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Recensione : Marco Parlato – Tiroide

Ora vogliamo vedere Parlato mostrarci la sua notevole capacità narrativa con un romanzo di più ampio respiro, noi lo aspettiamo, con un un altro Stefano o clone/sosia dell'autore deputato a svelarci gli scenari controversi di un vivere asmatico del vivere contemporaneo.

Stefano è un ragazzo che soffre di ipertiroidismo, vivendo tra ciniche osservazioni sull’umanità e tutto ciò che la circonda, dividendo la casa con un coinquilino col quale comunica solo tramite post-it e frequentando l’università la sapienza a Roma.

Marco Parlato, classe 1986, autore del suo libro d’esordio Tiroide, ci fa sorridere in maniera malinconica e arguta svelandoci idiosincrasie moderne e accadimenti surreali quotidiani, addentrandosi nelle peculiarità grottesche del corpo umano che si rivela macchina di tessuti i cui organi e gli arti e le viscere entrano in combutta col vivere, come quando il protagonista si dimentica di assumere i farmaci prescritti e pare rantolare per la città, caos umano di sovrapproduzione ormonale nel caos metropolitano che pare sgambettarlo nelle scelte.
Come un Cronenberg ridanciano che attesta la sua filosofia filmica sull’orrore della mutazione corporea, Parlato ironicamente trasfigura gli uomini in macchiette di carne e parti di corpo che sembrano assumere vita propria, caratterizzandosi in metafore azzeccate nella propria bizzarria: “le gambe sono sacchi da pugile e la testa un’anguria acerba e ipertrofica”, mentre un ragazzo che fuma erba appoggiato a un albero diventa “un manichino senza fili” che parla “con una voce da robot”, e Stefano si dice, affranto, steso sul letto: “Sono un mostruoso esperimento genetico malriuscito, in attesa del corpo di grazia del creatore deluso.”
Protagonista nel libro è l’ipertiroidismo, oltre a Stefano, ma protagoniste sono anche altre tipologie si sindromi, di malattie, di virus: la sconosciuta logorroica compagna di viaggio in pullman, l’ex compagno di liceo egomaniaco che organizza instancabilmente feste nella sua villa fastosa, la ragazza allupata che mal digerisce un due di picche ripetuto negli anni, lo zio col cesto del pesce da regalare al dottore ad ogni costo, i ritardi di rito da inizio concerto dei gruppi cosiddetti underground, la gastronomia etnica radicale, le montagne di cibo chimico di Lidl e Mc Donald’s.

Marco Parlato sa scrivere e lo fa con cognizione di causa toccando chirurgicamente le ossessioni di uno spicchio di società dentro cui molti si rispecchiano, da quello universitario a quello familiare e altri ancora, e leggendolo ci si immedesima nelle situazioni deliranti ma anche iperreali narrate nella storia. Accadimenti tragicomici, atteggiamenti distrofici d’ogni giorno, ipertiroidismi mentali d’un caustico respirare.

Edito nel febbraio 2014 da Gorilla Sapiens Edizioni, giovane casa editrice indipendente romana da tener d’occhio per le proprie pubblicazioni mai scontate e la bella veste grafica dei suoi volumi, Tiroide è un breve romanzo che si fa leggere tutto d’un fiato, e che entrando in particolari e moderne manie e ossessioni d’ogni giorno in qualche modo, con un sorriso, ci aiuta a esorcizzarle.
Ora vogliamo vedere Parlato mostrarci la sua notevole capacità narrativa con un romanzo di più ampio respiro, noi lo aspettiamo, con un un altro Stefano o clone/sosia dell’autore deputato a svelarci gli scenari controversi di un vivere asmatico del vivere contemporaneo.

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