Sarebbe riduttivo limitarsi ad affermare che gli Abyssal sono la migliore band messicana dedita al funeral doom, visto che la creatura musicale di Fernando Ruiz offre da almeno quindici anni un’espressione efficace e personale del sottogenere.
Glacial è il settimo full length di inediti pubblicato dalla band di Tijuana (non volendo tenere conto di Misanthrope 2020) e conferma quanto di buono già esibito in passato, rafforzando l’idea che gli Abyssal siano oggi la realtà che più si avvicina agli imprescindibili Bell Witch per il suo approccio al funeral, soprattutto prendendo in esame la discografia a partire da Anchored del 2015; infatti, da lì in poi il sound si è di volta in volta raffinato fino a raggiungere uno standard qualitativo alquanto elevato con i notevoli Misanthrope (2018, poi come già detto riveduto e corretto due anni dopo) e A Deep Sea Funeral (2022).
Glacial però, a mio avviso, alza ulteriormente l’asticella proprio perché in questa traccia unica (formula adottata da Ruiz fin dall’esordio) di oltre quaranta minuti dal doloroso incedere si compie l’ideale connubio tra la scarnificazione del sound e il più canonico e pesante susseguirsi dei riff; anche per questo si palesano le citate analogie con la band di Dylan Desmond, e se la maestosità di un capolavoro come Future’s Shadow Part 1: The Clandestine Gate è oggettivamente irraggiungibile per la quasi totalità delle band impegnate nel funeral doom, è necessario rimarcare con forza che quella esibita degli Abyssal non ne risulta affatto una versione sbiadita o edulcorata, rivelandosi semmai qualcosa di molto vicino per la nitidezza con cui vengono rappresentate la caducità e l’opprimente e ossessiva ciclicità dell’esistenza.
Ecco perché questo full length merita di essere ascoltato e sviscerato da parte degli appassionati più attenti e pazienti, in grado proprio per questo di apprezzare una volta di più l’operato del bravo musicista della Baja California.
2024 – Transylvanian Recordings