Sinceramente, davanti ad artisti come questo, mi sento davvero piccolo, ma proprio piccolo, un puntino nel nulla. Perché davanti a personaggi come Marc Carroll ci si sente davvero così.
La forza delle parole, l’energia delle sue canzoni, potrebbero davvero conquistare il mondo, con alla base quella semplice parola che è LOVE. Dico potrebbero, perché, come scrive lui, sta a noi mettere in pratica la nostra forza, la forza dell’amore, il potere della gente, quella semplice e umile, contro il potere di chi ci governa, di chi ci comanda, perché il mondo non è loro, il mondo è di tutti noi…
Struggente, commovente e vero, è quello che viene fuori da questo suo 7° capolavoro, Love Is All Or Love Is Not At All (séguito al già acclamato Stone Beads And Silver uscito nel 2013), che riprende quel filo mai spezzato dei songwriters, quei portatori di pace che non hanno mai smesso e che non smettono mai di gridare, di lottare in nome della pace e dell’amore.
Ammirato da Brian Wilson, Bob Mould, David Crosby, Marc, che vive a Los Angeles da 10 anni, è un 43enne irlandese che, come gli U2, i The Frank and Walters, o i The Pogues, della pace ne hanno fatto la loro bandiera in alcune loro canzoni. E lui continua in questo percorso.
Ora ci riprova con questo nuovo lavoro dopo che non ha ancora avuto il successo meritato (colpa del flop delle etichette precedenti con cui ha collaborato). Le sue canzoni sono a volte intimiste, a volte piene di rabbia, o tristi e malinconiche, ma hanno comunque quella voglia di riscatto che ci aiutano a riflettere.
La ‘title-track’ che è stata scritta assieme a Penny Rimbaud dei Crass, si chiede se l’amore è tutto o affatto, Ball and Chain, singolo trainante con relativo video straziante, è un tributo a Gaza, ma lo possiamo attribuire a qualsiasi guerra o strage presente nel mondo.
Con un energico ritmo chitarristico, è una dichiarazione politica sullo sfacelo del mondo, su ciò che accade oggi: La speranza che la gente abbia il potere di trovare soluzioni oltre l’odio e l’abuso di potere, dice. E poi: “Non viviamo tutti sotto lo stesso sole?” canta.
Prodotto da Carroll e Graham Sutton (Bark Psychosis – These New Puritans), per tutto il resto dell’album le canzoni scivolano via tra Folk, Jangle Pop, Bob Dylan e Neil Young, e vantano la collaborazione di Noel Langley (Bill Fay), di Jody Stephens (Big Star) alla batteria in Lost and Lonely, di Pete Thomas (The Attractions) alla batteria in Ball And Chain e Catalina In The Distance, e le tastiere di Bo Koster (My Morning Jacket).
In Your Ghost Marc si ritrova da solo con la sua voce e la chitarra a soffiare più forte quel vento di speranza di pace e uguaglianza prefisso, come anche nella conclusiva strumentale ed esplicita nel titolo Against All Odds.
TRACKLIST
1. No Halleluja Here
2. Oh Death, Don’t Yet Call Me Home
3. Ball And Chain
4. Love Is All Or Love Is Not At All
5. A Child In Midstream
6. Brightest Of Blue
7. Your Ghost
8. Lost And Lonely
9. Catalina In The Distance
10. Against All Odds
LINE-UP
Marc Carroll – Voice, Guitar
Noel Langley (Bill Fay) – fiati in A Child in Midstream
Jody Stephens (Big Star) – batteria in Lost and Lonely
Pete Thomas (The Attractions) – batteria in Ball and Chain e Catalina In The Distance
Bo Koster (My Morning Jacket) – tastiere in No Hallelujah Here, A Child in Midstream, Catalina in the Distance e Against All Odds.