Dal paesino sardo di Seneghe arriva una delle sorprese discografiche italiane dell’anno : i Black Black Istanbul, un duo composto da chitarra e batteria.
Il loro suono è un groove incessante che viaggia tra il fuzz, il garage e lo stoner.
I giovani Claudio Fara e Martino Pala scrivono ed eseguono questo ep nei mesi che vanno da Aprile a Settembre 2017. I due suonano in altre realtà, ma sentivano il bisogno di liberare qualcosa che avevano lasciato da parte per troppo tempo, ovvero un suono sbilenco, potente ed acido allo stesso tempo. La chitarra distorta viaggia nel solco tracciato dalla batteria, la voce arriva da lontano come in un viaggio da acido, ed il mosaico continua a cambiare e a distorcersi, e il tutto viaggia liberamente. I power duo sono stati forse un po’ inflazionati, specialmente in Italia nell’ultimo periodo, ma in questo caso la qualità è davvero buona.
I due ragazzi sardi hanno una molteplicità di soluzioni sonore, e arrivano dove vogliono arrivare. Ci sono momenti più calmi, altri più veloci, tutto segue un naturale corso degli eventi, non forzano nulla e anzi sono molto fluidi. Grande è l’influenza dei migliori White Stripes e di certi Black Keys, come molto presente è l’immaginario western e cinematografico in genere. Un’altra loro caratteristica è anche la ricerca di melodie possenti, costruzioni forti che vengono bruciate per dare vita a qualcos’altro, e l’importante è non raffreddarsi mai.
Un debutto che divertirà molti ascoltatori, e questo dovrebbe essere lo scopo di ogni disco.
Notevole anche la copertina della sarda Susanna Cubadda.
Massimo Argo
Grintoso, estroverso, garage rok, quello che troviamo dentro l’album di debutto della band dei Black Balck Istanbul.
Un viaggio di sei tracce, che senza troppi complimenti, rompe il sound con suoni crudi e dalla notevole corporatura.
I Black Black Istanbul, nome della band formata da due elementi tecnicamente preparati, riesce a creare un prodotto di ottima fattura andando a colpire nel segno con idee innovative, che fanno di questo cd un ottimo trampolino di lancio senza ombra di dubbio siamo difronte a musicisti che sanno già il fatto loro senza andare troppo per il sottile si presentano con chitarre suonate con artigli e una batteria tecnicamente basilare ma dall’impatto sonoro vincente, il colpo che spazza via ogni dubbio sulla buona riuscita dell’album è affidata alla voce che in perfetta sintonia con il resto degli strumenti, riesce a sfondare il suono e renderlo ancora più profondo e allo stesso tempo adrenalinico .
Un artiglieria davvero pesante che saprà colpire tutto quel pubblico che avrà la fortuna di ascoltare questo album, tagliente e allo stesso tempo dinamico. L’ennesima testimonianza che l’underground italiano e rigoglioso di talenti, basta avere solo il buon senso e la fortuna di scoprirli, e la Oh! Dear Record ci è riuscita.
skarlet
ETICHETTA: Oh! Dear Records
TRACKLIST
01. Head Stupid Head
02. Bad Kong
03. Outlaws
04. The Arabian Uncle Room
05. Keep Believe In Thunderstorm
06. Like Ralf Schumacher