Faccio outing, sperando che non troppi di voi mi odieranno dopo tale dichiarazione: non apprezzo Jodorowsky, né come regista, ancor meno come saggista psicomagico e menate del genere. Se fosse qui vicino a me gli direi che a me Dune di Lynch mi è piaciuto un casino, checché ne abbia detto lui, all’epoca, con aria di sufficienza. Tuttavia, oggi parlerò bene del personaggio cileno in questione. Sì, perché è innegabile il suo spessore nella nona arte, il fumetto.
Una delle espressioni più alte dello Jodorowsky autore di fumetti è senza dubbio la serie de L’Incal, nella quale viene coadiuvato da uno dei nomi più grossi del fumetto internazionale, Jean Giraud, in arte Moebius.
Le storie de L’Incal furono originariamente pubblicate sulla grandiosa rivista francese Métal Hurlant, con il titolo Une aventure de John Difool, tra il 1981 e il 1988. Furono poi ristampate una decina d’anni dopo in sei volumi.
Il protagonista, John Difool, è un detective di classe R che si muove in un mondo forse del futuro (sicuramente futuristico), in cui vivono diverse razze oltre quella umana e in cui esistono oggetti, riti magici e luoghi capaci di sovvertire le normali regole della fisica. Durante una delle sue fughe di routine, John si ritrova a possedere uno di questi oggetti dai poteri incredibili. Questo sarà l’inizio dei suoi guai e di un’avventura meravigliosa che John condividerà con una sottospecie di uccello intelligente, chiamato Deepo, e con altri personaggi.
La lunga sequenza del primo dei sei volumi è un inno al fumetto. La storia inizia in medias res, con Difool che viene lanciato da Suicide Avenue, giù lungo i livelli della metropoli che termineranno nell’oceano d’acido. Nel giro di qualche tavola, il lettore è catapultato nel mondo depravato creato da Jodorowsky, governato da un Impero un po’ troppo invadente e allo stesso tempo pedantemente telecomunicativo. E questa è solo la dichiarazione d’intenti. Le possibilità e i mondi che si dipaneranno subito dopo, colpo su colpo, con un ritmo serrato, hanno il merito di lasciare senza fiato fino al climax finale.
Inutile parlare dello spessore del tratto di Moebius, totalmente a suo agio nelle ambientazioni surreali. D’altronde è pur vero che solo l’anno prima dell’uscita del primo capitolo de L’incal, il disegnatore francese aveva portato a termine una delle più strabilianti opere fumettistiche mai inchiostrate. Sto parlando del Garage Ermetico di Jerry Cornelius, in cui epica, surreale e fantascienza si mescolano in un unico, monolitico quanto sfaccettato, trip disegnato.
Un sacco di personaggi, abbiamo detto, molti dei quali piuttosto sfaccettati e con storie intrecciate tra loro. Sembra quasi che ci sia un ordine teleologico all’interno del narrato. Tuttavia questa idea viene somministrata senza alcuna forzatura nella sceneggiatura, di per sé elastica e possibilista nell’idea stessa di un oggetto dai mille poteri. Uno dei personaggi più interessanti del gruppo è senza dubbio il meta barone, un formidabile quanto invincibile guerriero. Al suo gruppo Jodorowsky dedicherà una serie chiamata La casta dei Meta-Baroni per i disegni di Juan Gimenez.
In Italia la serie è stata ristampata da Totem Comics nella Collana Umanoidi (credo negli anni ’90). Di recente (2008), le Edizioni BD l’hanno raccolta in un unico volume e hanno avuto la cattiva idea di ritoccarne digitalmente i colori, appiattendo, a mio parere, il tratto di Moebius. In ogni caso, qualsiasi edizione vi doveste trovare difronte, acquistatela senza indugio. Potrebbe contenere poteri inimmaginabili.
3 risposte
Ma che bella recensione! ?
Ahah! Tu non mi odi per aver buttato un po’ di cacca addosso a Jodorowsky?
il fumetto è bellissimo, molto colorato.. mi piace