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Recensione : Black Sabbath Sabotage #Risentiamoli 1975

" Sabotage " è il sesto disco dei Black Sabbath. ed è uscito il 28 luglio del 1975. Fa parte dei primi sei dischi sacri, ovvero di quello che è considerato dai più come il miglior periodo del gruppo di Birmingham. Lungi dal voler discutere questo pseudo assioma,

Black Sabbath Sabotage

” Sabotage ” è il sesto disco dei Black Sabbath. ed è uscito il 28 luglio del 1975. Fa parte dei primi sei dischi sacri, ovvero di quello che è considerato dai più come il miglior periodo del gruppo di Birmingham. Lungi dal voler discutere questo pseudo assioma, ” Sabotage” è indubbiamente un disco di grande valore e anche una pietra miliare della discografia sabbatiana, contenendo un cambio di stile voluto in primi dal gruppo stesso. Uscito per la Vertigo, etichetta che ha radunato nel suo catalogo, il meglio del rock occulto e del percorso della mano sinistra, il disco ha una genesi assai sofferta, sintetizzata molto bene dalla frase di Ozzy Osbourne ” Per fare “Sabotage” ci abbiamo messo 4000 anni”.

Forse 4000 anni no, ma già il titolo stava a significare ciò che il gruppo provava intimamente e non solo, dato che erano nel bel mezzo di una gigantesca causa giudiziaria fra loro e il manager che avevano licenziato, Patrick Meehan, causa che mise quasi in dubbio la stessa esistenza del gruppo.

I quattro di Birmingham soffrivano molto questa claustrofobica situazione, nella quale si erano trovati persino gli avvocati in studio. Così si chiusero nei famosi Morgan Studios di Williesdean nei sobborghi di Londra e decisero di fare un album decisamente più duro rispetto ai precedenti, riuscendovi pienamente. I Sabbath si sentivano di essere stati messi al muro dalla loro compagnia discografica e dal loro manager, quindi reagirono calcando sui suoni pesanti e volendo essere molto più duri e rock rispetto ai dischi precedenti. Quindi questo disco è una reazione del gruppo, un sollevarsi contro situazioni che sentivano come molto restrittive.

Il lavoro è molto incentrato sui riffs di Toni Iommi, che lavorò tantissimo sulle parti di chitarra del disco che sono molto sia più dure che maggiormente ariose rispetto ai dischi precedenti. Ci sono dei momenti, delle atmosfere, delle suggestioni, che in altri dischi non ci sono, e infatti molti parlano di “Sabotage” come uno dei primi dischi di progressive metal. A posteriori questo è l’ultimo disco che incarna lo stile musicale dei Black Sabbath e forse ne è la punta più alta.

Per tutta la durata del disco si respira qualcosa di speciale e di onirico, un viaggio psichedelico nelle profondità del subconscio, quasi come se il disagio che il gruppo stava vivendo fosse stato il motore primo per creare qualcosa di davvero creativo e dirompente.

Trovano spazio anche le invettive contro la loro grande nemesi. ovvero il loro ex manager Patrick Meehan, al quale Ozzy Osbourne riserva un bel trattamento in “The writ”, un pezzo duro ed oscuro, con il testo scritto dallo stesso Osbourne un evento assai raro in casa Sabbath. Ascoltando ” Sabotage” si percepisce che questo gruppo ha saputo creare qualcosa che va ben oltre la musica, un sentire diverso, un sentimento che parte dalla musica e si espande negli altri sensi.

Quanti gruppi hanno attinto da questa fonte ?

Stoner, sludge, doom e tantissimi altri generi partono dai riffs e di Iommi, dal cantato di Ozzy e dalla sezione ritmica Butler-Ward. Ognuno ha il proprio disco o dischi preferiti dei Sabbath, ma questo è un qualcosa che era sia una prima volta che un’ultima volta nella loro carriera, forse la summa e il punto più alto di ciò che avevano fatto fino a quel momento. Anche la copertina è da ricordare, come una delle più brutte della storia della musica. Tuffatevi in ” Sabotage”.

 

Black Sabbath Sabotage

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