iye-logo-light-1-250x250
Webzine dal 1999

Anja Schneider (mobilee Records)

Anja Schneider (mobilee Records): Abbiamo incontrato Anja Schneider qualche tempo dopo la pubblicazione del suo album di debutto "Beyond The Valley". Anja...

Abbiamo incontrato Anja Schneider qualche tempo dopo la pubblicazione del suo album di debutto “Beyond The Valley”. Anja si è dimostrata gentile e molto simpatica, una persona solare dotata di un fascino non comune. Abbiamo parlato dell’album, del suo programma radiofonico, dei progetti della sua etichetta Mobilee e di molto altro.

Abbiamo incontrato Anja Schneider qualche tempo dopo la pubblicazione del suo album di debutto “Beyond The Valley”. Anja si è dimostrata gentile e molto simpatica, una persona solare dotata di un fascino non comune. Abbiamo parlato dell’album, del suo programma radiofonico, dei progetti della sua etichetta Mobilee e di molto altro.

1. Anja, oltre al programma radiofonico, all’etichetta, alle serate come dj, hai trovato il tempo per un album. Come riesci a gestire tutto questo?

Ogni cosa dipende in qualche modo dall’altra. In tutta onestà, non rappresenta un lavoro per me, si tratta di una forte passione. Amo fare radio, amo occuparmi della mia etichetta e amo fare la dj. Fortunatamente non ho mai avuto pensieri del tipo: “Mio Dio, devo preparare il mio programma radio e poi correre in studio”. Tutto quello che faccio, viene fatto con grande professionalità ma nello stesso tempo con grande passione.

2. Partiamo dal tuo show radiofonico ogni Sabato sera su Fritz Radio (www.fritz.de)?

Sto portando avanti il mio show radiofonico “Dance Under The Blue Moon” da 7 anni. Non si tratta di un paio di ore di musica mixata ma vengono trasmessi pezzi di musica elettronica, i quali vengono introdotti, contestualizzati, soprattutto ne viene dato il titolo e l’etichetta. Cerco di raccontare le storie dietro ai pezzi, informare l’ascoltatore con notizie relative agli artisti e alle etichette. Ultimamente sto cercando di focalizzare la mia attenzione sulla musica elettronica da club.

3. A proposito, quale pensi possa essere il futuro della musica elettronica?

Mi sembra che la musica elettronica si stia concentrando sempre di più sulla melodia.

La gente vuole tornare a casa, dopo una notte trascorsa in giro per club, con una melodia in testa. Non solo minimal techno ma più elementi in musica, la direzione sembra essere verso l’inclusione di elementi funky e io sono sempre stata funky. Questo è un ottimo segnale. Si sta cercando il groove. Sono molto contenta della direzione che sta prendendo la musica elettronica.

4. Parliamo invece della tua etichetta Mobilee?

Mobilee ha compiuto 3 anni. Gli ultimi singoli sono stati di Marcin Czubala e Gummihz, che hanno in programma i rispettivi album di debutto.

Esce in questi giorni l’album di Marcin Czubala. E’ in preparazione invece l’album per Gummihz. E’ una sorta di grande famiglia.

5. E, ovviamente su Mobilee, è uscito anche il tuo album “Beyond The Valley”.

Puoi parlarcene? Possiamo considerarlo un concept-album?

Ti ringrazio per considerarlo tale ma in realtà “Beyond The Valley” non è un concept- album. E’ piuttosto il frutto del lavoro fatto ogni giorno nel mio studio. Ho cercato di raccogliere le emozioni e le sensazioni provate nel week-end in giro per i club e ho cercato di ricrearle in studio per includerle nel mio suono. E’ frutto anche del mio lavoro di dj, da ascolti e dalla curiosità con cui ho assistito a tali eventi. E’ un lavoro molto personale. “Beyond The Valley”, per certi versi, è oscuro, impenetrabile, un viaggio dove tutto può accadere: ti offre la possibilità di avventurarti nella tua parte oscura, nell’altra tua metà.

6. Cosa succede a Berlino? E’ sempre al centro della musica elettronica?

A Berlino la scena è sempre vitale e in fermento, ci sono tante ottime etichette come Get Physical, Minus, ovviamente Mobilee, e la Bpitch Control di Ellen Allien, che è una mia cara amica. Ho molto rispetto per lei e la stimo per quello che ha fatto, considerando che si tratta di una donna e quindi in un certo senso sono stati più difficili gli inizi e più difficile affermarsi.

Una buona parte della musica migliore viene prodotta a Berlino per via di tutti gli artisti che ci vivono o vi si stanno trasferendo ma non esiste un “suono di Berlino”, Berlino non ha un suono specifico ma tante sfumature.

7. E tra gli italiani c’è qualcuno che ti piace in particolare?

Tra gli italiani mi piacciono i Pasta Boys e mi piace anche Lucio Aquilina che ha fatto cose interessanti su Cocoon. Naturalmente mi piace molto quanto viene prodotto in Italia. Il fatto è che viene prodotta ottima musica in ogni parte del mondo e ci sono molti artisti che stanno crescendo e si stanno affermando, Italia compresa.

8. Qualche disco da isola deserta?

Kraftwerk “Computer World” e, ovviamente, Anja Schneider “Beyond The Valley” (ride..)

9. Di cosa sei maggiormente orgogliosa?

Sono molto orgogliosa di aver avuto l’opportunità essere parte dell’ambiente musicale e di aver trasformato la mia passione in un lavoro. Ho avuto la fortuna di incontrare nell’ambiente musicale persone straordinarie e interessanti.

10. Cosa vorresti dimenticare?

..la mia età (ride..).

- Anja Schneider (Mobilee Records)

foto di Francesca Corrias

Share:

Facebook
Twitter
Pinterest
LinkedIn
Get The Latest Updates

Subscribe To Our Weekly Newsletter

No spam, notifications only about new products, updates.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE

Frontiere Sonore Radio Show #8

Monos, Klo’s quintet, REMY VERREAULT, Linda Silver, The Men, Roberto Colombo, Roger Robinson, Vagina Moster, Sly Asher & Les Vieux Mogos ecco gli ingredienti di questa ottava puntata

The Dictators – s/t

The Dictators: col loro proto-punk del debut album “Go girl crazy!” e dischi come “Manifest destiny” e “Bloodbrothers”, e capeggiati dal frontman Handsome Dick Manitoba, sono stati tra le band che, nella prima metà dei Seventies, hanno inaugurato (e anche chiuso, trent’anni più tardi)