Per chi suonano gli Offesi? Perché lo fanno? Lo fanno per loro stessi? Per me che li sto ascoltando?
Per una massa sconfinata di spostati che riescono a carpirne, o almeno ad intuirne, le gesta? Eh già perché gli Offesi sono strani, sono strani forte. Provate ad immaginare un folle connubio tra i gruppi più indefinibili del beat italiano, il gospel yé yé dei Make Up, la rustica genialità de Le Muffe ed il suono iconoclasta dei primi Skiathos, ci riuscite? Ecco, avrete colto soltanto un terzo della loro inclassificabilità.
Il disco (dal titolo indubbiamente geniale) comincia con le suggestioni filmiche di Amatriciana, per poi sconfinare nel beat di Non Dirmi No e Ok, Domani, passando al sound salmodiante tipo Svenonius & Co. di Luna Park e GHB. La Mosca e Gli Offesi sono i pezzi più “garage” del lotto, anche se lontanissimi da una, pur labile, forma di purismo, Ah I Saed è una Punk Islam dei CCCP molto più destrutturata, mentre Liscio sarebbe stata scelta – se ancora fosse vivo – dal maestro Federico Fellini – per accompagnare una sua qualche sequenza. Citando Dostoevskij – mica uno a caso – offesi certamente, umiliati quanti non ne capiranno la genialità.