Ma purtroppo, nel calcio non è mai oro tutto ciò che luccica, ed anche questa storia ha molti risvolti oscuri. La vera storia del Castel di Sangro ce la racconta Joe McGinniss, insigne giornalista americano, e scrittore di libri come “The Selling Of The President”, “Fatal Vision” e “The Rogue”: Searching For The Real Sarah Palin”, famoso in patria, ma misconosciuto da noi. Arrivato alla mezza età si prende una cotta per il calcio e diventa fanatico del gioco preferito dagli italiani. Milanista e amante del Divin Codino Roberto Baggio, Mc Ginniss si reca a vivere un anno a Castel di Sangro per documentare il miracolo della neopromossa. Lo scrittore è dotato di un’ironia davvero fuori dal comune e riesce a descrivere meglio di qualsiasi italiano cosa sia il calcio e tutto ciò che gli gira intorno. Il suo sguardo anglosassone riesce a cogliere a fondo la pazzia insita nel tifo calcistico italiano. Anche lo scrittore si innamora del football, prima seguendo per qualche tempo Alexi Lalas, forte difensore americano nella sua avventura calcistica a Padova, poi infatuandosi del Castel di Sangro. Arrivato nella cittadina abruzzese comincia la sua tragicomica avventura, tra bestiali improvvisazioni italiche, presidenti in odore di mafia, traffici di droga e di punti. Non esce per nulla bene l’Italia del pallone, ma a non uscirne bene è proprio l’Italia in generale. Talvolta vedere descritti da uno straniero certi costumi che per noi sono assolutamente normali, è uno shock. In Italia ci sono poche cose normali, e il calcio è una cartina tornasole molto fedele di ciò che è nello strato più profondo del paese. La favola del Castel di Sangro potrebbe essere appunto una bella favola, ma dietro c’è molto marcio. A partire dal patron Rezza, che gira con le guardie del corpo ed è un potente costruttore edile che possiede una smisurata tenuta in montagna, o dal presidente Gravina, ambizioso genero di Rezza, che punta ad entrare in uno dei tanti governi di marca berlusconiana. I giocatori sono tratteggiati fedelmente, e non c’è giudizio, ma solo tanta osservazione e comprensione, non come tanti pennivendoli italiani. McGinnis descrive molto bene un delirante anno di football italiano, tra drammi veri come la morte in un incidente automobilistico di Biondi e Di Vincenzo, l’arresto per traffico di cocaina da parte di Prete, e le imprese calcistiche di una squadra che non avrebbe dovuto essere dove si trovava. In questo libro possiamo trovare molta umanità e una descrizione del calcio assolutamente inusuale. In fondo al libro troverete una sorpresa che non vi anticipo. In Italia questo libro è uscito per Kaos Edizioni, poiché nessun altro editore si è preso la briga di mettersi contro il mondo pallonaro, e sbagliando, poiché questo è un grande libro.
E per non farsi mancare nulla, il libro è di difficile reperibilità, cercatelo nei maggiori distributori online, non ne rimangono molte copie in giro, ma è da avere assolutamente.