Secondo disco per gli inglesi Limb, dopo l’opera omonima del 2014. Dopo un anno e passa di concerti con i compagni di etichetta Black Moth, e l’arrivo dietro le pelli dell’ex Uncle Acid Tony Mowforth, i Limb tornano sulla strada sotto le sapienti mani di Russ Russell, già produttore di Dimmu Borgir, Napalm Death, Evile e tanti altri.
Il suono dei Limb è un monolite che rotola giù da una montagna lovecraftiana e travolge tutto ciò che incontra.
Grande è la loro potenza, i riffs sono circoli viziosi, che avvolgono l’ascoltatore per poi colpirlo con la forza di una batteria perentoria e mortale, in combutta con il basso.
Le canzoni sono composte in maniera da far crescere nell’ascoltatore una certa voglia di distruzione, assomigliando ora agli High On Fire pur senza essere veloci come loro, e poi aprendo il suono a fughe lisergiche. Certamente è un suono familiare e già sentito, ma i Limb hanno qualità ulteriori che a mio avviso rendono davvero buono questo disco e potrebbero rendere ancora meglio nella prossima uscita.
Il timbro dei Limb è molto forte e la loro musica rompe tutto ciò che incontra, facendo ancora più danni poiché gli inglesi sanno come incanalare la potenza.
I vari elementi che sono nella loro musica li portano ad essere un gruppo che può ambire a diventare un grosso nome nella musica pesante.
Come ulteriore ciliegina sulla torta troviamo la copertina di Cur3es, responsabile del futuristico disegno su “ Gigantoid “ dei Fu Manchu.
Questa copertina rappresenta bene ciò che sono i Limb, musica pesante con un animo psichedelico, ciò che sta dando il meglio attualmente nel sottobosco musicale.
Svolazzi psico metallici.
Tracklist:
1. Three Snake Leaves
2. Ghost Dance
3. Micromegas
4. Dawn Riders
5. Spoils Of A Portrait King
6. Down By The Banks
7. Sleepwalkers
8. Mortuary Theft
9. Cocytus
Line-up:
Rob Hoey – Voce
Pat Pask – Chitarra
Sam Cooper – Basso
Tom Mowforth – Batteria