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Il Bacio Dell’oblio, Di Federico Ferrauto – Intervista

Il Bacio Dell'oblio, Di Federico Ferrauto - Intervista: L'editoria non è più quella di una volta. Ci sono sempre state le case editrici classiche, di buonissime e di scarsissi...

Il Bacio Dell’oblio, Di Federico Ferrauto – Intervista

L’editoria non è più quella di una volta.
Ci sono sempre state le case editrici classiche, di buonissime e di scarsissime. C’è sempre stato qualcuno di qualche ambiente più sotterraneo o semplicemente fuori da certi ammanicamenti intellettuali che prediligeva per una serie di motivi autoprodurselo, il libro, e magari andare a venderselo porta a porta, o nelle piazze, anche Walter Whitman fece così, mica un pirla a caso, eravamo nel 1855.

Da qualche anno, forse di più, si sono aperte alle porte degli aspiranti scrittori diverse ipotesi per poter pubblicare, alcune molto semplificate, diciamo senza problemi di inciampo, altre peculiari a un sistema di vendita moderna in cui il prodotto è al centro di tutto, lo siamo anche noi, quindi armiamoci e partiamo. I servizi di autopubblicazione senza nessun tipo di filtro professionale si riuniscono in parecchi marchi, sempre più numerosi col passare del tempo: ilmiolibro, lulu, Amazon e via dicendo, non ho voglia di elencarle, sono troppe.

Ci sono migliaia di case editrici in Italia: quelle giuste, cioè che pubblicano gratis, ma alcune volte piccole, piccolissime, insignificanti, che non sottostanno a un progetto preciso, che mancano di professionalità, che non hanno mezzi, che campano pubblicando di tutto perché nel marasma delle pubblicazioni qualche spiccio ci scappa. Poi ci sono quelle sbagliate: quelle che ti fanno pagare, delle aziende che spesso giocano di sotterfugi e sulla voglia degli esordienti di emergere, che si azzardano a chiedere anche migliaia di euro per stamparti un libro che leggerà forse tua nonna, se è viva.

Esiste anche il metodo del crowdfunding da un po’ di tempo. Cosa si vuol dire con questo termine anglofono un po’ ostico per l’italiano medio? Semplice:  uso una piattaforma che mi dà la possibilità di esporre un progetto, se raggiungo un numero di utenti che aderiscono il progetto si fa, entrano i soldi che gli stessi utenti elargiscono e via all’opera. Anche alcune case editrici usano questo metodo, per me in maniera a dir poco equivoca, perché se voglio avere l’ausilio di professionisti, questi il libro me lo devono stampare, promuovere, distribuire, senza aspettare che si siano già venduti, i libri.

In questo poco comprensibile e caotico ambiente editoriale però non c’è la certezza da quale parte poi possa provenire l’opera artistica degna di nota, per cui tutto è da valutare (tranne che cacciare i soldi), tutto bisogna saggiarlo prima di giudicare.
Ci sono bellissimi libri autoprodotti e ci sono delle ciofeche spaziali pubblicate da case editrici anche rinomate. Quello che conta è il progetto e il motivo e la qualità, tutto il resto è cornice.

Oggi scrivo appunto di un ragazzo che col crowdfunding ci sta tentando a pubblicare un libro, Federico Ferrauto, e ci sta tentando con un libro di fantascienza.

Innanzitutto ti vorrei chiedere come mai hai scelto questa opzione di autopubblicazione e non con la ricerca tipica di una casa editrice che ti potesse offrire la possibilità giusta di vedere il tuo libro nascere? Tra le varie aziende che offrono questo servizio hai scelto Bookabook, perché? Come funziona?

Ho provato sì, ho scritto, ho chiamato e ho quasi stalkerato. Poi tra chi quando sente la parola “esordiente” fa finta di non capire la tua lingua, chi ti accoglie a braccia aperte e poi ti chiede un compenso ancora prima di aver visto il manoscritto, mi è sembrato un enorme, gigantesco loop. Aggiungiamo che la fantascienza – almeno in Italia – è un genere di nicchia rispetto agli altri e il gioco è fatto. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l’ultima risposta ricevuta da un grosso editore di genere (non dirò il nome almeno fino a che il libro non sarà pubblicato) che recitava più o meno così: “ un bell’esercizio di stile ma niente di più. In bocca al lupo”.
Non potevo fermarmi, sono un nerd, ho scritto un libro di fantascienza e siamo nel 2018 (l’anno dell’auto elettrica spedita nello spazio), quindi internet avrebbe avuto la soluzione. Ed ecco spiegato il passaggio al crowdfunding. Se da Kickstarter possono venir fuori start-up da milioni di dollari, da Bookabook può venir fuori la nuova letteratura italiana. Tra le altre piattaforme prese in considerazione, Bookabook mi è sembrata la migliore sia in termini di autopresentazione, che di cortesia e professionalità nel dialogo che instaurano con chiunque sottoponga un manoscritto, anche prima che questo venga selezionato.
Per farla davvero molto breve, ogni manoscritto viene sottoposto ad una pre-selezione in due passaggi, superati i quali si ha l’ok formale da parte di Bookabook. Una intensa conversazione telefonica per discutere i dettagli della piattaforma e ricevere alcuni consigli utilissimi su come gestire in proprio una campagna di crowdfunding e si parte. Il goal lo danno loro e tu hai 100 giorni di tempo per raggiungerlo. Superate le 60 copie in pre-ordine, tutti gli acquirenti hanno diritto alla loro copia nel formato in cui l’hanno acquistata (cartacea o ebook) con un minimo di editing. Raggiunte le 200 copie, il libro passa agli editor per il lavoro di revisione massiva e poi alla distribuzione presso le librerie fisiche con Messaggerie e virtuali.

Federico Ferrauto, autore de Il bacio dell’oblio

Parliamo del tuo libro, “Il bacio dell’oblio”. Quante copie da preordinare ti mancano per far sì che possa essere pubblicato? Mi interessa, come articolista di Altrimondi, capire come il tuo libro rientri nel genere fantascientifico. Nella breve descrizione che si può leggere su Bookabook ne parli come ambientato in uno scenario distopico, in che modo?

Di copie al momento in cui scrivo ne mancano 109 (46% raggiunto) con ancora 83 giorni davanti verso l’obiettivo delle 200!
L’ambientazione de Il bacio dell’oblio, i nomi dei luoghi e alcuni scenari derivano direttamente da luoghi che conosco bene e in cui ho vissuto, ma di più non voglio svelare al momento, ti dico solo che tra descrizione delle ambientazioni e nomi di città ho nascosto un bel po’ di easter-egg da cercare in giro per l’Europa. Il pianeta è governato dalle Corporation (sul modello gibsoniano) e le città assomigliano più a degli incubi alla Bosch che a dei luoghi da abitare, enormi agglomerati di metallo e cemento che inghiottono le coscienze oltre che i corpi. Le generazioni più giovani sono rappresentate attraverso l’esasperazione di quei comportamenti che già oggi possiamo osservare e la divisione in classi ha raggiunto il parossismo. La vita è regolata dall’uso efficiente delle macchine a disposizione e il silicio ha decisamente preso il sopravvento. Penso che basti, no?
Il bacio dell’oblio – per fortuna spero – non si ferma qui. Non ho voluto abbandonarmi all’ennesima descrizione di un universo distopico, rischiando di ricadere in quelli che ormai sono cliché e roba già vista. Il silicio è l’avversario per eccellenza, ci sono viaggi dentro e tra i Sogni, creature che non dovrebbero o potrebbero esistere, e un piccolo gioco che ho voluto fare con la pazienza del lettore, che spero possa piacere. C’è molta magia, di quella vera, quella con la “k” per chi vuol cogliere il riferimento.
Come si chiama il genere che unisce fantascienza allucinata e magia? CyberMagik?

Quali sono le tue influenze di scrittori più o meno conosciuti, o anche no, anche sconosciuti ai più? Ogni scrittore ha un background culturale da cui attinge e dal quale parte cercando di creare un’opera artistica identificativa. Parliamo oltre che di autori della carta stampata anche di cinema, pittori e via andando. Dicci del tuo, di background.

Per Il bacio dell’oblio ho attinto a tutto quello che avevo dentro, nel cuore e nella testa. Se devo fare una selezione, direi che da un punto di vista letterario non posso non citare Neil Gaiman, Grant Morrison, William Gibson, William Blake e Friedrick Nietzsche. Sì, proprio tutti loro messi insieme e anche qui easter-egg a manetta. Da un punto di stimoli visivi invece, ti dirò il sempre-verde (e magari banale) Salvador Dalì ma anche l’onirico Darren Aronofsky per il cinema. Se appunto questo fosse un film e non un libro vorrei che la colonna sonora venisse composta da Ynaktera (per chi non lo/li conosce, consiglio di attrezzarsi), Infected Mushroom e Glitch Mob.
C’è un filone incredibilmente ampio di mistica occidentale ed orientale a cui ho attinto più o meno direttamente per creare Il bacio dell’oblio. Faccio solo alcuni nomi: Grant Morrison (e siamo a 2), Peter J. Carroll, Giordano Bruno, René Guenon e Jan Fries ma la lista è molto più ampia.

Cosa ti aspetti nel momento in cui il tuo progetto raggiungerà il traguardo e il libro verrà stampato? Hai già idee per storie future? Per nuovi libri?

Quando raggiungerò il traguardo (incrociate le dita insieme a me), sarà già un bellissimo ed eccezionale momento. Non so cosa aspettarmi, cosa desiderare invece sì. Che la storia di Bliedrick raggiunga il maggior numero possibile di persone e le spinga a Sognare.
Le idee per fortuna non sembrano finire. Ho già una piccola impalcatura per una nuova storia, sempre di fantascienza ma questa volta mi piacerebbe esplorare nuovi stili, forse più classici, su temi nuovi e più “ampi”.

Dacci tutte le coordinate per partecipare al tuo progetto e poter avere in mano la tua opera.

La campagna di Bookabook è raggiungibile a questo link.
Mentre tramite la pagina facebook Il bacio dell’oblio e l’account twitter Hicalje pubblico costantemente contenuti attinenti al libro, nella speranza di stimolare un dialogo e un flusso di pensieri che coinvolga il lettore, anche potenziale.

Cerco sempre nuova linfa, mi piace immaginare che non tutti leggano le stesse cose. Sarebbe deprimente. Il libro di fantascienza che hai amato di più e che pensi non si conosca abbastanza?

Forse il ciclo di Hyperion di Dan Simmons, è uno dei grandi classici ma è un po’ che non ne vedo/sento parlare in giro. L’ho scoperto anni fa per caso ed è stato un fulmine a ciel sereno nella sua complessità e maestosità di intrecci.

Spero che il progetto di Federico vada in porto ed esorto chi legge questo articolo a partecipare alla campagna di crowdfunding, perché penso che valga sempre la pena di dare una possibilità a chi si mette in gioco, a chi possiede una propria visione artistica e che voglia esporla.

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