È un momento di stanca per il power metal europeo, specialmente per quello che si rifà alle sonorità di stampo tedesco, con le top band del genere che negli ultimi anni non sono riuscite a ripetere i fasti del decennio che va dalla metà degli anni novanta all’inizio del nuovo millennio, immettendo sul mercato album buoni ma nulla più.
Ed è’ per questo che un album come l’ultimo dei Persuader acquista ancor più valore, forte di un songwriting di alto livello che non ho più riscontrato negli ultimi lavori delle band più importanti del genere.
Intanto, pur rifacendosi al power tedesco, il combo è svedese ed è al quarto album, che arriva in questo inizio 2014 dopo otto anni dal precedente “When Eden Burns”, durante i quali i musicisti della band non sono stati con le mani in mano collaborando in altri progetti che hanno visto, tra gli altri, la partecipazione di Jens Carlsson e Emil Norberg nell’album dei Savage Circus, insieme a Thomen Stauch (ex-Blind Guardian) e Piet Sielck (Iron Savior).
I ragazzi svedesi calano un poker d’assi e sbancano il tavolo con un album magnifico, nel quale le affinità con i Blind Guardian, date sopratutto dal tono del singer, simile (non uguale, attenzione) a quello di Hansi Kursch, salvo poi andare oltre con growl rimarchevoli, si stemperano in ritmiche di stampo thrash e in cori squisitamente epici, tali da far impallidire tutti quei gruppetti symphonic power, belli, bravi, ma spesso freddi come le terre raccontate nei loro album.
L’album, partendo da una base power, si sviluppa in territori speed (e qui è d’obbligo una lode alla sezione ritmica, sempre sul pezzo) per arrivare a scalare le montagne dove regna il death metal melodico; le rasoiate chitarristiche impreziosiscono le song, squartando il sound come katane il ventre dei samurai, il tutto accompagnato dalla grande prova del vocalist.
War, The Fiction Maze, InSect, Son Of Sodom, Worlds Collide, sono solo esempi di come questo album sia stato pensato,suonato e registrato con la consapevolezza, da parte del gruppo, di avere tra le mani una vera bomba sonora.
Non esagero dicendo che, se darete più di un ascolto al lavoro, troverete tra i solchi del disco riferimenti a Blind Guardian, In Flames, Iced Earth, Grave Digger e addirittura Angel Dust: se il power metal del 2014 riparte da qui, bè, allora tornerà senz’altro più in forma che mai.
Intanto, pur rifacendosi al power tedesco, il combo è svedese ed è al quarto album, che arriva in questo inizio 2014 dopo otto anni dal precedente “When Eden Burns”, durante i quali i musicisti della band non sono stati con le mani in mano collaborando in altri progetti che hanno visto, tra gli altri, la partecipazione di Jens Carlsson e Emil Norberg nell’album dei Savage Circus, insieme a Thomen Stauch (ex-Blind Guardian) e Piet Sielck (Iron Savior).
I ragazzi svedesi calano un poker d’assi e sbancano il tavolo con un album magnifico, nel quale le affinità con i Blind Guardian, date sopratutto dal tono del singer, simile (non uguale, attenzione) a quello di Hansi Kursch, salvo poi andare oltre con growl rimarchevoli, si stemperano in ritmiche di stampo thrash e in cori squisitamente epici, tali da far impallidire tutti quei gruppetti symphonic power, belli, bravi, ma spesso freddi come le terre raccontate nei loro album.
L’album, partendo da una base power, si sviluppa in territori speed (e qui è d’obbligo una lode alla sezione ritmica, sempre sul pezzo) per arrivare a scalare le montagne dove regna il death metal melodico; le rasoiate chitarristiche impreziosiscono le song, squartando il sound come katane il ventre dei samurai, il tutto accompagnato dalla grande prova del vocalist.
War, The Fiction Maze, InSect, Son Of Sodom, Worlds Collide, sono solo esempi di come questo album sia stato pensato,suonato e registrato con la consapevolezza, da parte del gruppo, di avere tra le mani una vera bomba sonora.
Non esagero dicendo che, se darete più di un ascolto al lavoro, troverete tra i solchi del disco riferimenti a Blind Guardian, In Flames, Iced Earth, Grave Digger e addirittura Angel Dust: se il power metal del 2014 riparte da qui, bè, allora tornerà senz’altro più in forma che mai.
Tracklist:
1. One Lifetime
2. War
3. The Fiction Maze
4. Deep in the Dark
5. InSect
6. Son of Sodom
7. Sent to the Grave
8. Heathen
9. Dagon Rising
10. Worlds Collide
11. Falling Faster
Line-up:
Jens Carlsson – Vocals
Emil Norberg – Guitars
Daniel Sundbom – Vocals
Fredrick Hedstrom – Bass
Efraim Juntunen – Drums
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