduttore che tiene unito il full length ed è dedicato alla ricerca della libertà, un sentimento tramandato nell’animo di Blackwell dall’amore e dal carattere di sua madre, che si è realizzato nella libertà musicale di poter fare ciò che vuole, avendo il completo controllo artistico su quanto suona e incide coi Night Beats. Di seguito artwork, tracklist dell’album e streaming del brano in formato videoclip (diretto da Chris Keller) . 1. Hot Ghee 2. Blue 3. Nightmare 4. Motion Picture 5. Anxious Mind 6. Thank You 7. Osaka 8. Dusty Jungle 9. Cautionary Tale 10. 9 To 5 11. Morocco Blues

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E’ morto Mark Stewart

Un altro lutto arriva a funestare questi primi mesi di 2023 in termini di perdite musicali. In queste ultime ore ci ha lasciati infatti, per cause ignote, anche il cantante, songwriter, artista e produttore inglese Mark Stewart. Aveva 62 anni e l’annuncio della sua scomparsa è stato dato dalla Mute Records ed è stato confermato sulla pagina della band di cui è stato il frontman e membro fondatore, The Pop Group. Nato a Bristol il 10 agosto 1960, Mark a soli diciassette anni iniziò il suo percorso musicale nel pieno del ciclone musicale, etico e concettuale del punk rock , in quel 1977 che vide la nascita del Pop Group, una delle band pionieristiche di quel movimento che l’anno successivo sarebbe stato ribattezzato “post-punk”, del quale avrebbe pubblicato una delle sue pietre miliari, ovvero l’album d’esordio “Y” nel 1979, folgorante opera d’avanguardia sperimentale che contaminava l’energia del punk rock primordiale con uno spirito “tribalista” e altri generi/mondi sonori come dub, reggae, free jazz e il funk, dando al proprio sound un tocco sfuggente a precise classificazioni, originale e differente dalle altre band del periodo (pur presentando affinità sonore con le Slits e qualche punto in comune coi Public Image Ltd, oltre a essere in linea con quanto stava accadendo nella New York underground della No wave) per certi versi anche più estremo e disturbante rispetto agli stilemi del primo punk inglese, sia a livello musicale sia a livello di integrità morale e consapevolezza politica (convintamente ribelle, lucido osservatore dei mali della società odierna, antinuclearista e antirazzista), influenzando musicisti suoi contemporanei come Nick Cave. Dopo la pubblicazione di un secondo album, “For how much longer do we tolerate mass murder?“, la band si sciolse nel 1981. Stewart proseguì la sua parabola artistica (e di agitatore culturale) unendosi al collettivo dub/reggae New Age Steppers insieme ad Ari-Up e ad Adrian Sherwood, collaborando con l’etichetta On-U Sound (label gestita dallo stesso Sherwood, con cui incise nel 1983 l’album socialmente impegnato “Learning to Cope With Cowardice“) che lo supportò nel suo attivismo politico e nei suoi progetti musicali che sperimentavano con le nascenti scene industrial e hip hop, risultando, con i suoi collage sonori e l’iconoclasta commistione tra generi, tra i pionieri anche della scena trip-hop che si sarebbe sviluppata a Bristol agli inizi degli anni Novanta. Nel 1985 registrò il disco “As the Veneer of Democracy Starts to Fade” e continuano nei decenni seguenti, concludendo la sua discografia nel 2012 con l’Lp “The politics of envy“. Nel 2010 riformò il Pop Group per una serie di concerti, alle quali seguirono due dischi in studio, “Citizen Zombie” e “Honeymoon on Mars“. Ha annoverato, tra le sue collaborazioni, Trent Reznor, Massive Attack, Tricky, Primal Scream e altri.  

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RSD 2023, ecco le uscite più interessanti

Il 22 aprile si celebra, a livello internazionale, il “Record Store Day“, che è la giornata mondiale della salvaguardia dei negozi di dischi indipendenti, quest’anno giunta alla sedicesima edizione. L’evento è stato concepito negli Stati Uniti, nel 2007, dall’iniziativa di un impiegato di un negozio indipendente di dischi, Chris Brown, e la peculiarità (nonché scopo principale) del “Record Store Day” è quella di celebrare gli oltre 700 negozi di dischi indipendenti esistenti (e resistenti alle logiche di consumismo esasperato e usa-e-getta proprie della mentalità mainstream dei grandi megastores e della musica liquida digitale) negli Stati Uniti d’America, ma anche le centinaia di migliaia di negozi di dischi indipendenti sparsi in tutto il mondo. La “tradizione” del Record Store Day (al netto di qualche contraddizione, a livello di sponsor ufficiali dell’evento) vuole che in questa giornata speciale (che suole sempre ricadere nel mese di aprile) siano pubblicati tanti prodotti musicali speciali, riedizioni e ristampe ormai introvabili, chicche particolari promozionali create per l’occasione (e valide per un solo giorno, cioè quello del “Record Store Day”) e che vi siano musicisti che promuovono la giornata dei negozi di dischi indipendenti (in veste di “ambasciatori ufficiali”) e anche artisti che partecipano attivamente all’evento, facendo apparizioni speciali, performance inedite e incontri con i fan e con gli appassionati di musica nei negozi. Ovviamente il consiglio che sentiamo di rivolgervi è proprio quello di invogliarvi a frequentare e supportare i negozi di dischi delle vostre città, meglio ancora se sono negozi di dischi indipendenti e aderiscono alla giornata del “Record Store Day”. Vi consigliamo di frequentare i piccoli negozi di dischi indipendenti (ovviamente anche negli altri 364 giorni dell’anno, quando vi capita di fare un salto) perché nelle piccole realtà non asservite alla mentalità consumistica da centro commerciale è possibile respirare ancora un ambiente genuino, perché nei piccoli negozi di dischi esiste ancora il calore del contatto umano, il negoziante spesso può diventare amico del cliente, vi consiglia sui dischi e sulle scelte musicali più opportune per voi, vi fa appassionare e scoprire nuovi mondi culturali, sia sonici che visivi. Nei piccoli negozi di dischi indipendenti sembra di essere in un mondo a parte, e chi è un vero appassionato di musica sa di cosa parliamo: lo spulciare tra i vinili, i cd, gli accessori musicali e il merchandising, le ore trascorse a passare in rassegna i dischi, quel bisogno, quasi feticistico, di stare a contatto con l’oggetto fisico, sentirne l’odore, ma anche l’opportunità di conoscere nuove persone appassionate di musica e iniziare interminabili discussioni sulle band, sui concerti, sui dischi ecc. ecc. ; far nascere nuove amicizie reali, e altre belle cose che si possono vivere solo in un vero negozio di dischi, che magari non sarà comodo come l’avere a disposizione milioni di canzoni in file mp3 da scaricare (su internet, ma volete mettere una bella collezione di vinili con una collezione di file audio sul computer di casa?) nella propria cameretta, ma a livello di fascino e vita sociale è imbattibile. Support your little local record store! E ora diamo insieme un’occhiata (in ordine alfabetico) alle uscite, a nostro parere, degne di essere segnalate in questa nuova edizione dell’RSD.   1) THE ADICTS – “FIFTH OVERTURE” Iniziamo con i veterani glam-punkers inglesi Adicts, dei quali verrà ristampato il quarto album ufficiale, “Fifth Overture“, uscito orginariamente nel 1986, oggi ristampato, in occasione del Record Store Day, su Fallout Records/Jungle Records, in edizione limitata a duemila copie in vinile giallo, corredata da nuova busta interna e inedite foto a colori. 2) AGNOSTIC FRONT – “UNITED BLOOD L.P. (THE EXTENDED SESSIONS)” Ristampa del fondamentale 7″ Ep d’esordio dei newyorchesi Agnostic Front, uno dei primi manifesti della scena NYC hardcore, uscito nel 1983, e oggi ampliato in un 12″ Lp con versioni inedite di classici e primissime registrazioni della band (disponibile in tremila copie registrate in 45 RPM) ed esce su Bridge Nine Records. 3) COME – “GENTLY DOWN THE STREAM” Ristampa dell’ultimo studio album ufficiale dei Come, band indie/alternative di Boston che si caratterizzava per la sua dissonante mescolanza di generi (blues e noise rock imperniati su un songwriting fatto di melodie e intricati passaggi di chitarre) e vedeva nella line up Thalia Zedek e Chris Brokaw dei Codeine. “Gently down the stream” è uscito originariamente nel 1998, e oggi la Fire Records lo ripubblica con il codice per il download e nuove note di copertina. 4) DENIZ TEK BAND – “THEN AND NOW” In occasione del Record Store Day verrà rilasciato un nuovo singolo dalla band di Deniz Tek, veterano chitarrista e membro fondatore dei Radio Birdman, che tramite Wild Honey Records darà alla luce il 7″ (disponibile in sole 500 copie) coi brani “Then and now” e “You cry”. Il quartetto vede anche la presenza alla batteria di Keith Streng dei Fleshtones e della moglie del frontman Deniz Tek, Anne alla chitarra.   5) THE DONNAS – “EARLY SINGLES 1995-1999” Raccolta realizzata dalla Real Gone Music (disponibile in sole 1500 copie) dedicata alla (ex) all female rock ‘n’ roll band californiana Donnas, e in collaborazione con essa, per una inedita retrospettiva che assembla il materiale del loro primissimo repertorio, con quattordici brani (tra cui diverse cover) non presenti sugli album ufficiali. Lp rimasterizzato da Mike Milchner disponibile in duemila copie (stampate su vinile color oro metallico) che conterranno foto rare, memorabilia e note di copertina curate dalle quattro musiciste. 6) FRANKIE AND THE WITCH FINGERS – “ZAM” Ritorno in stampa per il quinto (doppio) album ufficiale dei garage/psych rockers losangelini Frankie and the Witch Fingers, “ZAM“, originariamente uscito nel 2019 e andato subito fuori catalogo.  In occasione del “Record Store Day” sarà ristampato in doppio Lp con nuovo artwork, un poster a due lati a colori 24″” x 24″” e un 7″ bonus flexi disc contenente un demo inedito. La label che distribuirà il full length in 2700 copie è Greenway Records. 7) GENERATION X – “GENERATION X” Ristampa in edizione limitata dell’album di debutto omonimo dei Generation X, uno dei dischi più noti e iconici della prima ondata del punk inglese, uscito nel 1978 su Chrysalis Records, la stessa etichetta che oggi ne ripropone la pubblicazione. 8) GIANT SAND – “CENTER OF THE UNIVERSE” Importante reissue, da parte della Fire Records, per il classico “Center of the universe“, album pubblicato nel 1992 della alternative band statunitense Giant Sand, riproposto in doppio Lp, col secondo disco contenente una inedita performance registrata al festival Vermonstrous nel 1992. Nuove note di copertina curate da Howe Gelb.   9) HALF JAPANESE – “THE BAND THAT WOULD BE KING” Sempre la Fire Records curerà la ristampa di un altro seminale album indie/alternative rock, “The band that would be king” degli art punkers del Maryland Half Japanese. Disponibile in edizione limitata, in sole mille copie, in vinile color arancio, nuovo artwork e note di copertina curate da Jad Fair e dal produttore Kramer.   10) HEROIN – “DISCOGRAPHY” Raccolta completa dell’intera discografia dell’emo hardcore band californiana Heroin, attiva negli anni Novanta. La Southern Lord Recordings ha ristampato, in 1600 copie in doppio vinile, tutto il materiale registrato dal gruppo e il packaging contiene una fanzine con molte foto e note di copertina scritte da Sonny Kay. 11) PERE UBU – “RAYGUN SUITCASE” Ancora Fire Records protagonista di un’altra reissue, quella del disco “Raygun Suitcase” dei fondamentali post-punkers statunitensi Pere Ubu, qui omaggiati con la riedizione di un album originariamente uscito nel 1995, e in occasione dell’RSD, per la prima volta disponibile in formato vinilico, stampato in edizione limitata a mille copie in vinile bianco e con nuovo artwork. 12) PIXIES – “DEMOS” Riedizione, su Cooking Vinyl, delle canzoni registrate, sotto forma di demo, dalla seminale indie/alt. rock band americana Pixies nel marzo 1987 e sono state poi incluse in quelli che sono diventati noti come “Purple Tapes”. Oggi ritorna in formato Ep 10″ in edizione limitata stampato su vinile viola, con rivestimento interno decorato. 13) RAMONES – “PLEASANT DREAMS (THE NEW YORK MIXES)” I Ramones sono ormai un habitué del Record Store Day, e anche all’appuntamento di quest’anno saranno presenti con questa particolare riedizione di “Pleasant Dreams“, sesto studio album ufficiale della punk rock band newyorchese, uscito nel 1981, qui riproposto secondo la versione dei mix originari del produttore del disco, Graham Gouldman, più tre inediti provenienti dalle sessioni di registrazione e non inclusi all’epoca nell’album. Disponibile in 7500 copie vinile giallo e con nuovo artwork. 14) THE SISTERS OF MERCY – “THE REPTILE HOUSE E.P.” In occasione del quarantesimo anniversario della sua uscita, viene ristampato l’influente Ep “The Reptile House“, mini-album inciso dai paladini del gothic rock, i Sisters of Mercy, nel 1983 e da allora fuori dai cataloghi. Registrato dalla line up originale della band, guidata dal frontman Andrew Eldritch (e Craig Adams al basso, Gary Marx e Ben Gunn alle chitarre e Doktor Avalanche alle batterie) oggi viene riproposto in edizione limitata a 4500 copie in vinile color grigio fumo e un poster interno. 15) THE SLITS – “(ROUGH) CUT” Durante le ricerche per una versione

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