In questo strano periodo storico di revisioni, ripensamenti e vecchi pensieri, Iyezine è orgogliosa di presentare un progetto nato dal basso.
Banda POPolare dell’Emilia Rossa
Il 25 aprile 2011 nasce la Banda POPolare dell’Emilia Rossa in piazza Grande a Modena.
Il nostro intento è stato fin dal primo momento fare politica rivoluzionaria, militante ed anticapitalista attraverso una delle forme di comunicazione più diretta, efficace ed emozionate che esistano, la musica….senza naturalmente rinunciare alla “balotta”.
Il nome della nostra banda trae palesemente origine da una distorsione un po’ sarcastica e un po’ Warholiana del nome di quella famosa Banca emiliano-romagnola che oggi rappresenta uno dei simboli del capitalismo e della degenerazione del cosiddetto “modello emiliano”, un modello ormai rosso solo a parole…ma in realtà manco a parole.
La Banda è un gruppo proletario composto da delegati Rsu Fiom delle più importanti fabbriche metalmeccaniche di Modena, tra cui Ferrari, Maserati, Terim e Crown, un insegnante, un disoccupato in cerca di fortuna, un musicista precario e uno che più di precario di così non si può.
Definiamo il nostro genere musicale col termine “internazionalista” perchè è e vuole essere fuori da qualsiasi schema predefinito che non siano l’unità e solidarietà delle classi subalterne anche in ambito musicale ed artistico oltre ogni frontiera.
Abbiamo all’attivo due dischi totalmente autofinanziati ed autoprodotti, Rivoluzione Permanente (2013) ad oggi oltre 1500 copie CD vendute e Viva la lotta partigiana (2016) ad oggi circa 1000 copie CD vendute,in cui uniamo a brani inediti di nostra composizione canzoni di lotta tradizionali del movimento operaio riarrangiate in diverse chiavi che ne esaltino il testo ma anche l’energia musicale. Facciamo altresì tesoro di importanti ricerche in materia di canzoni popolari come quelle svolte da Gianni Bosio e dall’istituto De Martino negli anni sessanta. La sillaba “POP” di “POPolare” nel nome della Banda è un chiaro quanto umile riferimento ed omaggio agli “Area”, Band rivoluzionaria cui NON ci rifacciamo (non ne saremmo in grado) in termini di stile perchè assolutamente inimitabili e non più riproducibili ma cui ci rifacciamo in quanto a spirito e a carica sovversiva e anticapitalista.
Mai come in questa nostra epoca è necessario alzare la testa e difendere con orgoglio le tradizioni di lotta del movimento operaio anche dal punto di vista culturale e artistico. Da troppi anni stanno cercando di cancellare l’identità del proletariato. Con orgoglio e in ogni ambito dobbiamo impedirlo e continuare a sostenere che è la classe operaia il motore di questa società ed è la classe operaia che può guidare l’umanità all’abbattimento del capitalismo per costruire una società nuova, diversa, migliore; una società comunista! Per questo oggi più che mai sono attuali le ragioni e gli ideali della Resistenza.
La Banda POPolare dell’Emilia Rossa si ispira nel costruire la propria produzione artistica ad un principio di fondo ben espresso da Karl Marx “il denaro deve essere solo un mezzo per l’arte che deve essere il fine e non viceversa”.
Chiariamo a scanso di equivoci che non ci interessa “diventare famosi” e per questo non accettiamo di suonare ovunque ci chiedano di andare. Non suoniamo in feste di partiti o movimenti che appoggiano la linea di Marchionne, il liberismo, votano la cancellazione dell’art.18, la privatizzazione di ogni bene pubblico, la TAV ecc. Gli ideali vengono prima di tutto e noi non siamo in vendita…
Il nostro motto è quello di Andrè Breton:
Indipendenza dell’arte – per la rivoluzione.
La rivoluzione – per la liberazione definitiva dell’arte
Giuseppe Violante, Rsu Fiom Maserati
(Batteria)
Matteo Parlati, Rsu Fiom Ferrari
(Basso)
Marco Pastorelli, Rsu Fiom Crown
(Percussioni autoprodotte)
Valerio Chetta, musicista a ore (piano e Hammond),
Jean Pierre Cronod (Violino),
Massimo Caruso, musico-Logo (chitarre)
Paolo Brini, Comitato Centrale Fiom
(Voce)
Odessa (2 maggio 2014). Il videoclip della Banda POPolare dell’Emilia Rossa di cui faccio parte, gruppo modenese di militanti e operai metalmeccanici , dedicato alla strage neonazista che nel 2014 colpì la sede dei sindacati ad Odessa. Una strage che per ferocia ed efferatezza è paragonabile a quelle di Monchio o Marzabotto. Una strage taciuta dai governi USA e UE