Parigi, 28 Febbraio 2018
Nel 2001 uscì l’album Relationship of Command. Nel 2001 gli At the Drive-In erano probabilmente la migliore band post-core al mondo. Nel 2018 è uscito l’EP Diamanté. Nel 2018 gli At the Drive-In sono probabilmente la migliore cover band al mondo degli At the Drive-In.
Cosa è successo nel mezzo? Di tutto. Tutto è cambiato nel mondo (tranne Berlusconi e D’Alema in Italia). Tutti noi siamo invecchiati (tranne Berlusconi), evoluti, cresciuti, migliorati, peggiorati (anche Berlusconi). Dopo l’anno di grazia 2001 e sull’onda dell’entusiasmo, gli At the Drive-In decisero di fare una riverenza e salutare. This station is not operational anymore. Così recitò per lungo tempo il loro sito internet. Finito. Stop. Gli ATDI si sciolsero, lasciando fans assetati di musica e soltanto stuzzicati, ma sicuramente non sazi, dalle potenziali hits e indubbi capolavori hc contenute in Relationship of Command, prima fra tutte, ma non unica, One Armed Scissor.
E ci furono così gli Sparta da una parte, più fedeli a un suono rock’n’roll e nella scia dei tempi d’oro, senza però l’inventiva né il carisma dei tempi migliori, e i Mars Volta dall’altra, divagazione di successo dei virtuosismi e talenti progressive rock del duo pensante e capelluto Omar+Cédric.
Poi, inaspettata e improvvisa, una prima reunion galeotta arrivò in occasione di un paio di concerti nel 2012, per diventare di nuovo una relazione stabile e legittima dal 2017, suggellata dal nuovo album Interalia.
Tutta questa introduzione per dire che con il cuore carico di emozione, speranza e giovinezza mi sono recato, sotto la neve parigina, all’Olympia, prestigiosa storica sala da concerti della capitale francese. Accompagnato da un caro amico con legittimi e solidi passati nell’hc romano, eravamo come due vecchi innamorati, con qualche ruga e cicatrice di troppo ma pronti a ricadere nell’ incantesimo alla prima nota dei nostri eroi. (Precisione: innamorati degli ATDI, non tra di noi). Eppure. Eppure il tempo malefico questa volta ha vinto, e la tanto attesa scintilla non è più scoppiata.
Scolastici e poco coraggiosi nell’ alternanza metodica tra un pezzo nuovo e un pezzo vecchio, rumorosi ma privi della leggerezza e precisione che ne caratterizzava il sound, in un marasma sonoro (probabilmente in parte imputabile alla location) in cui i dettagli e le perle di bellezza hc tanto attesi vanno perduti o perlomeno annacquati, gli At The Drive-In mostrano preoccupanti crepe.
E poi c’è lui, Cedric, immagine, leader, capelli, voce e carisma della band. Ma la voce non è più quella di un tempo e il carisma forse non basta più a convincere ed ammaliare, soprattutto quando neanche ci prova più a cantare, perché sa che ormai non ce la si fa più, e con un po’ di tristezza e rassegnazione abbandona a tratti il microfono, arma di tante battaglie, aspettando silente, quasi in disparte, la fine dell’esplosione sonora di cui un tempo era protagonista.
E poi in un attimo tutto è finito, ci abbiamo provato a fare un salto indietro nel tempo e a fare finta che 17 anni sono solo un battito di ciglia; ci abbiamo creduto che “this station is fully operational”, che siamo tutti smemorati e che basta attaccare una distorsione per riallacciare il discorso e l’entusiasmo . Purtroppo però non ha funzionato, gli At The Drive-In che mi fecero battere il cuore mentre riascoltavo i loro CD all’infinito, a tutto volume nello stereo della macchina , per poi accendere appassionate discussioni tra amici su come interpretare e giudicare la svolta dei Mars Volta (noiosa, geniale, avanguardista, pretenziosa, arrogante?) non ci sono più. In fondo io neanche più ho la macchina, e i cd non li ascolto quasi più. Che ingenuo. Chissà cosa mi aspettavo. C’è ormai una band da un grande passato, un presente incerto e un futuro molto nebbioso , che sembra scimmiottare i tempi e i suoni che furono, senza dimostrare l’antico fuoco ed entusiasmo che segnò a modo suo un’epoca.
Con un pizzico di tristezza e delusione, come un amante tradito, chiudo questa piccola, sincera e insignificante critica post-concerto,e torno ad ascoltare, un po’ nostalgico, quella meravigliosa compilation degli At The Drive-In del 2005, sorta di Greatest Hits post separazione traumatica: This Station is Non-Operational. Mai titolo suonò più simile a un epitaffio.