Wolfgang Amadeus Mozart, il più grande compositore di tutti i tempi e, sicuramente il più famoso, alla pari con Beethoven, venne glorificato dall’opera teatrale di Peter Shaffer, dal titolo Amadeus, dove veniva raccontata la sua calata in quel di Vienna tra il 1782 e l’anno della sua morte, il 1791, ed il suo rapporto burrascoso con l’italiano Vittorio Salieri, compositore di corte e acerrimo nemico del genio austriaco.
Nel 1984 il regista Milos Forman, autore di altri due capolavori come qualcuno Volò Sul Nido del Cuculo (1975) e Hair (1979), diresse la trasposizione cinematografica e Amadeus divenne la biografia più riuscita della storia del cinema, vincitrice di otto premi oscar ed una manciata di nomination, quattro Golden Globe e svariati premi in altrettanti manifestazioni del mondo del cinema.
Il film è un capolavoro: la congiura, molto probabilmente fantasiosa, del buon Salieri ai danni del divino compositore, è raccontata tramite un’escalation drammatica, valorizzata dai due straordinari interpreti, Tom Hulce nei panni di Mozart e F. Murray Abraham in quelli del musicista veronese, splendidi protagonisti delle vicende raccontate nella pellicola con un piglio tragico e dark, che fa del film una spettacolare e riuscita amalgama tra la musica e le vicende narrate.
Mozart, descritto come un uomo superficiale e grottesco, lascia al suo genio compositivo tutta la sua fortuna che egli disperde, fino all’impoverimento ed alla tragica morte, invidiato da un Salieri che non si capacita come un uomo tanto inetto, sia stato scelto da Dio come destinatario di un talento smisurato.
La sublime arte di Mozart sta tutta nelle scene accompagnate dalla sua musica, tratta da opere straordinarie come Le Nozze di Figaro, Il Flauto Magico e sopratutto Il Don Giovanni, clamoroso capolavoro classico ed opera che raggiunge la perfezione, alla pari del fantomatico Requiem.
Ed è proprio l’ultima parte del film, quando un’ormai sconvolto dall’invidia e mascherato Salieri, ordina ad un Mozart devastato dagli abusi e dalla malattia, la messa da requiem, che il film decolla, drammatico, tragico e stupendamente dark, così come le note scritte sul letto di morte dal compositore salisburghese, in un turbinio di emozioni che portano all’inevitabile fine ed alla sepoltura in una fossa comune, destino di ogni pover’uomo dell’epoca.
Una lotta senza esclusione di colpi tra il serioso e timorato Salieri ed il comportamento fanciullesco, scandaloso ma tremendamente affascinante di un Mozart, rockstar ante-litteram, diviso tra genio e follia in un susseguirsi di vicende che inchiodano lo spettatore per le oltre due ore di programmazione, tra gli sfarzi di corte e la squallida vita popolare dell’epoca.
Un film consigliato a tutti, specialmente ai giovani e a chi, peccando, se lo perse qualche anno fa: uscito anche nella versione director’s cut, con una ventina di minuti in più, Amadeus è un film imperdibile per chi ama la musica, non solo quella classica, apparentemente lontana ma, come dimostrato negli anni, vicinissima al mondo metallico. Capolavoro epocale.
Regia: Miloš Forman
con
F. Murray Abraham: Antonio Salieri
Tom Hulce: Wolfgang Amadeus Mozart
Elizabeth Berridge: Constanze Weber
Simon Callow: Emanuel Schikaneder
Roy Dotrice: Leopold Mozart
Christine Ebersole: Katherina Cavalieri
Jeffrey Jones: imperatore Giuseppe II
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