Si potrebbe scrivere una recensione fatta solo di citazioni di questo disco. Dunque ho deciso di non citare nessuna rima, di non parlare di nessun titolo, ma solo di significati, impegni, progetti e sogni, che questo album racchiude. Troppi spunti, troppe verità troppi problemi esplicati troppo bene. Si può solo dire bravi. Si grazie, dopo vent’anni di carriera nobile, umile e impegnata così, non ci si può salvare con un semplice bravi. Ma anche in questo caso i complimenti si sprecherebbero, per artisti che di complimenti non ne vogliono e tanto meno ne hanno bisogno. Ragazzi, anzi Uomini che preferiscono nettamente i fatti alle parole.
Sono questi gli Assalti Frontali, una lunga carriera fatta di testarda ostinazione, coraggiosa, di lotta, di sogni e aspirazioni. Rap con un solo scopo, passare un concetto, un’idea, che sta prendendo piede sempre di più, senza mai risultare banali o ripetitivi. Parlano della vita, di quella di tutti i giorni, di quella che vive ognuno di noi. Dunque sono la precarietà, la crisi, razzismo, il consumismo i temi principali fondamentali di questo disco, armonizzato da qualche nota reggae e perché no, anche un po’ di schitarrate elettriche. Un album che invoca a pensare al futuro, ricordandosi del passato, per imitare i successi che hanno conseguito dei traguardi, e non ricadere negli errori già fatti. Torna la figura del lupo, ringhiante in copertina, che spinge a rievocare un’ istinto primordiale insito nella natura animale dell’uomo, quella della lotta per sopravvivere. Dunque è Rivolta la parola chiave dell’album, e degli Assalti Frontali in generale, ritornelli che sembrano inni, di una generazione stanca, in ginocchio che si riversa nelle strade, scuole, piazze e centri sociali, quei luoghi che ormai sono la casa del gruppo, casa che accoglie sempre più persone unite dalla stessa passione.
Non vi dico di comprarlo, e neanche di ascoltarlo, sono sicuro che chi leggerà questa recensione, ha già sulla scrivania una copia del disco. E per chi non ce l’ha, consiglio di non limitarsi ad ascoltare solo questo; perché gli Assalti Frontali sono un cammino, che non si può iniziare a percorrere dall’ultimo metro.
Tracklist:
1. Profondo rosso
2. Banditi nella sala (feat. Inoki Ness, Esa el Prez)
3. Spugne
4. Avere vent’anni
5. Mamy (feat. Tino Tracanna e Dorcas Mpemba)
6. Sono cool questi rom (feat. Ardimann, Marta Pistocchi)
7. Cattivi maestri
8. Roma meticcia
9. Lampedusa lo sa (feat. Willy Valanga Dorcas Mpemba)
10. Storia dell’orso Bruno