Nessuna morbida intro di chitarra acustica come nell’apertura del primo brano di Berserker, del 2019, Il dodicesimo album degli svedesi Amon Amarth, pubblicato dalla Metal Blade Records ad inizio Agosto, ci impone un sveglia più decisa, all’alba c’è un duello d’onore: “Your slander shows your inner fear, hiding behind words of spite […] Choose blade, sword or axe, It doesn’t matter what you bring, when the sun begins to wax, come find me in the ring” / “La tua calunnia mostra la tua paura interiore, nascondersi dietro parole di dispetto […] Scegli coltello, spada o ascia, non importa cosa porti, quando il sole inizia a sorgere, vieni a cercarmi sul ring” (Get In The Ring).
Tematiche riguardanti l’invasione di terre d’ Albione saranno al centro delle liriche del death viking metal di The Great Heathen army, Dawn Of Norsemen e Saxons And Vikings, dove troviamo alla voce la collaborazione di Biff Byford dei Saxon, mentre il blast beat di Oden Owns You All ci conduce in una pianura durante la tensione pre-battaglia.
Il quintetto nordico, al secondo album con l’attuale formazione (Johann Hegg alla voce, Olavi Mikkonen e Johann Söderberg alle chitarre, Ted Luström al basso e Jocke Wallgren alla batteria), ci regala visioni di feste alcoliche nel Valhalla nella death/power Heidrun, nome della capra che secondo la mitologia norrena non produce latte ma idromele, con il quale guerrieri vichinghi sognano di riempire vasche in cui fare il bagno.
A chiudere l’opera, con la presenza di sonorità classicheggianti ed heavy, una discesa epica nelle profondità del regno dei ghiacci, dove riposano i morti non in battaglia, e quindi non meritevoli del Valhalla.
Al termine del viaggio, il protagonista, giunto di fronte ad Hel, dea di quelle lande, e mostratole il suo cuore privo di paura, comincia l’insperata risalita.
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