C’è un rapporto d’amore e odio fra me, Amaury Cambuzat e i suoi lavori: se apprezzo e considero valido il suo lavoro con gli Ulan Bator (sua primigenia creazione), difficilmente riesco a digerire il suo operato quando si sposta in altre band. A cambiare le carte in tavola, però, ci pensa questo The Sorcerer, primo album solista del nostro artista, sonorizzazione del film muto Tabù (1931) di Fredrich Wilhelm Murnau (quello di Nosferatu, giusto per capirci).
Ad aprire è la lunga, frizzante ed ossessiva South-Seas, che, come se fosse in moto perpetuo, insiste e persiste con freschezza e vivacità per tutta la sua durata, fino a sciogliersi su fluide note di chitarra. Vodoo Doll, subito dopo, si affida a un tappeto di percussioni, su cui si stagliano, sullo sfondo, elettronica e chitarre, mentre le successive The Rope e The Sorcerer (Theme), entrambe al di sotto dei 2 minuti di durata, si caratterizzano per la loro capacità evocativa (ansiogeno e inquieto il primo pezzo, solare e rilassante il secondo). La Nuit è ancora cupa e tenebrosa ma, se Palm Trees si fa più solare, è solamente con Tropical Waves che possiamo finalmente distendere i nervi, i muscoli e la mente (grazie al suo lento e pacato muoversi). The Pearl è frizzante e vivace nel suo arpeggio, nonché totalmente ipnotica e ossessiva nel suo infinito ripetersi (interrotto solo dall’entrata in scena di Romanticism e dalle sue grevi note di pianoforte, su cui si appoggia una melodia dolce e morbida). Money infrange l’idillio, con la sua elettronica singhiozzante e i suoi gemiti chitarristici mentre The Sorcerer (Part 2) è portatrice di pace e calma, nei suoi quasi 7 minuti di durata. Infine, Shaman’s Malediction con le sue note dilatate, lascia presto spazio a Tabù che, con quiete e relax, mette fine al disco, grazie alle sue melodie delicate, evocative ed oniriche.
Amaury Cambuzat ci propone un lavoro tanto bizzarro quanto interessante. Nonostante l’assenza del supporto video, il disco convince e conquista. Le canzoni sono spesso brevissime, poche volte di lunghezza “normale”, raramente decisamente ampie. Qualità comune a tutte è, però, quella di riuscire ad essere complete e in grado di evocare pensieri e immagini. Possiamo intravedere echi alla Faust, alla Swans e, in generale, sonorità mitteleuropee, dietro a questi 13 pezzi (ma tutto ciò non disturba, non è mai eccessivo). The Sorcerer risulta esser un lavoro fresco, originale ed evocativo: buon ascolto.
TRACKLIST:
01. South-Seas
02. Vodoo Doll
03. The Rope
04. The Sorcerer (Theme)
05. La Nuit
06. Palm Trees
07. Tropical Waves
08. The Pearl
09. Romanticism
10. Money
11. The Sorcerer (Part 2)
12. Shaman’s Malediction
13. Tabù