(WALLACE RECORDS BAR LA MUERTE 2009) : continua la fruttuosa collaborazione tra la Wallace e la Bar la muerte, per farci addentrare in aspri territori sonici attraverso la rivalutazione totale del suono, non per vendere ma per far pensare, e questo è già tanto. Trattasi di disco molto intenso, e molto poco intonso, qui i musicisti si sporcano le mani, sono tempi di merda, e chi vuole uscire dal centro commerciale si deve sporcare per forza. Non è terrorismo sonoro, ma consapevolezza che anche l’asfalto suona. I suddetti musicisti sono i tre quarti dei Bron y Aur, che sinceramente non conosco, ma questo disco è a sè.
Sono in tre ma sembrano in quindici,rendono distorte le già distorte distorsioni, mi fanno pensare a un gruppo stoner con più intelligenza e sagacia, più essenziali, ma l’incedere è lo stesso, pesante ma veloce allo stesso tempo. E’ un esordio molto fulminante che lascia spiazziati, come un’intelligente azione di guerriglia, l’arte dovrebbe spiazzare o confermare che abbiamo il culo pesante? Suoni esterni si intersecano alla musica formando un tutt’uno molto convincente. Addirittura arriviamo, giusto per dare un’etichetta al post rock, ma sarebbe ingiusto chiuderli in recinti a cui non appartengono. Musica tout court e oltre i confini italici si sarebbe già gridato al miracolo. Sicuramente uno dei migliori dischi del 2009, almeno per me, ascoltate “Hanno cambiato faccia” e capirete, capirete tante cose, affinchè rimanga almeno la lotta.
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