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Alessandro Piccinelli

Alessandro Piccinelli è colui che ha raccolto l'eredità del grande Gallieno Ferri, come copertinista di Zagor, "lo spirito con la scure".

alessandro piccinelli

Alessandro Piccinelli è colui che ha raccolto l’eredità del grande Gallieno Ferri, come copertinista di Zagor, “lo spirito con la scure”.
L’esordio ufficiale nel 2016, con l’albo a colori “Zenith 666”, ne ha sancito l’enorme potenzialità e la conferma, da parte del “Vate” Moreno Burattini, di avere fatto, assolutamente, la scelta giusta.
Abbiamo incontrato Alessandro che ci ha raccontato un po’ la sua storia …
Nonostante la tua giovane età hai già fatto molte esperienze.

Ci racconti come hai iniziato?
Io sono un perito tessile, quindi mi occupavo di disegni per tessuti.
A livello di tecniche mi sono formato li, però non avevo molta dimestichezza con cravatte e foulards, così mi sono indirizzato su una passione che avevo fin da piccolo, cioè il fumetto, e da questa passione, è nata poi la mia professione, quindi mi ritengo molto fortunato.

Come sono stati gli esordi in Bonelli?
Ho iniziato con Zagor nel 2003 e dopo soli tre numeri, sono passato a Tex, con mio grande stupore, perché in quel periodo la testata andava veramente bene, mentre io ero appena arrivato, ero un esordiente!

Chi erano i tuoi riferimenti? A chi ti ispiravi maggiormente?
Come riferimento avevo Claudio Villa, anche perché abitava relativamente vicino a me, ad una ventina di chilometre, cosi’ ne approfittavo, e andavo nel suo studio.
Lui era molto gentile, con tutto il lavoro che aveva, trovava del tempo anche per me, per darmi qualche dritta. Inoltre, mi ha dato consigli su come propormi alla casa editrice, è stato il miglior maestro che potessi desiderare, gli sono molto grato.
Sempre in riferimento a Tex, un’altra fonte d’ispirazione è stato Fabio Civitelli, anche perché ho iniziato a leggerlo proprio negli anni che sono entrati tutti e due nello staff, a metà anni ’80.
Quando ho visto i loro disegni, sono rimasto estasiato, come tanti altri, del resto!
Poi, essendo della generazione di lettori di Dylan Dog, ho conosciuto ed apprezzato tutti i vari autori che hanno lavorato in questa testata: Roi, Stano, Casertano, etc.

Quindi, il grande salto! L’opportunità di diventare il copertinista di Zagor …
Si’, esatto! Quello è stato un vero colpo di scena, non me lo aspettavo. Non ero più nello staff di Zagor, quindi, da lettore pensavo che lo affidassero a qualcuno che ci lavorava, invece Bonelli, mi diede questa grande opportunità.
Naturalmente non avevo dubbi sul fatto di accettare, ero felicissimo, io ero cresciuto con Zagor anche se sapevo a cosa andavo incontro, perché Gallieno Ferri …

Eh … già, lo hai conosciuto?
Si, l’ho conosciuto ed oltre ad essere un artista unico a livello mondiale, era una persona meravigliosa, che non faceva mai pesare la sua grandezza, anzi, ti accompagnava sottobraccio nel suo mondo, che poi era anche il mio.
La domanda che mi ponevo spesso era: “Come posso sostituire chi è insostituibile?” Semplicemente, non era possibile!
Gallieno con Sergio Bonelli, erano proprio il simbolo di Zagor, non c’era da sostituirlo, c’era solo da portare avanti un lavoro come lui ha insegnato, non tanto a livello artistico in quanto è impossibile eguagliarlo.
Ferri ha abbinato un talento naturale ad una dedizione al lavoro pazzesca, facendo un percorso che è un esempio per tutti quelli che vogliono intraprendere questo lavoro.
Io ho cercato di seguirlo, a livello comunicativo, nella costruzione della copertina; Zagor è uno dei fumetti popolari per eccellenza, quindi bisogna seguirlo da questo punto di vista.

A proposito di copertine, ho recentemente incontrato Emanuele Taglietti (copertinista anni ’70 di
classici dell’erotismo quali Zora, Sukia, Belzeba, etc., ndr) il quale mi raccontava che non firmavano
le copertine, perché avevano paura della censura. È successo qualcosa di simile anche con Zagor?
A me personalmente no, anche perché i tempi sono cambiati da allora!
L’unico episodio che mi è successo, e’ stato quando disegnavo Tex, durante la lavorazione del numero 682 “Il ritorno di Lupe”. Ad un certo punto, disegnai la protagonista poco vestita, perché era svenuta, quindi le scese un po’ l’abito, ed io accentuai leggermente le sue nudità.
Diciamo che mi hanno fatto capire che bisognava tenere un certo rigore istituzionale della testata, nonostante i tempi fossero cambiati, ma è stata più la richiesta dello sceneggiatore che della casa editrice chiedendomi di coprirla maggiormente, ma non posso certo parlare di censura.
Con Zagor non è mai successo, anche perché capisco che tipologia di lettori abbia, quindi sono io il primo a non proporre cose del genere, che possano andare contro alla filosofia zagoriana, anche se Ferri ci ha dato un parco di eroine femminili veramente eccezionali ed affascinanti.

Tempo fa, si è dibattuto sulla fisicita’ di Zagor. Può dipendere anche dal fatto che tu sei un amante dei Supereroi, pertanto, proponi un disegno con muscoli un po’ più accentuati?
Si’, diciamo che come lettore amante di Spiderman e degli X men, ci può stare. Io però so benissimo chi è Zagor, e non lo confondo certo con Conan o quant’ altri. Chiaramente ho anche io i miei punti di riferimento, come li aveva Ferri ai suoi tempi quando l’ha creato.
Io mi sono basato sul fisico dei nuotatori, anche perché ho frequentato una scuola di pallanuoto a
Como da ragazzo, quindi ho ben presente la fisicità di un atleta, e da lettore l’ho sempre identificato cosi’.
Anche perché lui passa da una liana all’altra, e se andiamo a vedere ha il fisico di un atleta.
Direi che è un po’ come il canone di bellezza femminile, oggi è diverso rispetto a cinquant’anni fa, diciamo che è stato un po’ adeguato ai tempi odierni.

Hai disegnato la copertina storica di “Fumo di china” per l’incontro tra Tex e Zagor, dove spicca uno
Zagor con la basetta bianca perché invecchiato.
Una cosa che mi ha sempre un po’ stupito, è che i classici come Mister No, Zagor, Tex etc., non sono mai invecchiati, mentre le nuove proposte (anche se oramai sono passati quarant’anni), Dylan Dog, Martyn Mystere etc., seguono il passare del tempo.
Secondo te, è possibile che un domani Zagor invecchi?
Questo non lo so, dovresti chiedere agli sceneggiatori. Diciamo che, personalmente, non sono contrario a questi crossover anche perché ti fanno anche da riscontro di come i lettori prendono la cosa. La regola principe è che gli eroi non invecchiano mai, sono sempre belli e buoni … e da una parte e’ giusto cosi’, perché sono dei simboli.
Diciamo che ultimamente il trend e’ un po’ quello di farli invecchiare, vedi anche Batman, Superman … non so se per motivi narrativi per trovare idee nuove.
In Bonelli, ci sono già stati esperimenti di questo tipo, approvati da Sergio, come l’incontro tra Martyn Mystere e Mr. No, dove proprio quest’ultimo che era il suo personaggio più rappresentativo, era molto invecchiato.
Anche quando qualche lettore mi diceva che non era possibile a causa dei periodi diversi nei quali si svolgono le avventure, io ribadivo il mio “perché no!”.
Non c’è nulla di prestabilito, soprattutto parlando di fumetti si può fare un po’ tutto quel che si vuole, almeno li’, non mettiamo dei paletti.

Che progetti hai per il futuro? Hai qualche novità in cantiere?
Ho tante idee, ma come per tutti, il tempo è sempre poco. Mi piacerebbe fare una storia su un mio personaggio o comunque in un altro formato, non il classico Bonelli, tipo il cartonato francese.
I sogni sono fatti per essere realizzati, basta avere il tempo … però per adesso non posso dire niente, sono contento e mi ritengo molto fortunato ad essere in compagnia di Tex e Zagor … alle volte anche insieme!

Alessandro Piccinelli
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