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Recensione : Bad Weather Project – Stormriders

Street rock, tra protesta e sonorità grunge che si fondono con l'heavy metal e lo sleaze, offrendoci una sintesi che non si sente spesso.

Street rock, tra protesta e sonorità grunge che si fondono con l’heavy metal e lo sleaze, offrendoci una sintesi che non si sente spesso.

Pezzi molto accattivanti e ben composti, cori che si possono cantare sbronzi, a squarciagola, puntando il dito in alto e con tanto entusiasmo.
Anche se non sono dei giovanotti i Bad Weather Project riescono a fare un disco d’esordio gustoso e godibile, senza quella mollezza che talora attanaglia i dischi di questo genere.
I Bad Weather Project sono nati e cresciuti a Guns’n’Roses, Skid Row, Pearl Jam, Motley Crue e tutta la genia degli anni ottanta, novanta, e questo ha dato loro l’ispirazione per fare un disco molto coinvolgente.
Le canzoni sono in inglese, cantate con passione e composte con cognizione di causa, e la produzione è buona.
Questi ragazzi affermano giustamente che è cattivo tempo, ma ciò può essere visto con spirito duplice, ovvero il cattivo tempo che butta giù, o la pioggia che porta vita.
I Bad Weather Project sono comunque e giustamente incazzati, e lo dicono facendo un genere che non è il genere di protesta più comune, ma stupidamente poiché la protesta non è solo Manu Chao, ma è uno stato d’animo.
Il loro suono è genuinamente a stelle e strisce e varia spesso colore in una tavolozza che va dal grunge all’heavy metal, da Seattle a Portland.
Un disco che riporta indietro di anni, ma che è al contempo un sentimento originale, con una musica davvero piacevole.

Tracklist:
1. Updraft
2. Timebomb
3. Savior
4. Code Of Soul
5. Ragesong
6. Brother
7. Escapology
8. Scars
9. Mindshaker

Line-up:
Crisix : Voce
Mundry : Basso
Crackz : Chitarra
Jackmaber : Batteria

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