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Recensione : The Queen Is Dead Volume 136 – Blue Mamuth, Plasticdrop, Tenebrae

The Queen Is Dead Volume 136 - Blue Mamuth, Plasticdrop, Tenebrae

Blue Mamuth, Plasticdrop, Tenebrae.

BLU MAMUTH

Continua il percorso di sperimentazione e di visione alternativa del suono pesante di Octopus Rising, l’etichetta sussidiaria di Argonauta Records che esplora il tracciato musicale da un altro punto di vista. “Ka ora!” è il debutto dei Blu Mamuth, progetto elettronico industriale e tribale nato dalla lunga collaborazione fra V. e Z., già insieme dai tempi dei Zirkus der Zeit.

Il disco è uno stretto intrecciarsi di pulsioni elettroniche, suoni tribali, escursioni nei territori dell’industrial e dell’ebm, con un grandissimo senso della melodia e tanta voglia di esplorare suoni ed anfratti nascosti ai più. I Blue Mamuth connettono attraverso la loro musica lembi di una conoscenza umana tribale del ritmo e della musica che è andata perduta nel corso dei secoli, una ritualità che qui viene ricreata attraverso le macchine e i computer, coniungando passato presente e futuro remoto.

La musica dei Blu Mamuth vive di vita propria, si contorce sottoterra per poi riaffiorare sotto l’erba delle città, o in isole lontane, non ha luoghi o riferimenti e si va a posizionare in quell’afflato di musica libera da costrizione e generi che è davvero assai raro da trovare. Suoni speciali, atmosfere ora delicate, ora impetuose, un fluido che scorre in maniera cosciente e che congiunge la pietra, il sangue, la pianta e il cosmo, un non essere mai ovvi, sempre e costantemente alla ricerca del suono libero e fluttuante. Elettronica, industrial, tribal e tanta meraviglia per un debutto molto potente.

PLASTICDROP

L’hard rock viene spesso bistrattato, si parla di questo genere come di qualcosa di ormai superato dalle magnifiche prospettive di suoni futuri, non tenendo in conto che è il fondamento di tanta musica pesante che poi ha preso strade differenti, ma la base è l’hard rock. E l’hard rock sa stupire molto bene anche ai giorni nostri, e lo fa con questo disco per Octopus RIsing del trio sardo Plasticdrop dal titolo “Life, death and miracles”, uno scrigno dei tesori. A partire dalla bella copertina questo lavoro contiene un’energia speciale, un sentire diversamente la musica, un qualcosa che ti colpisce e non ti lascia più.

Ascoltando il disco si ha l’impressione di essere catapultati dentro ad un’idea diversa di melodia, coinvolgente, calda e suonata con estrema naturalità. Guardi le foto dei tre componenti e ti aspetti del garage rock, e poi arriva un hard rock intriso di grunge e di tanto altro che stupisce tantissimo. Il suono è minimale ma estremamente potente, il trio sa fare tantissimo con poco, e ha quel tiro che tanti gruppi cercano da tempo immemore e non raggiungono mai.

Tracce come “Simply beautiful” hanno quella musica e quel testo che ti rimangono appiccicati addosso come l’odore della pelle di qualcuno che ti piace, come l’aria dopo la pioggia, come i pensieri dopo un bel sogno. Hard rock profondo, potenza in pieno controllo, abrasivo quando serve, callejero quando ce n’è bisogno con un grande senso per il grunge, sentire l’incipit di “Don’t leave me now” per capire cosa si intende. Inoltre il loro suono funzionerà benissimo dal vivo, perché ha quel tiro da saletta che poi trasposto dal vivo funziona benissimo, grazie alla sua solidità e alla sua sinuosità. Ritornelli infuocati come nella tradizione del miglior hard rock, momenti di meraviglia, e tanta, tanta bellezza per un disco che merita tantissimo.

Ah, è anche un disco divertente e mai gruppo riferito che non è affatto poco di questi tempi.

TENEBRAE

A distanza di nove anni dall’ultima prova in studio intitolata “My next dawn”, tornano i genovesi Tenebrae con “Loss”, nuova opera in uscita per Nadir Music. I Tenebrae sono un’idea del chitarrista Marco Arizzi, sono nati nel 2005 e rappresentano l’amore totale per il metal di alta qualità, specialmente per quello di derivazioni sinfonica, con una composizione accurata e sempre alla ricerca del bel suono. Dopo averne passate tante, compresa la dura botta della pandemia le cui conseguenze sono ancora all’opera anche nella musica, i nostri continuano a macinare metal, con passione e competenza.

“Loss” è il primo disco per Nadir Music, e si può dire che sia una nuova partenza, una pietra miliare nella loro discografia. Il suono del lavoro è un metal che spazia dal doom al gothic, dal sympho metal al metal più classico, e anche con innesti moderni, il tutto nel particolare stile dei Tenebrae. Il gruppo genovese ha una lunga carriera costellata da ciò che rappresenta questo disco, ovvero un metal personale, mai scontato e molto epico che rispetta tantissimo l’ascoltatore e vuole condividere la voglia di esprimersi e di emozionare attraverso la musica.

Ascoltare “Loss” è come esplorare una contea fatata e magica, dove accade l’impossibile, e dove la sofferenza è sublimata, un dominio delle emozioni e della bellezza in tutte le sue accezioni, anche quella più tragica. Il suono dei Tenebrae è come sempre carico e ricco, la registrazione di Rossano Villa che è tornato a lavorare con il gruppo è assai precisa e coglie sempre il punto. Un disco assai fertile che ricrea atmosfere davvero particolari e che continua un viaggio unico nel panorama italiano per la qualità della struttura delle composizioni, una grande prova dopo nove anni di pausa discografica, ma che come tutti i loro dischi è una palestra di emozioni e di immagini bellissime, sofferenza e amore.

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