Partito nel 2011 con l’idea di mettere in piedi un progetto solista incentrato su sonorità folk acustiche, Marco Giarratano (già membro dei Jussipussi e dei Psychocean) si è dovuto ricredere completamente. Infatti, complice un susseguirsi di ritardi e difficoltà nel portare avanti il progetto, oltre all’interessante inserimento di Marco Pettinato nella stesura dei pezzi, i presupposti iniziali sono stati completamente stravolti. Niente più folk, ma una elettro rock scuro e tenebroso che avvolge e affascina.
L’animo figlio dei Depeche Mode di The Body Has Its Spectre apre il disco incalzando con il suo energico e determinato crescere (la cassa trascina a dovere), cedendo il compito di proseguire ai ritmi più morbidi della intensa Fences (ottimo mix di melodie, atmosfere e passione per gli arrangiamenti).
L’inizio di Happy Man, ricordando vagamente il Trent Reznor più “soft”, prosegue calda e ariosa, lasciando ampio spazio alla parte vocale, mentre i lunghi paesaggi creati da Pneuma, delineati dalla ben presente sezione ritmica, introducono lo spirito deciso (ma mai esagerato) di The Vacant Shell.
L’oscurità grassa e pacata di Pale Light Reflector, infine, avvicinandosi a sonorità care ai NIN più intellettuali, lascia il compito di chiudere al lento distendersi di Nobody Comes e al fitto muro ritmico generato dall’algida ed energica Siberia.
Il debutto dei Blackwhale, nonostante si sentano ancora forti le influenze dei gruppi a cui il duo fa più riferimento (Depeche Mode e NIN in primis), si dimostra un album valido e ben strutturato che merita di essere conosciuto. Otto brani che vantano una interessante combinazione di raffinatezza, potenza e dolcezza.
TRACKLIST
01. The Body Has Its Spectre
02. Fences
03. Happy Man
04. Pneuma
05. The Vacant Shell
06. Pale Light Reflector
07. Nobody Comes
08. Siberia
LINE-UP
Marco Giarratana
Marco Pettinato