Quando avevo Distorsioni ho visto cose che voi umani non potete nemmeno immaginare: in quei pochi metri quadrati di negozio (anche se la parola negozio può risultare fuorviante) è passata una fauna umana davvero composita – 97,8% uomini soli (cit. Pooh) – molta della quale si è con il tempo trasformata da avventore ad amico.
Fra questi, menzione d’onore va a colui che noi chiamavamo, e chiamiamo tuttora, il Maestro. Ogni volta che entrava ed io gli mostravo la lista delle nuove uscite lui era solito prorompere con un lapidario “si cresce, si cambia” mostrando così la sua intenzione di investire meglio, o quanto meno in altro modo, i propri risparmi. Intenzione, peraltro, sempre disattesa. Le parole del maestro mi tornano in mente adesso, mentre ascolto il nuovo disco degli A.S.E. che, crescendo e cambiando, compiono un doppio salto mortale, carpiato con avvitamento, proponendo otto canzoni che si discostano, e di parecchio, da ciò che la band alessandrina ci aveva abituato a sentire. La virata è davvero sorprendente per noi che eravamo abituati al loro punk’n’roll spedito, senza compromessi, e ci ritroviamo alle prese con una canzone dylaniana come Giornata da leoni, il blues chessiano di Luna park e di Estate ’93, il country di 80 cc. o il folk poguesiano di Mesopotamia – in assoluto il mio pezzo preferito del lotto. Sia chiaro, i nostri rivelano di avere un feeling veramente insospettato con queste sonorità confermando la mia idea che quando l’attitudine è giusta, non si è mai scontati.
La confezione con cui si presenta il disco – che è poi un concept
sull’adolescenza – è corredata da un libretto con trenta brevi racconti, alcuni geniali come Tony il tossico del quartiere, Michele l’intenditore e Pianeta Porconia. L’insieme è quindi caricato di una tensione importante, attraverso la quale questa nuova uscita degli A.S.E. ci appare come uno scrigno di emozioni che narrano, con semplice efficacia, un periodo difficile e delicato della vita.
Crescere nell’alessandrino pare non sia poi così facile, ma il punk, o il blues, il rock’n’roll, i libri , le poesie, i grigi, a qualcuno, più d’uno, hanno certamente salvato la vita… ed anche un anno senza estate non può far paura a cuori così impavidi.