Faz Waltz Rave A-Comin’ / Jackal Hop 7″
Continua il percorso a ritroso dei Faz Waltz: percorso in cui, la ormai ultra decennale band canturina, scandaglia la storia del rock’n’roll.
La storia di In Your Eyes ezine nasce dall’ acquisto del sette pollici non poteva non esistere una sezione per questo oggetto di culto e non solo.
Fate girare i vs 7″.
Continua il percorso a ritroso dei Faz Waltz: percorso in cui, la ormai ultra decennale band canturina, scandaglia la storia del rock’n’roll.
Le Muffe You Fly Away: Lo fanno con questo 7″ che esce sotto l’egida di Area Pirata, un’etichetta che si conferma, al solito, costantemente “sul pezzo”.
Il singolo è un’occasione per celebrare due band fondamentali per la storia del punk italiano, e rappresenta un esempio di come la musica possa essere un potente strumento di comunicazione e di cambiamento.
Quando penso ad un Maharaja non mi viene in mente un sovrano indiano, ma Jinder Mahal, wrestler in auge qualche anno fa che, con poca modestia, soleva farsi definire the Modern Day Maharaja e mi pare che in fondo, il mondo del wrestling – ancor di più quello della lucha libre – e quello del rock’n’roll abbiano sempre avuto un forte legame: troppo sopra le righe e magnificamente baracconesco , una sorta di circo Barnum, quello che noi da bambini chiamavamo “catch”, per non affascinare vaste schiere di (garage) punkers. Direi però, che la band Les Maharajas, oggetto di queste mie righe, non abbia fatto il mio stesso ragionamento per scegliere il proprio nome, fosse solo perché si sono formati prima che il succitato lottatore calcasse le scene, ma non fa nulla… ogni scusa mi par buona per aprire le mie recensioni con romantiche, spesso ardite, elucubrazioni. Ok, ho capito, passiamo alle due canzoni che compaiono in questo singolo fresco fresco, edito dalla benemerita Rogue Records. Sul lato A trova posto Talkin’ to the Man un pezzo di puro glam-rock ben costruito e assi ben suonato. Si gira facciata e con (Let’s) Play House i ritmi si alzano un pochino finendo per lambire territori pub-rock pre settantasettini; anche in questo caso il brano risulta assai frizzante, dimostrando una verve che non tutti i gruppi posseggono. I Maharajas fanno parte, a pieno titolo, della grande scuola scandinava che, partendo dal garage revival e passando per l’high energy rock’n’roll, ha fatto della terra di Bjorn Borg un’ eccellenza mondiale di suoni che amiamo e sempre ameremo. Ah, Jinder Mahal in realtà è canadese; adoro il wrestling ed il rock’n’roll, sono due grandi truffe che aiutano a tenerci giovani. Les Maharajas Talkin’ To The Man by The Maharajas Tracklist: 1. Talkin’ To The Man 03:20 2. (Let’s) Play House 02:35
Gli spagnoli, dal punto di vista strettamente musicale, soffrono di una gran brutta tara derivante dal fatto che, da più di un decennio, la maggior parte dei tormentoni estivi e non solo vengano prodotti e cantati nel loro idioma.
Mad Rollers fanno glam, un genere che in fondo non consente grandi svolazzi creativi, ma che invece incontra da sempre il mio incondizionato favore.
Per loro fortuna queste caratteristiche non mancano a Lisa e i suoi Liars che, nei tre pezzi che compongono questo sfizioso singolo, danno sfoggio di quella fantasia che necessita per confrontarsi con dei veri e propri classicissimi.
Come dicevano nel loro esordio del 1988 “Gli Avvoltoi sono qua” e da allora ritualmente ci propongono notizie che non fanno che dimostrare quanto verve e classe siano rimaste pressoché immutate.
questi Poppermost dei quali vado a parlarvi sottolinenando come siano stati capaci, nel 2023, di realizzare con i quattro brani di questo ep, il singolo dell’estate 1966, senza essere anacronistici, non per me, e anzi beccandosi ben ottantasette punti stima.
The Baron Four tornano a riempire di belle vibrazioni i nostri padiglioni auricolari con questo nuovo 7′ edito dalla sempre più benemerita Rogue Records.
The Rellies : adoro questo gruppo di fanciulli, suonano semplice e sghembo come piace a me e, a quanto pare, non sono l’unico giacché questo singolo viene licenziato da un’etichetta stravirtuosa come la Damaged Gods.
Quella dei Les Thanes è musica che non morirà mai, il cui spirito teen resta invariato a prescindere dall’ età di chi la suoni.