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Recensioni Rock

Il rock, o musica rock, è un genere della popular music sviluppatosi negli Stati Uniti e nel Regno Unito nel corso degli anni cinquanta e sessanta del Novecento.

DION LUNADON – SYSTEMS EDGE

Terzo album solista per il polistrumentista Dion Palmer, meglio noto come Dion Lunadon, ex membro dei noise rockers A Place To Bury Strangers (dal 2010 al 2020, ma aveva già pubblicato l’Lp di debutto in proprio nel 2017, quando era ancora attivo anche nella band newyorkese) e oggi completamente immerso nel suo progetto dalle chiare e ruspanti connotazioni rock ‘n’ roll. Il frontman neozelandese, ritratto sulla copertina del disco con la sua chitarra suonata da una catena a mo’ di plettro (o forse intento anche a “spezzare le catene” della musicademmmmerda?) firma la sua terza fatica discografica sulla lunga distanza, “Systems Edge“, uscito a metà novembre e arrivato a un solo anno di distanza dal precedente “Beyond Everything“, entrambi usciti su In The Red Records (e tra l’altro pare che un certo Henry Rollins sia rimasto stregato dall’ascolto della prima versione di BY al punto da suggerire alla stessa In The Red di pubblicare il full length). Composto (prevalentemente durante il periodo pandemico) suonato, registrato e mixato dallo stesso Dion, e portato in giro per l’Europa con un tour che, recentemente, ha toccato anche l’Italia, “Systems Edge” condensa, in poco più di mezz’ora, tutte le esperienze musicali avute dal classe 1976 di Auckland (ma trapiantato a New York) tra il passato garage rock/punk in Nuova Zelanda (Flying Nun Records, The D4, Nothing At All) che riaffiora nel punk rock scorticato di brani come “Shockwave“, l’opener “Secrets” e in “Rocks on“, marciume a là Jon Spencer (in “I Walk Away” e “Diamond sea“) e il riverbero oscuro del suo recente presente remoto con gli APTBS, soprattutto nei sette minuti di feedback e dissonanze del lancinante noise-blues di “Room with no view” che chiude l’album. Nel mezzo, c’è spazio per il power pop anfetaminizzato di “I don’t mind“, il Downtown NY (indie) rock di “Nikki“, il lo-fi che strizza(va) l’occhio a Ty Segall e Jay Reatard in “Grind me down” e un feeling generale di sporcizia R’N’R che puzza di Stooges, Scientists, cataloghi di Crypt Records, Estrus Records e altre cose belle (cioè lerce). Un rocker scapestrato e un album che di sicuro non troverete nelle classifiche di ascolto (falsificate dagli stream comprati) sulle piattaforme musicali più cool dell’internet, perciò armatevi – metaforicamente – di catene (e dindini, possibilmente) per sbatterle sul muso delle solite popstar ultramilionarie e dei/delle disagiati/e dell’autotune (e delle migliaia di pecoroni che li seguono, altro emblema dell’involuzione antropologica culturale che sta flagellando il mondo intero) e supportate concretamente le realtà indipendenti. TRACKLIST 1. Secrets 2. Nikki 3. Diamond Sea 4. I Walk Away 5. Rocks On 6. Shockwave 7. Grind Me Down 8. Straight Down The Middle 9. I Don’t Mind 10. Room With No View

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I Cervelli della Nasa - Rimbamba

I Cervelli della Nasa – Rimbamba

La band si cimenta in un surf strumentale a tratti legato alla tradizione del genere, ma che non disdegna panorami futuribili, panorami che rendono il loro suono personale e affrancato dagli stilemi, spesso troppo rigidi, di un sound che io comunque adoro.

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Meghistos – The reasons – Buil2Kill Records

La sensibilità musicale di Meghistos è profonda e scandaglia alcuni posti dove è meglio che non vada chi ama la luce e la bontà, invece chi apprezza il male e il death metal non ha altro da fare che bussare al portone della copertina.

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Le Muffe - You Fly Away / Bif 7"

Le Muffe You Fly Away / Bif 7″

Le Muffe You Fly Away: Lo fanno con questo 7″ che esce sotto l’egida di Area Pirata, un’etichetta che si conferma, al solito, costantemente “sul pezzo”.

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So Fuckin’ Confused – Cuenzo Cafè

Se vi manca il suono degli anni migliori Epitaph/Fat Wreck con una punta di colore(e calore) nostrano, correte a spararvi gli SFC a volume smodato!!! So Fuckin’ Confused – Cuenzo Cafè deve essere vostro.

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