Recensione : Cut, “Annihilation Road”

In Italia soffriamo di una grave quanto perniciosa patologia, e questa patologia risponde al nome di esterofilia. Il refrain, fra gli appassionati di rock’n’roll, è più o meno sempre il solito e ruota intorno a frasi tipo “sì certo i nostri gruppi non sono male ma vuoi mettere quelli americani, inglesi o australiani”.

Certo al di fuori dei patri confini si produce tantissima musica mirabile, ma anche qui da noi si trovano delle indubbie eccellenze, ed i Cut fanno indubbiamente parte di questa schiera. Ne sia prova tangibile questo disco originariamente edito nel 2010 ed oggi ristampato grazie alla joint venture fra la Go Down Records e la Bare Bones Productions.

I pezzi in esso compresi sono tutti di statura eccelsa e si aprono con il furore frontale di Annihilation Road e Strange Kind of Feeling due brani che riproducono in musica le pagine di John Steinbeck, Awesome se fosse stata scritta da Jack White passerebbe continuamente su Virgin Radio e sarebbe acclamata come un capolavoro, All Our Dues è illuminata da una furia anarchica ed iconoclasta a larghi tratti entusiasmante mentre The Light è la incontrovertibile dimostrazione di come i nostri nulla avessero da invidiare a mostri sacri quali i Jesus Lizard. Facciamo un altro esempio se I Don’t Mind la avessero incisa i Sonic Youth sarebbe uno dei loro grandi classici, mentre Smash the Playground cammina sugli stessi sentieri tracciati dai Fireworks e Soul Fire non teme confronti con le canzoni edite da pesi massimi quali Jesus and the Mary Chain o Pixies.

Correrò il rischio di apparire tedioso e ripetitivo ma gruppi come i Cut sono assai rari in tutto il mondo; per quei pochi che non li conoscessero ecco quindi pronta l’occasione per accostarsi alla loro musica certamente spigolosa ma incredibilmente affascinante, sentito un disco non potrà che venirvi automaticamente il desiderio di fare vostri anche tutti gli altri.