Ricevo e recensisco,con grande e colpevole ritardo,questa compila da quelli che ormai sono diventati a pieno merito (e loro malgrado) amici di iye,gli imperiesi Le Carogne. Come ogni album che raccoglie gruppi diversi anche questa raccolta ha il merito,o il limite vedete voi,di essere estrememente eterogenea; fermo restando che operazioni di queato genere hanno il principale obbiettivo di far conoscere e possibilmente valorizzare realtà anche molto diverse fra loro.
Ma andiamo ad analizzarle una per una le sette bands che vengono riunite da i La Mano bros. nelle ordnie in cui compaiono così da non scontentare nessuno.
L’onore di dare l’avvio alle danze è appanaggio dei patavini Human Tanga che non sfigurano affatto con il loro punk-rock u.s.a. style di scuola misfitsiana,seguono a ruota i lecchesi Ex-monroe che già a me piacciono meno con il loro hard-core troppo “carico” penalizzato da un vocalist che non incontra per nulla il mio gradimento,e poi l turno dei torinesi Kelvins che propongono due buoni pezzi: “Fucking what idot” che sa tanto di Toy Dolls ed il buon punk’n’roll di “Missisipi breath”.
Si volta pagina e si arriva a quello che in gergo tennistico si chiama la parte bassa del tabellone:l’inizio è affidato agli Haji che con il primo pezzo “Stewie & shotgun” mi deludono un po’ in quanto troppo h/c ma che sanno fare meglio con il successivo “Marvin Hagler” che suona decisamente più punk-rock,il proseguio è affidato all’unico gruppo del lotto che già conoscevo i Bermudas dall’estremo ponente ligure e devo dire che il buon ricordo che avevo di loro è confermato in quanto le due canzoni che propongono lo psychobilly in stile Meteors di “In your bones” e l’ottima versione acustica di “Lucky 17” valgono davvero il prezzo del biglietto.
Un discorso a parte lo meritano le sopracitate Carogne già incensate su queste pagine dal sottoscritto (e altrove da firme ben più pregiate); nei due pezzi che presentano su questa compila le loro doti sono più che confermate,la prima “Kaos pad blues (rivolta culturale?)” è uno spiazzante garage-punk futuristico che potrebbe lontanamente ricordare i secondi Man or astro-man? mentre la successiva “Invettivaretoricoqualunquista” è rock’n’roll lo-fi come solo i miglior Makers sapevano offrire.
Il compito di chiudere il cartellone tocca all’unica band straniera i transalpini Noize Kommando che colpiscono molto favorevolmente con “I’m dead” che rimembra gli inarrivabili Dead Kennedys persino nella voce,per poi calare leggermente con “Kiss your girl goodbye” che risente di un eccessivo minutaggio,diciamo che in questo caso il termine di paragone è con i Lard più prolissi.
Ad ogni buon conto giova ricordare che iniziative di questo genere vanno attivamente supportate perchè è in queste compile,e non in quelle mainstream,che vive il nostro piccolo mondo antico…e che Fogazzaro non me ne voglia.
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