iye-logo-light-1-250x250
Webzine dal 1999

Cannibal Holocaust

Cannibal Holocaust: L'uscita nelle sale cinematografiche del nuovo film di Eli Roth( The Green Inferno), sopravvalutato regista e a detta di...

L’uscita nelle sale cinematografiche del nuovo film di Eli Roth( The Green Inferno), sopravvalutato regista e a detta di molti, nuovo talento del cinema horror contemporaneo,
autore di un buon esordio con Cabin Fever del 2002 e poi a torto idolatrato per i deludenti ma pompati Hostel (appena sufficente) e Hostel 2 ( ridicolo), mi portano nelle foreste pluviali per incontrare le tribù cannibali ed il tabù per eccellenza, il cibarsi di carne umana.

The Green Inferno, infatti è un horror che riporta all’attenzione del pubblico il cinema a sfondo cannibale, già peraltro affrontato dal nostro Ruggero Deodato nella “trilogia dei cannibali” di cui Cannibal Holocaust è il secondo capitolo uscito nel 1980 e di cui fanno parte: Ultimo Mondo cannibale del 1977 e inferno In Diretta del 1985.
Censurato in trentadue paesi e dilaniato da accuse e polemiche, che non hanno fatto altro che accrescere la curiosità sul film, la pellicola di Deodato è la più famosa di tutte quelle rigurdante il tema del cannibalismo, facile strumento per inondare di scene splatter un film horror e a mio parere, già abbondantemente usato nei Zombie movies.
Interpretato da un giovane Luca Barbareschi, il film ha la presunzione di voler essere quello che non è: una denuncia sul cinismo della società contemporanea, in mano ai mass media, il dare in pasto alla massa ogni tipo di efferatezza per puro share o spettacolo, cosa reale fino ad un certo punto.
Infatti, e la storia insegna, l’uomo ha nella morbosa curiosità e nella insana predisposizione alla violenza i fattori principali di una propria società costruita sulla prevaricazione del più debole, la massa vuole spaventarsi, schifarsi, pulirsi la coscienza con fatti che dimostrano che qualcuno di peggio esiste, ripulendosi delle piccole nefandezze di cui è colpevole nel quotidiano, come in una sorta di liberazione spirituale.
E chi se non la televisione, cancro inguaribile della società contemporanea, può dargli tutto questo?
E qui entrano in gioco i quattro reporter del film, partiti alla volta della foresta Amazzonica per giare un documentario sulle tribù indigene, abitanti di questi luoghi infausti e finiti sul fuoco ad arrostire come succulenti maialini.
L’antropologo Harold Monroe viene incaricato di scoprire la fine dei quattro sfortunati e si addentra, in compagnia di una guida locale nel terribile habitat, dove ad aspettarlo ci sono belve feroci, una natura al limite e gli insaziabili abitanti.
Troverà le pellicole girate dai reporter scoprendo l’atroce verità in un turbinio di scene  splatter/gore, dove squartamenti e budella a iosa, decapitazioni ed evirazioni sono il normale tran tran dei voraci uomini della foresta.
Il film, tra denunce e censure, maltrattamenti e vere uccisioni di animali, all’epoca trovò un successo inaspettato anche tra chi abitualmente non era un grosso fruitore del genere, portandolo allo status di cult, anche se, a mio avviso rimane un buon horror e nulla più, al centro di riflessioni che lasciano il tempo che trovano.
Sono passati trentacinque anni, e mai l’uomo comune ha raggiunto un tale livello di bassezza come al giorno d’oggi, le violenze fisiche e psicologiche, le guerre e la totale indifferenza( che molte volte si tramuta in disprezzo)per chi subisce le angherie di chi tira i fili di un mondo allo sfascio, sono il pasto succulento dei veri cannibali, intenti a divorare le nostre vite, il reale Cannibal Holocaust.

Interpreti:

Robert Kerman: professor Harold Monroe
Francesca Ciardi: Shanda Tomaso
Perry Pirkanen: Jack Anders
Luca Barbareschi: Mark Williams
Gabriel Yorke: Alan Yates
Salvatore Basile: Chaco Losojos
Ricardo Fuentes: Felipe Ocaña
Lucia Costantini: adultera
Enrico Papa: giornalista televisivo

Regia Ruggero Deodato
produzione F.D. Cinematografica
1980 Horror

Share:

Facebook
Twitter
Pinterest
LinkedIn
Get The Latest Updates

Subscribe To Our Weekly Newsletter

No spam, notifications only about new products, updates.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE

The Queen Is Dead Volume 129 – Reese, Zed & Dalia Nera, Deep Valley Blues.

Come capita sempre più spesso, non per nazionalismo ma perché in Italia nell’underground ci sono ottime cose, in questa puntata ci sono tre gruppi italiani : si parte con i vicentini Reese e il loro post hardcore misto ad emo, seguono i siciliani Zed & Dalia Nera che sono un gradito ritorno, e chiude l’heavy blues maledetto dei calabresi Deep Valley Blues.

Frontiere Sonore Radio Show #8

Monos, Klo’s quintet, REMY VERREAULT, Linda Silver, The Men, Roberto Colombo, Roger Robinson, Vagina Moster, Sly Asher & Les Vieux Mogos ecco gli ingredienti di questa ottava puntata

The Dictators – s/t

The Dictators: col loro proto-punk del debut album “Go girl crazy!” e dischi come “Manifest destiny” e “Bloodbrothers”, e capeggiati dal frontman Handsome Dick Manitoba, sono stati tra le band che, nella prima metà dei Seventies, hanno inaugurato (e anche chiuso, trent’anni più tardi)