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Recensione : Asa – Noir – The Fall Of The Idols

Il pregio degli Asa-Noir è quello di offire all’ascoltatore un lavoro di grande intensità, potenzialmente apprezzabile da un ampio spettro di appassionati, che va dai blacksters meno integralisti sino agli amanti del progmetal

Chi è alla ricerca di un album metal che sia contemporaneamente fantasioso, oscuro, epico e melodico, farà bene a procurarsi questo ottimo full-length di debutto dei finnici Asa-Noir, in uscita per la nostrana WormHoleDeath.

La band, fondata un decennio or sono da Ville Oravala (chirìtarra) e Ilkka Koivisto (batteria), ha preso inizialmente le mosse da un black di impronta norvegese per evolversi, con il tempo e con l’apporto di nuovi elementi nella line-up, in questa appagante veste che appare sufficientemente personale pur trattandosi della naturale amalgama di diverse nobili influenze.
Se l’intro strumentale Lokasenna ci suggerisce un’impronta epic, la successiva title-track farebbe sembrare inizialmente gli Asa-Noir come una versione ipervitaminizzata dei The Vision Bleak, salvo poi sfuggire repentinamente a questo accostamento grazie alla versatilità compositiva che sarà la costante dell’intero lavoro: i magnifici intarsi tastieristici di Toni Haapasaari spesso conducono la band a lambire territori prog metal con il costante supporto di una base ritmica di alta precisione, mentre le chitarre lavorano all’unisono nel tessere melodie evocative sovrastate dalla voce ruvida ma ineccepibile di Henri Asikainen.
Difficile soffermarsi sulle singole tracce, tanto le stesse vivono di mille sfaccettature, ognuna delle quali funzionale allo sviluppo dei brani e lontana da ogni autocompiacimento: infatti, The Fall Of The Idols non mostra un solo attimo di cedimento, mantenendo costantemente un andamento spumeggiante grazie all’indubbia orecchiabilità dei brani (sempre tenendo ben presente che cosa si intende in tale contesto allorchè si parla di facile fruibilità).
Il pregio degli Asa-Noir è quello di offire all’ascoltatore un lavoro di grande intensità, potenzialmente apprezzabile da un ampio spettro di appassionati, che va dai blacksters meno integralisti sino agli amanti del progmetal; sicuramente la base symphonic black in certi frangenti porta la band finlandese a sfidare sul loro terreno mostri sacri quali i Dimmu Borgir, superandoli però per la freschezza e la capacità di sintesi della proposta.
Quella stessa sintesi che mi deve spingere a chiudere qui dicendo, chiaramente e senza ulteriori indugi, che The Fall Of The Idols è un gran bel disco, assolutamente da avere.

Tracklist:
1. Lokasenna
2. The Fall of the Idols
3. The Cosmogonic Process
4. Solitude in Silence
5. Hawthorns
6. Rise of the Lokean
7. Naglfahr Lounge Music
8. Spirit of the Unrest
9. Torn by Thorns
10. Drowning

Line-up :
Henri Asikainen – Vocals
Ville Oravala – Guitars
Kalle Hotti – Guitars
Toni Haapasaari – Keyboards
Antti Koivisto – Bass
Ilkka Koivisto – Drums

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