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Recensione : Case Di Vetro – Sete Ep

“Sete” è, sicuramente, un buon esordio. Un esordio che ci fa vedere la luce in fondo al tunnel della scena genovese. Più Case di Vetro, meno Makò.

I genovesi Case di Vetro nascono come formazione nel 2011 dall’unione delle menti di Valerio Gattero e Andrea Penco, improntate sull’esplorazione di sonorità pop/rock condite da una buona dose di psichedelia.

Grazie all’ingresso nella formazione di Stefano Zarba, Alfonso Fanella e, soprattutto, Fabrizio Rossi, eterno amante degli effetti e di tutto ciò che di elettronico riesce ad allontanare passo dopo passo i confini del suono, il sound si sposta sempre più su atmosfere shoegaze/post rock.
Dopo aver raggiunto una certa stabilità, la band comincia a suonare con regolarità nei locali genovesi e del Nord Ovest Italiano, con l’intento di sviluppare ed elaborare i pezzi che saranno contenuti nel loro primo Ep.
Ad inizio 2015, intraprendono la fase di registrazione dei brani presso il Wasabi Recording Studio di Milano, uscendone con i cinque brani di Sete Ep, lavoro prodotto da tre etichette discografiche: DreaminGorilla Records, Marsiglia Records e Wasabi Produzioni.

La prima volta che ho ascoltato Sete, mi sono subito reso conto del fatto che i Case di Vetro sono consapevoli di ciò che fanno. Consapevolezza della propria cifra e dei propri mezzi è ciò che dimostrano in tutti i brani del disco. Partendo dal singolo Fermo Immagine che, con la batteria quasi tribaleggiante,con la voce quasi viscerale di Alfonso Fanella aleggiante su accordi riverberati, che via via si addensano fino ad una splendida impennata shoegaze, piena e ricca, ci riportano alla mente il sound ormai tipico delle band dream pop della scena pesarese (non faccio nomi, intanto avrete già capito a chi mi riferisco). I Case di Vetro non sono solo dream pop e shoegaze: nei brani Sete e Il Nostro Tempo mettono in luce anche la loro vena più psichedelica e rock.
Dopo la parentesi psych-rock, le chitarre shoegaze e l’elettronica sognante tornano a farla da padrone (Solaris e Tempesta), stendendo dinnanzi a noi un tappeto liquido sul quale ci può sdraiare e farsi trasportare.

Sete è, sicuramente, un buon esordio. Un esordio che ci fa vedere la luce in fondo al tunnel della scena genovese. Più Case di Vetro, meno Makò.

TRACKLIST:
1. Fermo Immagine
2. Sete
3. Il Nostro Tempo
4. Solaris
5. Tempesta

LINE UP:
Alfonso Fanella – Voce, Chitarra
Valerio Gattero – Tastiere, voce
Fabrizio Rossi – Chitarra
Stefano Zarba – Basso
Andrea Penco – Batteria

CASE DI VETRO – Facebook

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