Spesso la provincia, anziché le grandi metropoli, cela tra le sue pieghe anguste ma volitive realtà musicali che sanno sorprendere l’ascoltatore e stimolarne l’attenzione. La ridente Teramo terra delle mie adorate Wide Hips 69, ma non solo loro, è una di queste ed è da lì che provengono questi Amelie Tritesse giunti al loro secondo album con la voglia e l’urgenza di dire un sacco di cose e di dirle con la giusta carica ed attitudine.
Certo la loro formula con il cantato in forma parlata e declamatoria su basi spesso di elettronica “povera” ed ossessiva non può che rimandare l’attenzione a band quali Massimo Volume o Offlaga Disco Pax ma attenzione perché tra i solchi di Sangue di provincia si nasconde qualcosa di più, o di diverso, rispetto alle due ingombranti realtà succitate.
Innanzitutto rispetto ai primi si nota un’ironia ed una (presunta) leggerezza che li differenzia dall’eccessiva vena seriosa e filosofica del gruppo bolognese, mentre nei confronti dei secondi è assolutamente assente la foga – sia pur “leggera” – ideologica qui sostituita da storie semplici ma al tempo stesso cariche di un visionario senso di drammaticità intrinseco.
Facciamo dei piccoli esempi nell’iniziale Le confessioni ci sono certamente i Massimo Volume ma suonati con l’estro dei Devo mentre nella seguente Guantoni io ci trovo lo spirito drammatico e iconoclasta dei Suicide, se vi va datemi pure del pazzo. Proseguendo si ascoltano l’arpeggio iniziale che si trasforma in un pezzo nel quale il formato canzone è maggiormente rispettato di Questa è la città, le improvvise e repentine accelerazioni di Sangue di provincia, l’inizio space che mi ha ricordato i secondi Man or Astro-Man? di Seymandi, l’apparente languidezza di Cristo tra i muratori per chiudere con la lunga ed ipnotica Wojtek.
Un disco questo degli Amelie Tritesse certo non di facilissima ed immediata fruibilità ma ricco di particolari affascinanti ed inaspettati che molte volte appaiono dopo una serie di ascolti. Un ultimo appunto prima di concludere, peccato che i gloriosi biancorossi del Teramo calcio non siano giunti per uno strascico dovuta ad una combine al’agognata meta della serie b ; ricordo ancora l’invasione di Savona quando la compagine abruzzese conquistò la promozione giocando contro gli odiati biancoblù, ci ha pure giocato mio figlio ma li odio lo stesso, una tale passione meritava ben altra soddisfazione, che la gloria sia solo rimandata.
Viva la provincia italiana sia musicalmente che musicalmente.
TRACKLIST
1) Le confessioni,
2) Guantoni,
3) Questa è la città,
4) Uno stratosferico coglione,
5) Sangue di provincia,
6) Seymandi,
7) Son of Italy,
8) Cristo tra i muratori,
9) The greatest of Joe Ventuno,
10) Wojtek
LINE-UP
Manuel Graziani, Paolo Marini, Stefano Di Gregorio, Cristiano Pizzuti