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Recensione : Beautiful Loser

I ragazzi (non più di primo pelo, soprattutto musicalmente) sanno suonare, questo è insindacabile, e soprattutto hanno dormito per anni, con cd di Bon Jovi, Bad English e Whitesnake sotto il cuscino.

Beautiful Loser

Beautiful Loser

Partiamo da qui, forse da molto molto lontano…ma la Musica…non lo merita?

La parabola del seminatore è una parabola di Gesù raccontata nei tre vangeli sinottici (Matteo 13,1-23, Marco 4,1-20 e Luca 8,4-15) e nel Vangelo di Tommaso (Tommaso 9)

«Ascoltate! Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte del seme cadde lungo la strada; e gli uccelli vennero e lo mangiarono. Un’altra cadde in un suolo roccioso dove non aveva molta terra, e subito spuntò, perché non aveva terreno profondo; ma quando il sole si levò, fu bruciata; e, non avendo radice, inaridì. Un’altra cadde fra le spine; le spine crebbero e la soffocarono, ed essa non fece frutto. Altre parti caddero nella buona terra; portarono frutto, che venne su e crebbe, e giunsero a dare il trenta, il sessanta e il cento per uno». Poi disse: «Chi ha orecchi per udire oda»

“Chi ha orecchi per udire oda”, forse “suonerà” un po’ blasfemo, citare i Vangeli parlando di musica, ma non è forse vero che: “La musica è un dono di Dio” – (Ef. 5:19, Col. 3:16, 1 Cor. 14:26)”; la musica, in generale, presente dalla notte dei tempi, nella storia dell’uomo, si è sempre ”concessa” a tutti. Tutti hanno avuto il privilegio di sentire suoni e…farne di ciò, quello che ritenevano meglio fare.

Ognuno di noi, ha quindi avuto, almeno una volta nella vita, l’occasione di “sentire” la musica…ma non altrettanti hanno saputo “ascoltarla”, profondamente.

Già perché, “l’ascolto”, che nessuno ci ha mai imposto…è libera scelta…ma forse l’unico modo per permettere ad essa di entrarci nel corpo, nell’anima, nella nostra vita.

Oggi, nel 2024, troppo spesso sentiamo dire, a proposito di un nuovo gruppo, o semplicemente di un nuovo album, bravini, bello, ma già “sentito”…appunto sentito

…ovvio, oramai, l’iper produzione discografica mondiale (non solo Rock) ha sfornato (e continua a sfornare) migliaia e migliaia di album e, chi di recensione ne fa una professione, spesso “cade” nell’errore (comprensibilissimo quando si recensiscono 10/15 album al giorno) di dare una sentita (non chiamatelo ascolto per cortesia), leggere un po’ la bio della band, e magari commentare singola traccia per singola traccia, sulla base di – concedetemi – poverissime impressioni, più di “pancia” che di memoria, cuore e soprattutto di orecchio…perché oggi, ahimè, è la quantità che conta…poco, oramai, la qualità.

Per queste ragioni (e per molte altre), vorrei parlare di questo combo genovese – i Beautiful Loser – che esordisce con questo (bellissimo) “Star 4 a night” in maniera decisamente diversa.

Non starò qui a citarvi canzone per canzone, annoiandovi con le mie “personalissime” impressioni. Compratelo, scaricatelo, fatevelo regalare, insomma fate come diavolo volete, e sarete voi stessi (perché questo è il segreto) ad esprimere una vostra personalissima opinione (non importa se su una fanza, in radio, al bar con amici o con vostra madre alla sera, a cena)…ma sarà la vostra personalissima impressione, unica, individuale…soprattutto vostra, ma per favore…ascoltate non sentite, altrimenti lasciate perdere…

I ragazzi (non più di primo pelo, soprattutto musicalmente) sanno suonare, questo è insindacabile, e soprattutto hanno dormito per anni, con cd di Bon Jovi, Bad English e Whitesnake sotto il cuscino. Un Hard Rock melodico (ma mai troppo ruffiano e sdolcinato) grintoso, ma al contempo che ti proietta ai primi anni ’90 (io, oramai cinquantaduenne, non aspettavo altro)…ai tempi in cui finivi il sabato sera a Brignole (vecchia compagnia di “metallari”) con una birra (o altro) ad ascoltare pezzi come “Is This Love”, “Here I Go Again”, “Forget Me Not” o “Livin’ On A Prayer”.

Drums (Paolo Pesce), Guitars (Andrea Laurin), Bass (Fabio Tassara) dialogano che è un piacere…sembra davvero suonino insieme dal 1990 data la loro sinergia musicale che danza con un’armonia, davvero unica e speciale (in realtà si sono solo formati nel 2020, tra l’altro, ricordo, anno infausto per gli “assembramenti”…anche in studio…fate Vobis..)…praticamente, un matrimonio perfetto…se poi, aggiungiamo un vocalist (Paolo Cintolesi) che ci propone lyrics (mai troppo scontate e stupide…tutt’altro) con una voce calda, importante che sembra (concedetemelo, per favore) un “vecchio” Bon Jovi, con un pizzico di John Waite (nei suoi momenti più “rochi”), una “spruzzata” di John Patrick McDonald Jr. (alias Midnight, almeno per le angoscianti modulazioni della voce) e il calore di un forno a 180° (Glen Danzig)…direi che “il Pranzo è Servito” (scusate la malinconia di un tempo che fu).

Beh, infine…seguitemi per altre ricette…ma sarete VOI, sempre, ad assaggiare la “pietanza” e a commentarla…io? Un umile cameriere che vi ha servito. A voi “l’ascolto”…

 

 

MASSIMO ARGO :

BEAUTIFUL LOSER 

I Beautiful Loser nascono a Genova nel 2020 per iniziativa del cantante Paolo Cintolesi e del batterista Paolo Pesce, ai quali dopo qualche tempo si aggiungono il chitarrista Andrea Laurino e il bassista Fabio Tassara. Con questa formazione si mettono al lavoro e danno ora alla luce il disco “Stars 4 a nite “ per Diamonds Prod.

Il suono è un hard rock di alta qualità totalmente a stelle e strisce, partendo dalla tradizione dei Van Halen e dei Guns ‘n’ Roses, passando per Bon Jovi. Partendo da questi punti fermi il gruppo genovese sviluppa un sono peculiare, molto ben composto, con una valida ricerca musicale, ottimamente prodotti da Fabio Palombi, che è uno dei migliori produttori per questi suoni e non solo.

Il disco è impregnato di passione per l’hard rock, per quella commistione di melodia e durezza che qui si bilanciano davvero molto bene, regalando tracce molto piacevoli, eleganti e godibili.  A partire dalla copertina questo è un disco di hard rock in maniera totale e globale, un hard rock fatto molto bene che non si trova tanto facilmente in giro, e ogni pezzo del disco potrebbe essere facilmente un disco.

Il quartetto riesce a creare un’atmosfera patinata e al contempo carica ed elettrica, e non è facile fare un disco di hard rock così se non si ha talento e tecnica. Ascoltando “Stars 4 a nite” ci si ributtare in atmosfere che sembravano dimenticate ma che vivono ancora nella passione di persone che lavorano e nel tempo libero si dedicano a questo suono, e gruppi così non ce ne sono più tanti. Hard rock epico e a tratti commovente.

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