Primo disco solista per questo cantastorie brianzolo.
Lo stile di Vergani è molto particolare, la musica è retrò come le storie raccontate, tutte molto delicate e ben scritte.
La voce di Vergani potrebbe assomigliare a quella del primo Capossela, ma non è la stessa cosa, essendo due entità ben distinte.
La musica è leggera ma non troppo, guarda dentro al nostro cuore con uno sguardo ironico e disilluso.
A venticinque anni Vergani pubblica un primo album solista molto convincente, ben suonato e ben cantato, rinverdendo quella tradizione cantautorale di provincia che ha fatto grande la musica italiana.
Stefano ha molte cose da dire, anche se a volte rincorre un po’ troppo il mito Paolo Conte, ma è un difetto che gli perdoniamo molto volentieri.
A parte l’appunto stilistico di cui sopra i testi sono molto originali e la musica farebbe la gioia dei peggiori avventori delle balere.
Il disco è molto coinvolgente e può provocare grosse bevute e molte risate, come dovrebbe sempre essere.
Dai tempi dell’Orchestra Pontiroli, Stefano è maturato e il suo viaggio è soltanto all’inizio, per cui non mettetevi in fila e andate a cercare un bicchiere pieno da qualche parte.
Tracklist:
1. Guardare le Stelle Non E’ Come Leggere il Giornale
2. Regina
3. Incubo Erotico
4. Primavera In Brianza
5. Su Tutto Quello Che Non Sei
6. La Bacero’ Sul Viso
7. Dove Sei Finito
8. Piccola Storia Volgare
9. Un ‘Estate All’ombra
10. L’Immacolato