Wide Hips 69, Le Demolition Doll Rods abruzzesi e vestite!
Quando stai facendo la doccia di solito suona il telefono ed io, da brav’uomo previdente, mi porto sempre appresso il cellulare e lo appoggio al mobile più vicino alla vasca.
A questa regola non scritta non sfuggii neanche sabato 18 luglio anche se, a dire il vero, non fu una telefonata a far cessare la mia opera di pulizia personale ma un semplice messaggio su WhatsApp.
A spedirmelo era Cristina, frontwoman delle Wide Hips 69: mi diceva che lei e le sue compagne di viaggio erano nei pressi del casello di Varazze e che, a causa di un incidente, si trovavano pressoché bloccate, da lì l’idea di uscire dall’autostrada e di pranzare nella nostra ridente cittadina.
Due appunti devo però fare alla signora Di Marco: il fatto di aver scritto Varazze con due erre, roba da denuncia alla pro loco, e quello di avermi avvertito dell’arrivo suo e di tutta la band alle 14, cioè tre quarti d’ora prima dell’inizio del mio orario di lavoro.
Ma come si fa ad avvisarmi così tardi?
Avrei preso mezza giornata di ferie, avrei pranzato e sarei andato al mare con loro, e adesso quando mi ricapita?
Vabbé dai me ne farò una ragione.
Nel frattempo comunque ci si vede e ci si conosce di persona: Cristina, Lorena, Daniela e Gabriele sono belle persone e per accorgersene ci vuole davvero un attimo, e sono pure fortunate in quanto riescono a piazzare il loro furgone in un parcheggio non a pagamento un sabato pomeriggio di luglio a Varazze, cosa che l’ultimo che vi era riuscito non ha ancora spostato la macchina, ed era il 1981!
Sono stanche ed affamate ma comunque comunicative e sorridenti e capisco subito che la buona impressione che mi avevano fatto a livello virtuale era esatta.
Le lascio al tavolo del ristorante, auguro loro buon appetito e scappo a lavorare, ci si vedrà in serata ad Imperia.
Sorvoliamo sulla fascia oraria che va all’incirca fra le 15 e le 20, anche se ci sarebbe da annotare che la band sfinita si addormenta in una piazzola di sosta dell’autostrada: dura la vita del rocker!
A proposito, non posso e non voglio dimenticare che il venerdì le Wide Hips 69 si erano esibite in Toscana, più esattamente a Pontassieve, ed al loro show avevano assistito i boss di Area Pirata che, da quella sera, ancora si chiedono il perché abbiano inserito il gruppo nel loro roster (scherzo, of course).
Ma torniamo al vostro narratore che parte alla buon ora per farsi da solo (nessuno alla fine ha deciso di accompagnarmi) gli 80 km che dividono Varazze da Imperia.
Decido di viaggiare al ritmo di compile Epitaph e Bad Religion ma, fatta eccezione per la band di L.A., le raccolte mi deludono, il 70% dei gruppi in esse presenti mi lasciano indifferente, e pensare che avevo fatto questa scelta per paura di potermi addormentare al ritorno, avessi scelto gli Mc5 o gli Stooges non mi sarei abbioccato certamente.
Arrivo alla prima davanti ai Camalli, per me che sbaglio sistematicamente strada anche per arrivare a casa è quasi un miracolo, tanto davanti che i ragazzi del circolo mi dicono di sloggiare alla svelta: sono infatti in palese conflitto con il codice della strada; giro immediatamente l’auto sulla passeggiata prospiciente il porto, rischiando di far strage di pedoni, e via alla ricerca di un parcheggio regolare.
Trovato il parcheggio, neppure troppo lontano, sono pronto a riaggregarmi alla band.
Me le aspetto sedute intorno ad un tavolo intente a gozzovigliare ferocemente ed invece sorpresa: una bottiglia d’acqua gelata bevuta in troppa fretta le ha messe ko e mentre gli altri mangiano, io e loro, da bravi gggiovani, cominciamo con i selfie.
Si chiacchiera davvero piacevolmente di tutto e di tutti (e ogni tanto si sparla pure,vero Cristina…) e ci si scopre sulla medesima lunghezza d’onda, chiamatela retorica se volete ma tra gente rock’n’roll ci si intende sempre a meraviglia.
L’inizio del concerto si avvicina e le reazioni dei membri della band sono assai diverse tra loro, andiamo a vederle in ordine rigorosamente alfabetico:
a) Cristina: beve soltanto acqua, non gelata ovviamente, recupererà in sostanze alcooliche durante e dopo il concerto, si siede su una panchina a truccarsi attirando le attenzioni (morbosette) di alcuni scoppiati del luogo, uno di loro, il più scoppiato, le chiede la cortesia di mandarlo affanculo durante un brano e lei, bontà sua, esaudirà questo curioso desiderio.
b) Daniela: sente l’ansia pre-live e decide di abbandonarci per passeggiare un po’ nei dintorni,tornerà in tempi brevi evidentemente non stregata dal paesaggio imperiese, mi confida di essere stata in Liguria soltanto una volta nella sua vita in occasione delle giornate del G8, che brutti ricordi; questa volta, ne sono certo, abbandonerà la nostra regione con un’impressione migliore.
c) Gabriele: lui è abituato a folle oceaniche (suona anche nella band hard-core degli Affluente) e sa quali sono i suoi mezzi (assai considerevoli, ndr), si siede con me nella panchina vicina a quella nella quale si sta truccando Cristina e chiacchieriamo amabilmente spesso interrotti dal sopracitato scoppiato che, oltre a dirci di essere stato bandito dai Camalli (!?!), ci mostra un tatuaggio con la scritta fuck sulla mano sinistra, il quale, a suo dire, gli avrebbe provocato frequenti grane con le forze dell’ordine: noi lo ascoltiamo francamente poco persuasi.
d) Lorena: lei la sua birra la beve volentieri (perdonami non voglio farti passare per un’ubriacona) e si comporta da rocker consumata dimostrando di non subire minimamente la pressione,o quanto meno lo maschera benissimo,mi confida la sua età, che non rivelerò neanche sotto tortura,e che fra l’altro non dimostra affatto (va beh diciamolo ,è da poco diventata maggiorenne), è pronta e felice di essere in giro per l’Italia a suonare.
1-2-6-9 si comincia, scompare la stanchezza e la band funziona come un orologio svizzero, l’abilità dietro le pelli di Gabriele trascina un combo già di per sé esplosivo.
Cristina annuncia, non senza autoironia, che il pezzo Stupid bitch è autobiografico in quanto accomuna tutte quante le moglie e le fidanzate di bikers, ed essendo lei maritata con un motociclista non può escludersi dall’allegra compagnia: alla fine del pezzo, proprio come su disco, la musica si stoppa, lei dice <Eh?> e le altre la additano, stacco perfetto pezzo entusiasmante.
I needed you è il mio brano preferito dell’album Menopause,lo avevo detto loro prima che cominciassero a suonare, lo eseguono anch’esso alla perfezione e quando alla fine Lorena me lo dedica la cosa mi rende davvero felice.
In Doom & Gloom la mimica non tradisce le attese e rende il pezzo ancor più dinamico e divertente di quanto non lo sia già su disco.
Durante uno dei pezzi nuovi, Toy boy, la frontwoman Di Marco si inchina di fronte al cantante delle Carogne Stefano (ah il fascino del tatuatore!) e lo omaggia di una spilla,anch’ella ha trovato il suo giocattolo sia pur un po’ vintage.
E’ poi la volta di una cover di assoluta eccellenza e di difficilissima esecuzione,Ramblin’rose degli Mc5, ma anche in questo caso la band si destreggia alla grande e la resa vocale si dimostra assolutamente all’altezza (vi sfido a cantare questo pezzo come lo cantava Rob Tyner! Io ci ho provato varie volte sotto la doccia ed i risultati sono sempre stati catastrofici).
Quando le nostre annunciano che i pezzi sarebbero finiti il pubblico che, sia pur non sia foltissimo dimostra con sorrisoni lunghi da un orecchio all’altro di aver gradito, chiede il bis.
Io avevo da subito tampinato il gruppo con la cover di Love potion n°9 che loro mi avevano inviato da ascoltare via facebook, l’idea di eseguirla francamente non sembrava esaltarle ma a furia di insistere eccomi accontentato: è una versione torrida che esalta oltremodo le persone presenti.
Il concerto è finito e tutti, davvero tutti, ne abbiamo ricavato una bellissima impressione: la band appare davvero felice e chiacchiera amabilmente con tutti i presenti, io invece ragiono sui chilometri che mi separano da casa e, sia pure a malincuore, abbandono la compagnia, non prima però di aver abbracciato calorosamente tutti quanto conosca e,ça va sans dire, i componenti delle Wide Hips 69.
Domani, nonostante sia domenica,mi aspetta una sveglia antelucana fissata per le 7 ma in fondo chissenefrega, ho visto un grande concerto di un gruppo che ha confermato, anzi fortificato, la buona impressione che mi aveva fatto su disco e che, sopratutto, è composta da ragazze e ragazzi (uno) davvero simpatici e alla mano.
I ragazzi dei Camalli hanno promesso che le Wide Hips 69 torneranno ad Imperia ad ottobre ed io spero che le faccia suonare anche il mio amico Marco a Tortona: questa volta mancare, dopo quanto vi ho narrato, sarebbe tragico.
Vi aspetto con ansia rockers teramani e la prossima volta, come si dice in Liguria, non ci sono musse, si passa un po’ più di tempo assieme!
P.S.: chiedo scusa al buon Gabriele per aver citato, durante questo mio pezzo, il gruppo come composto da sole ragazze. Tu lo sai di essere il motore della band e in fondo il sesso “debole” come insegna la vita deve sempre avere il sopravvento…