Lontano da qui Mi è doveroso, prima di cominciare a parlare del nuovo album degli Affranti, citare la mia diretta conoscenza del gruppo,il loro rigore morale e la loro tracimante passione,tutto ciò forse mi porterà ad enfatizzare i loro meriti,di ciò mi assumo pienamente tutte le responsabilità.Ad ulteriore conforto su quanto di buono potrò dirvi di loro posso citare il mensile “Rumore” che,in occasione del loro penultimo lavoro,si lanciò in lodi sperticate nei confronti della band ,e con ciò posso,in maniera almeno parziale,giustificare la mia partigianeria.Espletate le doverose formalità introduttive comincerò ,con l’animo sgravato,a parlarvi di “Lontano da qui” dicendovi che siamo in presenza di un concentrato di hard-core e poesia,di furia e dolcezza,di rabbia e amore,un riuscitissimo connubbio di intensissime emozioni,un succedersi di pezzi che può al tempo stesso ammaliare ed affascinare quanto straziare e ferire ma che non può assolutamente lasciare indifferenti.Sintetizzando il concetto se “L’appeso” dei Frammenti è universalmente,e meritoriamente,considerato un capolavoro,”Lontano da qui” non gli è assolutamente da meno.Conscio che questa affermazione potrà essere considerata dagli Affranti stessi un grande e gradito complimento,devo altresi’ puntualizzare che essa non è frutto nè di adulazione nè di ingenuo entusiasmo,ma una pura e semplice constatazione dei fatti.Quasi superfluo,per chi li conosce,ma invece assolutamente indispensabile per chi si approccia loro per la prima volta segnalare l’estrema cura riservata ai testi ed al confezionamento del libretto,ulteriore nota di merito ad un gruppo che merita la più incondizionata ammirazione.Contravvenendo alla mia abitudine di segnalare alcuni pezzi anzichè altri all’interno di quanto mi viene proposto,nel caso degli Affranti mi sento di caldeggiare l’ascolto completo dell’album,solo cosi’ l’ascoltatore potrà farsi un’ idea di quanto sia elevato lo standard qualitativo ed emozionale della loro proposta.