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Recensione : Alfredo Caforio – The Post Man

Il producer brindisino Alfredo Caforio realizza The Post Man, una raccolta dub-techno avvolgente e nebulosa, con ritmi cadenzati e suoni intriganti, dalle molteplici connessioni elettroniche.

Il giovane producer brindisino Alfredo Caforio, classe ’87, formatosi presso la locale Transition Lab, approda su Out-ER con il suo nuovo album The Post Man.

Un salto meritato, dopo le buone cose viste col collettivo pugliese, espressione di un movimento in crescita, e in cui figurano altri validi artisti tra cui Limo, Guido Nemola, Buck e Jacopo Aluzzi, un gruppo di producer che sta facendo un bel lavoro e che comincia a raccogliere riconoscimenti interessanti anche su più ampia scala a livello internazionale.

Il disco di Alfredo è costituito da otto tracce per quasi 50 minuti di musica, sostanzialmente una dub-techno avvolgente e nebulosa, lenta ma potente, con ritmi cadenzati e suoni intriganti. Ma non è tutto qui, inquadrare come dub-techno la produzione di Caforio sarebbe riduttivo, in quanto contiene in sé rimandi ad un più ampio spettro di connessioni elettroniche.
L’impianto strutturale del disco è semplice, minimale, mira a trasportare con sé l’ascoltatore innestando le sue variazioni sul tema, le sue divagazioni sonore.

16b è un ottimo opener, un dub arrancante e lentamente cadenzato, che lascia cadere in uno stato di torpore e prepara ai successivi passaggi. In 18,58 si sveglia il battito, e la faccenda si fa moderatamente più frizzante, ma sempre all’insegna di un tocco soft che lascia l’atmosfera ovattata quanto basta per rimanere nel tema della raccolta.
La successiva 902 ricorda i suoni house soft di casa AMAM, in particolare il versante agent 000 e Renato Figoli; il battito si defila per lasciar posto ad un’ambientazione eterea.
La corsa riprende con la ritmata 9090, che si insinua nel cervello producendo un loop di sinapsi, seguita da Sunmo, tanto coinvolgente quanto straniante, dal battito più rapido e intenso.
Quindi si trova la psichedelica Fool, una traccia pienamente cerebrale che rimanda alla house mentale degli ultimi Clover con l’album “Processes”.
Avviandoci verso la conclusione, ancora degna di nota è la bellissima Flowers, traccia migliore e summa della raccolta, in cui si raggiunge il perfetto equilibrio tra un battito appena accennato e le atmosfere oniriche della particolare dub-techno-house-minimale di casa Caforio.

Un ottimo lavoro e un riconoscimento importante per un promettente artista.

Tracklist:
01. 16b
02. 18.58
03. 902
04. 9090
05. sunmo
06. Fool
07. Flowers
08. Four Rests

ALFREDO CAFORIO – FAcebok

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