Quando la mia mente bacata ha partorito l’idea di creare, all’interno di Inyoureyes, lo spazio “Mondo bizzarro” lo ha fatto per consentirmi di parlare del cinema che più mi piace, quello spesso bistrattato dalla critica ma amato da tantissimi reietti come me.
Di film troppo spesso definiti di serie b ma realizzati da grandissimi professionisti della settima arte.
In questo caso vi vado però a parlare di una pellicola davvero pregevole sotto tutti gli aspetti che davvero non può definire minore tanto che mi è venuto il dubbio che non sarebbe stata adatta a questo spazio.
Dubbio che ho subito scacciato poiché parlare di Bava dovrebbe essere un dovere per tutti quanti amano il cinema.
Il regista, non a caso nato nella nostra regione, e più precisamente a Sanremo, è stato a mio giudizio uno fra i più originali realizzatori di film che la nostra penisola abbia avuto.
Ha diretto nella sua lunga carriera ben 24 pellicole tra i quali peplum (“Ercole al centro della terra”), film di fantascienza (il geniale “Terrore nello spazio”), gialli (“La ragazza che sapeva troppo”), spaghetti western (“Roy Colt & Winchester Jack”) ed horror (“Lisa e il diavolo”) nonché un riadattamento per il grande schermo del fumetto Diabolik a mio avviso un capolavoro di arte pop.
Spesso in possesso di budget assai limitati il nostro ha sempre realizzato film di ottima fattura tanto da essere considerato un vero proprio culto da generazioni diverse di cinefili tra i quali Quentin Tarantino.
Questo film del 1969 non era affatto amato da Bava che lo considerava uno dei suoi peggiori lavori, evidentemente il nostro non poteva che essere un maniaco del perfezionismo perché questa 5 bambole per la luna d’agosto è davvero una grande pellicola.
Liberamente tratto dal libro di Agatha Christie “Dieci piccoli indiani” è un lavoro perfettamente calato nell’anno in cui è stato realizzato e le atmosfere tardo sixties unite alle stupefacenti bellezze che vi recitano lo rendono ai miei occhi assolutamente imperdibile.
La trama si svolge in una villa situata su di un’isola deserta, qui si vengono a trovare uno scienziato il professor Farrel ideatore di una nuova resina sintetica e sua moglie Terry (William Berger e Ira von Furstenberg), il proprietario della villa stessa George Stark (Teodoro Corrà) e la consorte Jill (Edith Meloni), altre due coppie i Dawson (Howard Ross e Helene Ronee) ed i Chaney (Maurice Poli e Edwige Fenech) e la giovane Isabel (Ely Galleani).
L’interesse comune degli uomini, tutti affaristi senza scrupoli, è quello di venire in possesso della formula,ma lo scienziato non è affatto intenzionato a cederla.
Gli intrallazzi della villa sono però improvvisamente turbati dall’assassinio di un cameriere Jacques (Mauro Bosco) l’unico uomo della servitù presente.
Il corpo senza vita del domestico viene avvolto nella plastica e messo in una grande ghiacciaia appeso insieme ad i tranci di carne.
Altri ospiti della villa saranno via via destinati alla stessa fine, a parte il professore del quale, nonostante sembri anch’esso stato ucciso, non si ritrova il cadavere.
Gli ospiti lentamente ma inesorabilmente si assottigliano fino a restare soltanto in due che tuttavia si uccidono vicendevolmente.
La formula è quindi nella mani della moglie dello scienziato che se ne impossessa.
Nella scena finale si vede il professore in galera,non era stato ucciso ma ha confessato i suoi crimini sotto l’effetto del pentotal,e la moglie che invece si dilegua con una macchina lussuosa tenendo fra le mani il microfilm con le istruzioni per la fabbricazione del portentoso prodotto inventato dal marito.
Il film, già di per sé meraviglioso, è supportato come se non bastasse dalle splendide musiche di Piero Umiliani.
In conclusione Mario Bava è un genio e questo film è fantastico basta per attirare la vostra curiosità?