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Recensione : Animic – Hannibal

Crepuscolo di democrazie deboli e malate, dove prima suonava una falsa arpa ora ci sono sfumati canti di guerra e suadente morte. Ci siamo illusi di aver tenuto lontano da noi i barbari, salvo accorgerci con immenso ritardo che quegli stessi bruti eravamo noi, ormai stabili nei nostri formicai.

Gli Animic musicano questa decadenza, questi nuovi tramonti e sono la dolcissima colonna sonora della nostra disgregazione. Rock rallentato, atmosfere cupe, morfina che rende migliore e quasi sublime il nostro dolore. Il gruppo proveniente da Collbato arriva in gran spolvero al quinto disco, ed abbandona le arie folk per dedicarsi ad un più corposo ed oscuro rock. E’ come vedere la fine del mondo a filo d’acqua, tutto è sfocato eppure sembra bellissimo.
Gli Animic sono una bellissima realtà, e con grande maestria ci fanno vedere che il nostro sogno in realtà è sempe stato un incubo. Hannibal è un disco davvero bello e magneticamente oscuro, un fiore nero in una radura malata.

Tracklist:
1 Horse’s mane
2 The others
3 Hannibal
4 Rai blanc
5 Wooden Gun
6 El crani i la serp
7 Skeletons
8 Oraciò
9 Shoot’em up

www.bcoredisc.com

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