Dopo anni passati ad ascoltare album prog metal belli ma, più o meno tutti uguali, ecco che, come d’incanto, negli ultimi tempi arrivano alle mie ormai insane orecchie piccoli gioielli di questo genere.
Peraltro questi dischi, oltre ad essere grandi magnifici, possiedono ciascuno caratteristiche diverse e una propria identità, così, dopo le meraviglie tutte italiane come Eldritch, Lucid Dream e Active Heed e le risposte straniere a nome Leviathan, da oltralpe, precisamente da Basilea, un’altra band decide di farmi saltare sulla sedia ad ogni passaggio di un album che mi davvero entusiasmato.
A New Beginning è un caleidoscopio di suoni che vanno dal classico metal prog, al progressive settanti ano spruzzato di quel metal caro ai Nevermore, passando dal new prog inglese di band come Pendragon e i Threshold meno metal, quelli con Damian Wilson al microfono, per ricamare il tutto con una voce in growl che accompagna quella pulita in vari momenti dell’album, rendendo il tutto estremamente originale.
Gli Appearance Of Nothing sono attivi dal 2004 e, dopo un demo nel 2006, arrivano all’esordio sulla lunga distanza con “Wasted Time” del 2008, bissato dal successivo “All Gods Are Gone” del 2011, quindi, agli albori del 2014 ecco il terzo album che esploderà nelle casse del vostro impianto se avrete la voglia di dargli una chance.
I musicisti sono tutti ovviamente molto bravi, ma scordatevi esibizioni di tecnica fine a se stessa, in questo lavoro regna incontrastata la forma canzone, un songwriting ottimo che rende l’album un piacevolissimo ascolto anche quando i brani superano i dieci minuti; così, dopo Chains of History, che da via alle danze, Without a Reason con i suoi accenni al thrash, le vocals death e quell’atmosfera da consumata band prog, ci spiazza ad ogni passaggio.
È un suono cangiante, tra luci e ombre, tensione e quiete, partiture veloci che in un nanosecondo diventano rallentate riflessioni musicali, per poi tornare a triturare i nostri padiglioni auricolari con sfuriate dove tutti gli strumenti all’unisono ci investono come una perfetta macchina metal.
Meravigliosa The Seer che, tra atmosfere da new prog inglese e death melodico scioglie ogni mio accenno di resistenza e lascia il palcoscenico alla title-track, una suite di quattordici minuti e l’episodio più puramente prog del lotto, tra momenti intimisti e fughe strumentali degni dei migliori protagonisti del genere.
Ancora un doveroso accenno alla metallica Echoes, altra top song del disco, dove compaiono momenti orchestrali sublimi e posizionata tra Forsaken e la conclusiva When the Glass Breaks, oscuro brano dai tratti epici che accompagna il lavoro verso un finale da brividi, consegnandoci un disco e una band che sarebbe un delitto ignorare.
A New Beginning è in definitiva un disco consigliato a tutti gli amanti della buona musica.
Track list:
1. Chains of History
2. Without a Reason
3. The Seer
4. A New Beginning
5. Forsaken
6. Echoes
7. When the Glass Breaks
Line-up:
Peter Berger – Guitars (lead)
Marc Petralito – Keyboards
Omar Cuna – Vocals, Bass
Patrick Gerber – Vocals, Guitars
Ronnie Wolf – Drums
3 risposte
Ciao,
ho letto la tua recensione e, pur rispettandola, non mi trova d’accordo. Ho avuto modo di ascoltare il loro lavoro e di vederli dal vivo a settembre dello scorso anno a Milano, insieme ai DGM ed ai grandissimi Circus Maximus. Onestamente non ci vedo tutta questa innovazione nella loro proposta; hanno una bella e potente sezione ritmica, ed è un peccato che sia limitata con dei riff sentiti e risentiti.. inoltre, tutte queste sezioni “progressive” non le ho ascoltate e direi che rientrerebbero in una categorizzazione più “power”. Sono da rispettare, ovviamente, chiunque si prenda la briga di spendere tempo e denaro in qualcosa in cui creda, è degno del massimo rispetto. Ripeto, non voglio mancare di rispetto, è solo che personalmente non li trovo così entusiasmanti. Spero di essere smentito con il loro prossimo lavoro. In bocca al lupo, ragazzi!
Ciao Roberto,beh io non ho parlato di innovazione,ma di una buona miscela di sonorita’.Probabilmente abbiamo due modi diversi di intendere il Prog,ascoltando per esempio i brani Forsaken e Echoes,mi sembrano palesi nei rallentamenti atmosfere piu’ settantiane.Questo e’ il bello della musica,alla fine i gusti sono gusti,avrei perferito che quel “grandissimi” fosse tutto per i nostri DGM,Band veramente sopra la media.Ciao grazie comunque e spero che continuerai a cliccare su iyezine.
Ciao Alberto grazie della tua recensione, mi ha fatto molto piacere che ti sei preso il tempo di riempirti le orecchie ascoltando il nostro cd. Spero di ritornare presto in Italia non solo per tatuaggi o vacanze ma per qualche tour.
Ciao Omar