Questa lettura nasce da una esigenza. L’esigenza di capire meglio un conflitto che a noi occidentali viene venduto come bene contro male. Ho chiesto a Massimo, che mi ha consigliato questa lettura. E’ un reportage collettivo scritto in forma di diario dalla rete di associazioni, collettivi, centri sociali e singoli che hanno sentito la necessità di essere vicini alle popolazioni della Rojava, alla resistenza di Kobane.
Il libro ha due punti fondamentali: la guerra contro Daesh per liberare il proprio territorio e la nascita del confederalismo democratico un sistema di autogoverno, tra il fascismo islamico e l’imperialismo occidentale, che comunque si nutre di questo fascino islamico.
La riconquista di Kobane è fondamentale per innanzitutto ridare una casa a più di 30.000 persone (anche se molte sono praticamente distrutte), riprendere la loro terra, la loro città. Combattono uomini, donne, persone normali che resistono alle violenze di Daesh, e si confrontano con uno stato Turco che sta con in i piedi in due scarpe.
Il libro si muove tra le retrovie degli assediati di Kobane. Qui il movimento guerrigliero marxista Pkk del leader Abdullah Öcalan (tuttora in carcere nel più stretto isolamento) si è evoluto in senso libertario, ecologista e femminista (‘quando una donna si sente forte nessuno la può fermare’).
Si sta combattendo una guerra per costruire una democrazia reale in cui possano coesistere tutti i popoli oggi divisi dalla religione. Un nuovo modo di pensare su un’economia realmente solidale.
Questo libro è utile per raccontare quanto una comunità indipendente e solidale possa essere talmente coesa da affrontare militarmente un nemico esterno e potersi organizzare con un governo nominato dal popolo democraticamente.
Quando l ‘Europa si accorgerà del popolo curdo?
Quando noi incominceremo ad aprire gli occhi, non seguendo più quelle “bugie” che ci raccontano tutti i giorni giornali, televisioni.
Leggetelo.