Ripartiamo di slancio con un nuovo appuntamento acufenico, questa volta raccontiamo Acid Mammoth, Albert Jupiter, Barren Womb, Bipolar Architecture e Breaths.
Acid Mammoth
“Supersonic Megafauna Collision” – Heavy Psych Sounds
Quarto album per la band greca che con questo “Supersonic Megafauna Collision” mostra orgogliosamente, e con malcelato vanto, il suo lato più pesante, opprimente e oscuro. Sei tracce caratterizzate da un groove blues acidissimo dai forti, e innegabili, richiami “britannici”. Un album che guarda alla sostanza, senza perdersi per strada, esente da passaggi a vuoto che possano rischiare di far deragliare l’ascolto, finendo per incartarlo su se stesso.
Gli Acid Mammoth mostrano un approccio diretto ed essenziale dal taglio quasi inquietante nella sua ricerca sonora. E lo fanno con un album che si caratterizza per un andamento realmente ispirato, e riconducibile, a quello di un mastodonte che sembra arrancare, con difficoltà, ma che invece, guardandolo meglio, cammina con regalità infondendo timore.
Quella dei greci è una realtà ormai consolidata, che con questo “Supersonic Megafauna Collision” mette il punto esclamativo alla sua prima decade di vita. Un pachiderma sonoro inarrestabile.
Alber Jupiter
Puis vient la nuit” – Foudrage Records, Araki Records, Up In Her Room Records
Il duo bretone che si cela dietro al moniker di Alber Jupiter continua a stupire, regalandoci ogni volta album sempre più intensi, e mostrando, ancora una volta, come il krautrock possieda una varietà di soluzioni sonore realmente infinita.
“Puis vient la nuit”, recentemente pubblicato dalla triade Foudrage Records, Araki Records e Up In Her Room Records, arriva a distanza di 5 anni dal precedente, andando a colmare un’attesa che stava rischiando di protrarsi troppo a lungo, alimentando voci che mettevano in dubbio l’esistenza stessa del progetto. A poco era servito ristampare il debutto “We Are Just Floating In Space”, il loro debutto del 2019.
Le attese erano tutte per il nuovo album. Attese che, stando ai primi nostri ascolti, ripagano ampiamente per il tempo trascorso. “Puis vient la nuit” suona come la colonna sonora ideale di un viaggio astrale, tanto ipnotico quanto seducente, che ci porta ad affrontare e scoprire atmosfere realmente aliene.
I territori astrali che si aprono davanti a noi non hanno davvero alcun limite. Questo sembrano volerci dire gli Alber Jupiter.
Questo è il biglietto da visita con cui ci invitano a seguirli nell’oscuro spazio profondo.
Barren Womb
“Chemical Tardigrade” – Fucking North Pole Records/Blues For The Red Sun Records
Quello dei Barren Womb, norvegesi di Trondheim, è un noise sflilacciato, grezzo, e sporco. In altre parole un noise rock che suona esattamente come deve suonare. Il loro recente album, “Chemical Tardigrade”, il quinto della loro carriera, ne è la prova, l’ennesima.
Quello uscito per Fucking North Pole Records/Blues For The Red Sun Records è un album davvero energico, che risulta essere tanto diretto quanto incisivo. Un’ottima prova per questo duo che dimostra come non serva essere in dieci per fare rumore. Ciò che conta sono attitudine e la padronanza dei propri mezzi. Il resto sono discorsi inutili che servono davvero a poco.
Un album che fa del minimalismo sonoro il proprio punto di forza, e che sposa un approccio davvero diretto, senza fronzoli, che vuole andare al sodo senza perdersi in preamboli.
Un album che inaspettatamente mostra un buon groove, e una dose di inaspettata orecchiabilità, che non guastano assolutamente, anzi, contribuisce ad accrescerne il valore globale.
Bipolar Architecture
“Metaphysicize” – Pelagic Records
Due anni dopo “Depressionland”, album che ha permesso al mondo musicale di accorgersi di loro, tornano i berlinesi Bipolar Architecture. “Metaphysicize” è il titolo di questo nuovo album, che, stando alla Pelagic Records che si è occupata della stampa, è già andato esaurito in pochi mesi.
Il disco mostra da subito il proprio potenziale, andando a sposare soluzioni dinamiche che stordiscono, spingendo il post rock laddove pochi hanno osato. Aggressivi e spietati nel loro incedere i Bipolar Architecture rappresentano una di quelle avanguardie sonore che fanno capire come ci sia in ambito musicale chi (si) spinge oltre il solito compitino.
Un album davvero potente, a suo modo estremo, ma senza dover riciclare standard ormai superati che mostra una band dal respiro veramente internazionale.
Un chaos ragionato che fotografa perfettamente quello disordinato della realtà che viviamo.
Breaths
“Melt Away” – Autoprodotto
Questo è solo un piccolo antipasto di quello che, nell’estate, sarà il vero e proprio nuovo album per Breaths, il solo project di Jason Roberts, da Richmond, Virginia. Un EP, questo “Melt Away”, denso e stratificato, giocato intorno alle dissonanze, e ai respiri armonici distorti di un autore che mostra grande potenziale, anche se non completamente a fuoco.
Resta infatti l’amaro in bocca per un qualcosa che avrebbe potuto essere, ma che non è ancora sbocciato del tutto.
Attendiamo quindi, con rinnovata curiosità, e speranza, nell’imminente album omonimo, che andrà sicuramente a scrivere la parola definitiva sul percorso intrapreso fino ad oggi da Roberts. Al netto di tutto, nelle sue parti più immediate, quelle – volutamente – più scarne ed essenziali, l’EP funziona.
Finisce per perdersi nel momento in cui si vuole – forse involontariamente – rendere “barocco” un sound che nasce e si sviluppa con naturalezza, senza forzature.