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Recensione : Soilwork – The Ride Majestic

Una discografia colma di lavori eccellenti a cui si aggiunge, tra i più riusciti, questo bellissimo ultimo lavoro, i Soilwork si siedono sul trono di spade del death metal melodico e sarà dura, molto dura detronizzarli ... gran ritorno.

Decimo album per i Soilwork, una delle band scandinave che più hanno influenzato il songwriting dei gruppi, che in questi anni si sono affacciati sul mercato, proponendo il famigerato ed amato death metal melodico.

D’altronde è un fatto che il leader Björn “Speed” Strid, negli anni abbia collaborato con una miriade di band dedite al genere, portando la sua esperienza ed il suo talento per la melodia ovunque sia stato richiesto.
Un esempio per qualunque cantante si approcci con il genere, “Speed” arriva con i Soilwork al traguardo della doppia cifra, un esempio di coerenza e stabilità che in questi anni può tranquillamente essere considerato raro.
Da “Predator’s Portrait” in poi, i Soilwork hanno inanellato una serie di album riusciti e ben bilanciati tra la violenza della musica estrema e le melodie, sempre vincenti, che ne hanno fatto un punto di riferimento per il genere, rimanendo ancorati al sound scandinavo e senza americanizzarlo come avvenuto per gli In Flames, scendendo leggermente in qualità con gli ultimi due lavori, i solo buoni “The Panic Broadcast”(2010) e “The Living Infinite”, uscito un paio di anni fa.
The Ride Majestic torna a livelli più che buoni, alternando perfettamente metal estremo e melodie accattivanti, questa volta perfettamente riuscite e dall’appeal esagerato, come se il gruppo di Helsingborg volesse puntualizzare su chi sono i maestri nel suonare il genere.
Album che sprigiona una carica devastante nelle furiose parti estreme, con le due asce in gran spolvero ed il vocalist che insegna, con ritornelli dall’appeal altissimo ed il classico scream che non fa prigionieri, con The Ride Majestic la band torna a ruggire come ai tempi di “Natural Born Chaos” e “Figure Number Five”, aggiungendo melodie su melodie che risultano perfette.
L’entusiasmo che traspare all’ascolto di queste undici, nuove tracce, parla di un gruppo tutt’altro che appesantito dallo scorrere degli anni, i Soilwork del 2015 sono una band che, fortunatamente ha ancora molto da dare al metal e lo dimostra con songs grondanti metallo estremo melodico, tra bordate devastanti come Petrichor By Sulphur, The Ride Majestic (Aspire Angelic) e All Along Echoing Paths e brani dall’alto appeal melodico: Alight In The Aftermath, Death In General e la stupenda e variegata Father And Son Watching The World Go Down, posta in chiusura.
Una discografia colma di lavori eccellenti a cui si aggiunge, tra i più riusciti, questo bellissimo ultimo lavoro, i Soilwork si siedono sul trono di spade del death metal melodico e sarà dura, molto dura detronizzarli … gran ritorno.

Tracklist:
1. The Ride Majestic
2. Alight In The Aftermath
3. Death In General
4. Enemies In Fidelity
5. Petrichor By Sulphur
6. The Phantom
7. Whirl Of Pain
8. The Ride Majestic (Aspire Angelic)
9. All Along Echoing Paths
10. Shining Lights
11. Father And Son Watching The World Go Down

Line-up:
Björn “Speed” Strid Vocals
Sven Karlsson Keyboards
Dirk Verbeuren Drums
Sylvain Coudret Guitars
David Andersson Guitars
Markus Wibom Bass

SOILWORK – Facebook

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