Tornano a sfornare nuovo materiale, stavolta in formato 7″, i paladini della scena high energy rock ‘n’ roll scandinava Hellacopters, a due anni di distanza dall’ultimo studio album, “Eyes of oblivion“, disco che aveva segnato il comeback ufficiale dopo diversi anni di pause, reunion e lutti, lungo un percorso che proprio nel 2024 raggiunge l’invidiabile traguardo dei trenta anni. Il quintetto svedese (Nicke Andersson alla voce e chitarra; Dregen alla chitarra e cori; Dolf de Borst al basso e cori; Robert Eriksson alla batteria e cori; Anders “Boba” Lindström alle tastiere) che già si era divertito a fare uscire un Ep di quattro cover, “Through the eyes of The Hellacopters” (bonus tracks originariamente presenti solo sull’edizione in doppio cd dell’ultimo long playing) e nel febbraio di quest’anno ha ristampato l’Lp del 1999 “Grande Rock” (in versione sia originale, sia rivisitata e rimixata) ha rilasciato in formato digitale (mentre quello fisico è previsto dal 18 giugno in avanti, su Lightning Records) un nuovo singolo, “Stay with you“, a cui fa da contraltare, come lato B, la cover di un classico dei primi Cure, “Fire in Cairo“. Registrata, missata e masterizzata nella loro natia Stoccolma, e prodotto dallo stesso Nicke Andersson, “Stay with you” – stando a quanto raccontato dal suddetto membro fondatore del combo – è una canzone realizzata nel bel mezzo della lavorazione del gruppo al suo nuovo – e nono – album (di cui non si conosce ancora la data di pubblicazione) ed era stata inizialmente concepita per essere inclusa nel futuro lavoro sulla lunga distanza, ma il gruppo è rimasto così soddisfatto del risultato finale da decidere di realizzarla come singolo standalone, ricalcando un po’ il modus operandi dei Beatles. Il pezzo non si discosta molto dalle sonorità di “Eyes of oblivion“, ricalcando il mood di quel full length, a tratti arrivando a sembrare quasi una cugina di “Reap a hurricane” (il singolo di lancio del loro ultimo album) introdotta da una tastiera saltellante che apre la strada a una sferragliante cavalcata rock ‘n’ roll (in linea col trademark della band) in cui un efficace bridge sfocia in un ritornello a presa rapida che resta ben impresso nella memoria e prende velocità come un treno in corsa, con una accelerazione finale che può ricordare le atmosfere incendiarie di “City Slang” della Rendezvous Band di Fred “Sonic” Smith (una canzone, tra l’altro, già coverizzata anche dagli scandinavi in passato). Un brano che conquista al primo ascolto e che invoglia il ditino a pigiare spesso il tasto play per farlo risuonare. La b-side riguarda la reinterpretazione di un evergreen del post-punk e della dark music tutta che non ha certo bisogno di tante presentazioni, e l’ensemble riesce nell’intento di energizzarlo senza snaturarne l’essenza e restando fedele all’originale. Se queste sono le premesse, è lecito aspettarsi un altro grande R’N’R record dai ragazzacci stoccolmesi. The Hella-fucking-copters are coming back!