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Recensione : Faal – Fin

Fin merita d’essere ascoltato e apprezzato quale prova delle capacità di una band la cui fine lascia più di un rimpianto, non solo per l’irreparabile perdita umana ma anche perché, per il potenziale espresso, avrebbe meritato maggiore attenzione rispetto a quella ottenuta lungo una quindicina d’anni di attività.

Faal – Fin

I Faal sono stati senza dubbio la migliore espressione di sempre del funeral doom nei Paesi Bassi; la loro attività si è protratta dal 2008 fino allo split album Neither Tide nor Time, condiviso con i belgi Fading Bliss, essendo stata purtroppo bruscamente interrotta dalla prematura scomparsa a soli 36 anni del membro fondatore Pascal Vervest nel 2022.

Comprensibilmente gli altri membri della band hanno deciso di dichiarare finita la storia dei Faal, autori di tre ottimi full length come Abhorrence-Salvation (2008), The Clouds Are Burning (2012) e Desolate Grief (2018) ma, dato che il funesto evento è avvenuto quando Pascal era alle prese con la composizione di un nuovo album, si è pensato di rendergli omaggio ultimando la registrazione di due canzoni, The Randomness of Death e Silence to Fall, raccogliendole in questo breve ep intitolato Fin; questi brani rappresentano abbastanza fedelmente quella che è stata la cifra stilistica del gruppo di Breda, capace di offrire un funeral dai tratti piuttosto melodici, in questa occasione ulteriormente ingentiliti dal bel supporto vocale della tastierista Cátia Uiterwijk Winkel-André Almeida che, sotto certi aspetti, trasporta il sound verso atmosfere prossime ai Shape of Despair.

Fin merita d’essere ascoltato e apprezzato quale prova delle capacità di una band la cui fine lascia più di un rimpianto, non solo per l’irreparabile perdita umana ma anche perché, per il potenziale espresso, avrebbe meritato maggiore attenzione rispetto a quella ottenuta lungo una quindicina d’anni di attività.

2024 – Autoproduzione

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