Se pensiamo alla fantascienza siamo abituati ad immaginare pianeti lontani, navicelle spaziali e creature mostruose. In questo caso particolare Il Cromosoma Calcutta rimane legato all’aspetto più letterale del termine, in quanto di parla di scienza da laboratorio, di ricerca, di provette, campioni, camici e analisi ematiche.
Sul limite di un confine difficile da identificare, Amitav Ghosh si muove con estrema maestria e crea un racconto avvincente, verosimile, in cui diventa quasi impossibile capire cosa sia realtà e cosa sia finzione letteraria.
Le sequenze temporali di questo romanzo sono costruite a regola d’arte; i pezzi del racconto vengono scelti e aggiunti con estrema cura, a suscitare sempre di più l’interesse nella lettura.
I personaggi, pur provenendo da luoghi e tempi lontani e non avendo apparentamenti punti in comune, si avvicinano e si incontrano in quanto legati da un comune denominatore.
Ed è così che Antar ritrova per caso una tessera di riconoscimento e viene a conoscenza delle vicende di Murugan, disperso a Calcutta mentre stava investigando su Ronald Ross, colui che aveva scoperto i metodi di trasmissione della malaria. Le scoperte di Ross però non sono così lineari, c’è qualcosa al di là di quello che appare: cospiratori in grado di condizionare il succedersi degli avvenimenti, che non sono poi così casuali, e di minacciare coloro che si oppongono al “progetto”.
Una indagine nell’indagine, districata su due livelli: Antar che cerca Murugan che cerca Ross e l’indagine scientifica che si sovrappone a quella parallela della ricerca del Cromosoma Calcutta, l’elemento nascosto in grado di modificare la natura del’uomo, paragonabile ad una religione con tanto di divinità, magia, riti e fenomeni inspiegabili.
Ghosh ha capacità descrittive estremamente gradevoli, sembra davvero di essere a Calcutta, di patire il caldo e sudare, di sentire gli odori forti e provare il disagio che provano i personaggi.
Unica pecca la poca chiarezza nel determinare la soluzione finale dell’aspetto filosofico e metafisico. Rimangono infatti da determinare chi erano i personaggi che muovevano i fili, ma forse trattandosi proprio di filosofia, ad ognuno la propria risposta.
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