Abbandonando l’hard rock di Quintale e tornando su sonorità più introspettive, l’ep inizia con Tito Balestra: un incontro con un’altra coppia, una conoscenza non voluta in cui tutti ci immedesimiamo: continuiamo a chiederci “chi ce l’ha fatto fare? Perché non sono stato zitto?”. Interessi diversi, noi giustamente altezzosi ci ritroviamo a parlare con l’italiano medio, calcio e fare il figo, ne siamo inorriditi ma siamo saggi, diamogli ragione che a breve ce ne andiamo. L’anafora delle parole iniziali (“Ad Antibes, in un caffè del porto”) è sempre più acida e arrabbiata, viene seguita a fine brano da un’altra ripetizione (“una montagna di neve, tienila all’ombra”) che ci riassume tutto il brano, accompagnata dalle linee di basso incessanti e bip intermittenti, dagli effetti di rabbia repressa che ci annebbiano i pensieri.
Madalena è una contadina di campagna, è da tutto il giorno che la spiamo, la batteria ci scandisce l’attesa, siamo consci che potremmo essere scoperti ma non ci importa, anzi ci eccita quasi come ogni parte del suo corpo. Vocalismi sussurrati e ansimanti si spengono sulla parola “mare” dopo la quale la canzone si eleva musicalmente e ci sovviene l’aria marittima espressa dalla chitarra. Avremo il coraggio di andare da lei o torneremo nei nostri ricordi?
Il disco termina con “Baratto Resoconto Esatto”: scambio di mail tra gli artisti e i loro fan che accettano il baratto ma, amanti dei Bachi Da Pietra, si fanno in quattro per aiutare la band ad andare avanti mettendo a disposizione il proprio lavoro o la propria casa.
Se siete in cerca di un cantautorato terra-terra, che racconti fatti quotidiani dal punto di vista dell’uomo comune, Festivalbug saprà capire cosa state pensando e anzi lo esporrà per voi.
Tracklist:
1.Tito Balestra
2.Madalena
3.Baratto Resoconto Esatto
Line-up:
Giovanni Succi (voce, chitarre e basso)
Bruno Dorella (batteria)